È passata qualche settimana dall'arrivo su Netflix di You 2, la seconda stagione di una delle serie più chiacchierate dell'anno passato. Noi ci eravamo ripromessi che non l'avremmo vista, dopo la traumatica esperienza della prima stagione avevamo deciso che la storia dello stalker/serial killer Joe Goldberg non faceva per noi. Però, con il passare dei giorni, tutti parlavano di quanto questa seconda annata fosse diversa dalla prima e, soprattutto, dello strabiliante colpo di scena finale. Per questo, abbiamo ceduto e ci siamo dedicati ad un estenuante binge watching.
Cosa ne pensiamo della serie? Soprassedendo sul fatto che il fantomatico finale a sorpresa lo avevamo predetto fin dai primi episodi - colpa nostra che forse di prodotti televisivi come questo ne abbiamo visti fin troppi -, You 2 ci ha innervosito e maldisposto quanto il suo esordio (se non forse di più): lo sappiamo, la nostra è forse un'opinione impopolare, andiamo addirittura contro alla recensione di You 2 pubblicata recentemente su Movieplayer.it, ma noi questa serie proprio non riusciamo a farcela piacere. Ca va sans dire, questo articolo sarà ricco di spoiler quindi, se non avete visto la serie, a voi la scelta se continuare la lettura.
Nella mente del serial killer
Come nella prima stagione ci troviamo nella testa del protagonista Joe (Penn Badgley), che nei nuovi episodi si trasferisce a Los Angeles e si fa chiamare Will, e ancora una volta seguiamo tutti i suoi malati ragionamenti nei confronti dell'interesse amoroso di turno, Love (Victoria Pedretti), la ragazza ricca ma (apparentemente) di buoni sentimenti. Lui desidera cambiare ed essere una persona migliore (senza ripetere gli errori del passato), e per questo in un primo momento rifiuta le avances di lei. Presto però si lascia travolgere dalla passione e, inevitabilmente, le dinamiche di questa stagione cominciano a ripetere quelle della precedente: ci troviamo quindi davanti a una versione (un po' più noiosa e meno originale) di quanto abbiamo già visto.
Joe, un serial killer che in passato ha fatto cose terribili, viene ancora una volta rappresentato come un personaggio in fin dei conti positivo, che vuole proteggere i più deboli essendo lui stesso una vittima del suo passato. Ma il nostro protagonista (sfortunatamente) non è Dexter (tanto per citare uno dei nostri antieroi tormentati del piccolo schermo preferiti), non vive secondo un codice morale che lo fa andare avanti e ne giustifica i comportamenti. Si innamora di una donna, ci pontifica sopra e nella sua testa e la dipinge in un determinato modo (spesso ben lontano dalla realtà, come gli verrà fatto notare nel finale) e, se qualcuno si mette sulla sua strada immagina di ucciderlo (e a volte ci riesce). Essere nella sua testa e sentire ogni suo pensiero è quindi a tratti tedioso e spesso molto fastidioso, anche perché, a chi scrive, non interessa proprio seguire i ragionamenti che spingono il nostro Joe a nascondersi in un vicolo e a darsi piacere da solo pensando all'oggetto dei suoi desideri. Come è possibile che un personaggio del genere venga percepito come positivo, addirittura come affascinante, esula dalla nostra comprensione.
In attesa del gran finale
La costruzione della trama è decisamente uno dei punti deboli di questa seconda stagione: sviluppata peggio rispetto a quella della prima, che era più articolata e catturava maggiormente lo spettatore, sembra che l'unico interesse degli sceneggiatori fosse arrivare al colpo di scena finale, ossia la rivelazione che la stessa Love condivide le passioni omicide dell'amato, trascurando impunemente tutto ciò che avviene nel mezzo, che diventa quasi accessorio e secondario. Molti personaggi, e le storyline a cui sono legati, vengono semplicemente introdotti senza preoccuparsi di dargli il giusto approfondimento. Facciamo l'esempio dei genitori di Love, il cui rapporto con i figli viene rappresentato in maniera estremamente negativa, senza fornirci però materiale per comprendere il perché del loro modo di comportarsi (oltre ad un superficiale e generico: sono ricchi e quindi necessariamente disattenti nei confronti della prole che per questo cresce piena di traumi). Gran parte di quello che accade in questa seconda stagione diventa quindi una sorta di riempitivo per arrivare al gran finale che, vista la debolezza di ciò che accade in precedenza, risulta però, almeno a nostro parere, piuttosto privo di mordente.
Quando le vittime diventano i villain
Passiamo ora a ciò che ci ha infastidito di più di You 2, ossia la rappresentazione dei personaggi femminili. Tolta la coprotagonista Love, le donne che ruotano attorno al nostro Joe sono diverse, in particolare vogliamo portare la vostra attenzione su Candace, Delilah e la madre di lui, Sandy (Magda Apanowicz), che conosciamo principalmente attraverso dei flashback. Queste donne sono vittime di abusi e violenza (Candace da parte dello stesso Joe) e, inevitabilmente, vengono trasformate tutte in personaggi in qualche modo negativi. Il caso più evidente è ovviamente quello di Candace, una ragazza che Joe ha quasi ucciso (che addirittura ha sepolto viva) e che torna nella sua vita perché, giustamente, vuole giustizia (e le autorità sembrano non poterla/volerla aiutare). Non appena fa la sua comparsa viene trasformata nella cattiva, nel villain della situazione, in colei che vuole distruggere il sogno d'amore tra Joe e Love e il pubblico viene apertamente spinto a parteggiare non per lei ma per chi le ha fatto del male.
Un'operazione simile viene fatta anche per Delilah e la madre di Joe: entrambe hanno subito violenza, una da parte di un attore famoso che lei vorrebbe denunciare e l'altra per mano del marito. Ambedue le donne, però, ci vengono descritte come sessualmente promiscue, aggiungendo quindi un'accezione negativa a personaggi che dovrebbero essere visti esclusivamente come vittime. Delilah, che ha una vita sessuale molto attiva, non viene presa sul serio quando vorrebbe denunciare il suo assalitore, la madre di Joe, invece, viene rappresentata quasi come una prostituta, che lascia il figlio da solo per passare del tempo con uomini appena conosciuti. C'è bisogno di spiegarvi perché questo è assolutamente sbagliato? Possiamo capire che ci sia la necessità, a livello di sceneggiatura, di far parteggiare il pubblico per il protagonista, ma la strada giusta per farlo non è certo rappresentare in questa maniera chi gli sta attorno. Parliamo poi di Beck, l'interesse amoroso della prima stagione, che Joe uccide nell'episodio finale: la donna, che ovviamente in precedenza aveva un ruolo di primo piano viene solo sporadicamente nominata e appare in flashback/visioni che rappresentano il fugace senso di colpa del protagonista. Beck non ottiene alcun tipo di giustizia nei nuovi episodi, ma anzi viene pure descritta come poco interessante e (in molte, fastidiosissime, occasioni) come meno intelligente di Love.
You 2 si conclude con il solito finale aperto che ci prepara ad una terza stagione in arrivo e ci dà ad intendere che Joe è già pronto per passare oltre alla nostra Love (che aspetta una bambina da lui) e rivolgere le sue ossessive attenzioni verso una nuova vittima, la vicina di casa. Le nostre aspettative restano piuttosto basse e non crediamo che la serie possa cambiare al punto da spingerci a continuarne la visione. Ribadiamo il nostro fioretto e speriamo che non ci faremo convincere ancora una volta ad andare contro il nostro buon senso. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico.