Non possiamo che cominciare questa recensione di Yesterday ricordando come prima cosa la mitica scena di Non ci resta che piangere in cui Massimo Troisi provava a fare colpo su una giovanissima Amanda Sandrelli cantando, a modo suo, la canzone composta da Paul McCartney. Perchè in quel "na na na na na... faraway" lontano 25 anni si racchiude in fondo l'essenza di tutto il film diretto oggi da Danny Boyle. Non stiamo dicendo che si tratti di un plagio né tantomeno di un omaggio, ma solo che per una volta ci avevamo pensato prima "noi". E quindi diamo a Troisi quel che è di Troisi, anche perché quella mitica battuta costò alla produzione un occhio della testa: 70 milioni di lire dell'epoca.
Noccioline rispetto ai 10 milioni di dollari pagati dai produttori di questo Yesterday: si sa, le canzoni dei Beatles costano care ma ne può bastare una per rendere indimenticabile una scena. In questo caso le canzoni ci sono praticamente tutte, anzi fanno praticamente la pellicola già a partire dalla premessa; è facile immaginare quindi che il film parta con bel vantaggio, e che per i fan della band di Liverpool sia assolutamente imprescindibile. Anche perché per i beatlesiani, e ancor di più i lennoniani, della primissima ora ad attenderli a fine film c'è una twist a sorpresa davvero niente male.
Una premessa fantastica, una trama e uno sviluppo da commedia romantica
La storia raccontata da Yesterday, per chi ancora non lo sapesse, è quella di un giovane musicista sfiduciato e squattrinato di nome Jack Malik e interpretato da Himesh Patel, ex attore di soap ora lanciato verso il grande cinema d'autore, come il prossimo progetto di Christopher Nolan. Il ragazzo finisce in coma a causa di un incidente, e al risveglio si scopre, con sua grande sorpresa, in un mondo in cui i Beatles non sono mai esistiti. E lo scopre, ovviamente, per puro caso, quando nel battezzare una nuova chitarra ricevuta in regalo inizia ad intonare Yesterday: bastano poche strofe e gli amici presenti incominciano a piangere di gioia e commozione, esattamente la reazione che ci si aspetterebbe dall'ascoltare per la prima volta nella vita quella che è universalmente riconosciuta come una delle più belle canzoni di tutti i tempi.
Beatles e cinema: la parabola dei Fab Four sul grande schermo
Ora, diciamoci la verità: se fossimo dei musicisti con tanti insuccessi e dispiacere alle spalle, con improvvisamente a disposizione un repertorio vastissimo di capolavori e sicuri successi commerciali, che cosa faremmo al posto del buon Jack? Esatto, proveremmo a diventare la più grande rockstar del mondo! Ed è esattamente quello che si propone di fare il protagonista del film, puntando dritto alla carriera che ha sempre sognato, cercando però di mettere da parte i sensi di colpa che prova soprattutto nei confronti di Ellie (Lily James), da sempre migliore amica, manager e prima (e all'epoca unica) fan della sua musica. È qui che la premessa originale e fantasiosa si trasforma in una romcom piuttosto convenzionale, non troppo diversa da quello cui lo sceneggiatore e produttore Richard Curtis ci ha già tante volte abituato.
Anche per lui, però, i tempi di Quattro matrimoni e un funerale o Notting Hill e Love Actually - L'amore davvero sono lontani, e la freschezza di una volta è possibile ritrovarla solo nella premessa di cui sopra. Tutto il resto del film sembra affossarsi pian piano in trovate facilmente prevedibili, sottotrame (tipo quella dei misteriosi individui del "sottomarino giallo") mal sviluppate e soprattutto in un banalissimo sottotesto di critica all'industry musicale. Lo stesso che abbiamo già visto e sentito in mille occasioni e film diversi e che qui di nuovo può offrire solo una interpretazione da "stronza" di una Kate McKinnon divertente e divertita.
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Tu chiedi chi erano i Beatles, Ed Sheeran ti risponderà...
Ma, come già detto, il cuore del film sono le musiche e le canzoni dei Beatles e da questo punto di vista Yesterday è un film unico nel suo riuscire a a farcele sentire davvero come se fosse la prima volta. Quante volte abbiamo fantasticato con i nostri pensieri e abbiamo provato ad immaginare come devono essersi sentiti i fortunati che hanno avuto il privilegio di assistere, per primi, ad un film epocale, o vedere un quadro che avrebbe fatto la storia o, appunto, ascoltare una canzone che sarebbe entrata nei cuori del mondo intero? Il film di Danny Boyle riesce a regalarci questa sensazione magica in più di un'occasione, e ci lascia intuire che quello che si sprigiona dalla musica dei Fab Four non è solo arte, ma puro amore. i tratta forse del regalo e del messaggio più bello che si possa chiedere ad un film del genere.
I Beatlesiani doc, poi, non potranno fare a meno che sorridere ed emozionarsi davanti ad alcune citazioni più o meno dirette ai loro album e alle loro canzoni preferite, nonché per la presenza di moltissime location storiche del gruppo (l'orfanotrofio di Strawberry Fields o la tomba di Eleonor Rigby). Non sappiamo invece quanto sarà realmente apprezzato il cameo a sorpresa di Robert Carlyle nei panni di... non ve lo diciamo: è una scelta bizzarra ma sorprendente che sicuramente dividerà, ma di certo tra le cose più coraggiose tentate dal film di Boyle.
Chi invece ha un ruolo importante e ben pubblicizzato è il cantautore Ed Sheeran nei panni di se stesso, o meglio in una versione alternativa in cui fa prima da mentore e poi quasi da rivale al protagonista. Sicuramente un'aggiunta divertente che potrà contribuire in modo importante a portare in sala anche le nuovissime generazioni e far conoscere loro (ancora meglio) quel patrimonio dell'umanità che sono i Beatles. Ammesso che davvero esista qualcuno che non li conosce, perché, si sa, certe cose assurde succedono solo al cinema.
Conclusioni
Ci piacerebbe chiudere questa recensione di Yesterday urlando All You Need Is Love, ma la verità è che a volte l'aspetto romantico può essere d'intralcio e questo film ne è un esempio piuttosto evidente. La sceneggiatura di Richard Curtis è, a tratti, molto ispirata ma nella seconda parte risulta troppo sbilanciata, anche perché per nulla aiutata dalla regia di un Danny Boyle non particolarmente ispirato. Tutta la parte musicale del film, però, funziona, soprattutto grazie alle meravigliose canzoni dei Beatles e ad una serie di omaggi che trasudano passione e amore per la musica del gruppo.
Perché ci piace
- Le canzoni dei Beatles sono fenomenali sempre e comunque e riascoltarle come fosse "la prima volta" è un'emozione. In più tutti gli omaggi ai Fab Four che faranno felicissimi i fan.
- Himesh Patel se la cava benissimo sia a recitare che a cantare, e ha un volto da cinema niente affatto male.
- La sceneggiatura di Richard Curtis parte da un'idea semplice e geniale ed ha alcune trovate davvero buone...
Cosa non va
- ... ma finisce col perdersi nella seconda metà e soprattutto è piuttosto banale nell'aspetto romantico e nella parte di critica all'industria discografica.
- L'apporto di un regista come Danny Boyle dietro la macchina da presa si sente a malapena.