Non è un caso che sia uno dei film meno chiacchierati nella carriera di Arnold Schwarzenegger, soprattutto per il fatto che in realtà non ne fosse lui il reale protagonista. A dispetto di un titolo italiano che sposta il centro dell'attenzione sul guerriero interpretato dal possente attore austriaco, Yado è infatti incentrato sulla figura di Red Sonja, eroina dei fumetti ispirata proprio al personaggio creato da Robert E. Howard. Sì, proprio colui al quale dobbiamo le leggendarie imprese di quel Conan il barbaro che al cinema ha avuto proprio come alter-ego lo stesso Schwarzy. Un corto circuito che non si ferma qui, giacché la storia è ambientata nel medesimo universo e dietro la macchina da presa di Yado troviamo Richard Fleischer, che soltanto poco tempo prima aveva diretto Conan - ll distruttore (1984), secondo episodio del dittico dedicato. Cogliamo l'occasione della trasmissione televisiva - il film va in onda in prima serata su Mediaset Italia 2 - per riscoprire la pellicola, insieme ad altre quattro meno conosciuto nella carriera di Arnold Schwarzenegger, sia prima che dopo la carriera politica.
1. Il gigante della strada (1976)
Dopo il debutto con il riscoperto Ercole a New York sei anni prima, ambientato nel mondo del culturismo, e un cammeo non accreditato nel semimale Marlowe di Robert Altman, ovvero Il lungo addio (1973), Arnold Schwarzenegger ottiene un inaspettato riconoscimento dalla critica e vince addirittura un Golden Globe come miglior attore esordiente per questo film diretto da Bob Rafelson, adattamento di un racconto dell'ex giocatore di basket Charles Gaines. Qui Schwarzy veste un ruolo secondario, quello di Joe Santo, proprietario di una palestra dove si pratica body-building. Il principale protagonista è il personaggio interpretato da Jeff Bridges, giovane impresario impegnato in un progetto di ristrutturazione che intende comprare la palestra per poi rivenderla, ma rimane affascinato da quel mondo incentrato sulla cultura del fisico e trova anche l'amore. Un film che sembra privo di una vera e propria struttura, parzialmente episodico nei suoi eccessi ma ricco di una sua personalità e meritevole di riscoperta.
2. Jack del cactus (1979)
In quanti sapevano che Arnold aveva condiviso il set con una vera e propria leggenda della Settima Arte come Kirk Douglas? Siamo sul finire degli anni Settanta quando il nostro viene scelto come co-star di questo strampalato western dagli istinti comici e parodistici, nei panni di Bello Straniero, un personaggio il cui nome è già tutto un programma. Questi si trova a scortare, in compagnia dell'affascinante Carina, un'ingente somma di denaro di proprietà di un certo Parody Jones, il quale ha un debito con un losco banchiere. Banchiere che assolda il navigato pistolero Cactus Jack (Douglas) per mettere le mani sul bottino. Ha così luogo un lungo inseguimento che sembra una sorta di continuo gioco del gatto col topo che ricorda non poco le (dis)avventure animate di Willy il Coyote e Beep Beep, in una serie di gag che spingono sempre di più l'acceleratore sull'impossibile. Un film ideale per una serata all'insegna del più puro disimpegno.
3. Yado (1985)
Arriviamo ora al film per il quale è stato scritto quest'articolo, ovvero il già annunciato Yado. La storia è una classica avventura sword & sorcery, nella quale Sonja è in cerca di vendetta nei confronti della crudele e tirannica regina Gerdren, intenzionata a costruire il suo regno su sangue e macerie. La sovrana si è macchiata di orribili massacri per entrare in possesso di una mistica reliquia che le concede un immenso potere e che ha la peculiarità di poter essere controllata esclusivamente da donne. Sonja stessa ha delle abilità sovrumane donatele da una dea e unisce le sue forze con un principe bambino, il servo di questi e il potente guerriero Kalidor, alias Yado. La sexy Brigitte Nielsen è la protagonista e sul set nacque la passione tra lei e Schwarzenegger, che vissero una fugace relazione nonostante lui fosse già impegnato. Uno dei pochi motivi di curiosità di un fantasy altrimenti canonico, divertente ma spesso fine a se stesso e raramente eccellente nelle pur numerose scene d'azione.
4. Aftermath - La vendetta (2017)
Già nel sottovalutato Contagious - Epidemia mortale (2015), zombie-movie in salsa intimista, aveva già dato prova di doti drammatiche inedite e con questo Aftermath - La vendetta è di nuovo alle prese con un personaggio tormentato. Schwarzy veste qui infatti i panni di un operaio che deve fare i conti con la morte della moglie e della figlia - che aspettava un bambino - scomparse in un drammatico incidente aereo. Due velivoli infatti si sono scontrati in una sera di luglio e il principale responsabile venne rintracciato in un controllore di volo: il bilancio fu di ben settantaquattro vittime. Qui il protagonista si mette sulle tracce del suddetto sospettato, con l'intenzione di fargliela pagare. Un revenge-movie che si prende i suoi tempi, lontano dalle dinamiche di genere ma concentrato sulle psicologie dei due protagonisti: ispirato a una storia vera, un film che non fa sconti e che a dispetto di una parziale lentezza ci mostra un Arnold Schwarzenegger intenso al punto giusto.
5. Killing Gunther (2017)
Chiudiamo con un film davvero poco conosciuto anche dai più grandi fan di The Governator, che qui si mette in gioco in un ruolo molto autoironico. Il nostro interpreta infatti il Gunther del titolo, conosciuto come il più grande sicario di tutti i tempi. Una fama la sua che rischia di mettere in ombra alcuni dei suoi più giovani colleghi, i quali decidono di organizzarsi per eliminarlo. Peccato che la presunta preda sia in realtà già a conoscenza delle loro prossime mosse e si trasformi ben presto nel predatore. Tra il penultimo e ultimo Terminator, i più discussi della saga, Arnold ha tempo di prendersi bonariamente in giro in un mockumentary senza esclusione di colpi. Come si può già intuire dal trailer, che presenta con tanto di scritte in sovrimpressione i vari personaggi coinvolti, Killing Gunther è l'ennesima operazione fuori dai canoni classici di una star che ha sempre saputo reinventarsi, giocando spesso bonariamente con la propria immagine.