Con l'uscita di X-Men: Dark Phoenix si chiude un'era per il franchise Marvel della 20th Century Fox: è infatti l'ultimo episodio del filone principale della saga, prima del reboot targato Marvel Studios che arriverà nei prossimi anni. Per chiudere in bellezza, il produttore, sceneggiatore e ora anche regista Simon Kinberg ha deciso di portare sullo schermo la Saga di Fenice Nera, celeberrima storyline che egli stesso aveva già in parte scritto per il cinema più di dieci anni fa (l'evoluzione negativa di Jean Grey fu una trama secondaria in X-Men: Conflitto finale). Tra epiche battaglie e drammi più intimi, questo dodicesimo episodio della saga è, come sempre, ricco di dettagli nascosti che alludono ai fumetti, ai film precedenti o altro ancora. Ecco alcune curiosità su X-Men: Dark Phoenix. N.B. L'articolo contiene spoiler .
1. Anni importanti
Il film inizia nel 1975, quando una giovanissima Jean causa un incidente automobilistico con i suoi poteri telecinetici. Al di là di ovvi criteri di logica interna legati all'età dei personaggi, la scelta degli anni non è casuale, poiché è quando Chris Claremont divenne lo sceneggiatore del mensile degli X-Men, incarico che durò fino al 1991. Un omaggio inevitabile, dato che Claremont è considerato l'autore definitivo dei mutanti: la sua gestione iniziò con l'ingresso nel team di personaggi amatissimi come Tempesta, Colosso, Nightcrawler e soprattutto Wolverine; fu lui a rendere Magneto un superstite della Shoah; e fu lui, ovviamente, a scrivere la Saga di Fenice Nera, nonché la storia immediatamente successiva, da cui è tratto X-Men: Giorni di un futuro passato. Non è casuale neanche la scelta del 1992 come anno in cui si svolge il resto del lungometraggio: è quando andò in onda per la prima volta la serie animata dei mutanti, che contiene anche il primo adattamento per lo schermo della storyline di Fenice Nera.
2. Dazzler, un cameo musicale
I poteri aumentati di Jean si manifestano per la prima volta mentre lei e gli altri studenti sono nel bosco a fare festa. L'intrattenimento musicale è a cura di una mutante, non chiamata per nome nel film stesso, che trasforma le vibrazioni sonore in raggi di luce ed energia. Si tratta di Alison Blaire alias Dazzler, introdotta nei fumetti proprio durante la Saga (aiutò gli X-Men contro il Club Infernale). Il personaggio doveva già apparire nel precedente X-Men: Apocalisse, ma la sua scena fu tagliata. Il fatto che esordisca solo ora sul grande schermo è abbastanza curioso se si conosce la sua vera genesi nel contesto della produzione Marvel: Dazzler doveva infatti essere la protagonista di un progetto multimediale, inizialmente animato e poi live-action, realizzato dalla Casa delle Idee in collaborazione con Casablanca Records, che avrebbe dato il ruolo della cantante con superpoteri a una delle sue artiste sotto contratto.
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3. L'isola dei mutanti
Come nel film precedente, in X-Men: Dark Phoenix ritroviamo Magneto che cerca di vivere in pace, lontano da tutto e tutti, solo che questa volta è circondato dai propri simili, su un'isola che è stata riconosciuta come luogo d'accoglienza per i mutanti. Nel film non viene precisato, ma si tratta di Genosha, luogo creato da Claremont per affrontare il tema dell'apartheid (infatti nei fumetti l'isola si trova in territorio africano, vicino a Madagascar), e di cui Magneto assunse il comando dopo aver convinto le Nazioni Unite a concedere ai mutanti una vera e propria nazione dove poter vivere serenamente. Almeno fino al 2000-2001 quando, in seguito alla scoperta di una cura per il virus Legacy (un morbo letale per i mutanti), il signore del magnetismo cercò di conquistare il mondo con un esercito di Accoliti, salvo poi essere sconfitto dagli X-Men (e costretto su una sedia a rotelle grazie a Wolverine).
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4. Bryan Singer, produttore non pervenuto
Ironia della sorte, entrambi i film del filone principale del franchise che adattano la storyline di Fenice Nera sono gli unici due a non avere alcuna partecipazione artistica o produttiva di Bryan Singer, che lanciò la saga nel 2000. Nel caso di X-Men: Conflitto Finale la Fox scelse di realizzare il film senza di lui per una questione di date di uscita (dato che la major continuava a rimandare il progetto, Singer aveva già accettato di girare Superman Returns per la Warner Bros.); questa volta invece il cineasta era inizialmente annunciato come produttore, ma il suo nome (e il logo della sua casa di produzione Bad Hat Harry) è stato rimosso dai credits in seguito alla doppia controversia della fine del suo rapporto professionale con la Fox durante le riprese di Bohemian Rhapsody e delle accuse di violenza sessuale ritornate a galla con il movimento #MeToo.
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5. Vuk, da un universo all'altro
Durante la fase promozionale Jessica Chastain ha più volte affermato che il suo personaggio, Vuk, non ha un corrispettivo diretto nei fumetti. In realtà si tratta di uno storico avversario degli Avengers (dettaglio omesso dal film per ovvi motivi), divenuto poi nemico degli X-Men (nei fumetti Vuk è un uomo) in seguito alla distruzione del suo pianeta per mano di Fenice Nera. Non è l'unico legame (indiretto) con l'altro grande franchise basato sulle storie della Casa delle Idee, poiché Simon Kinberg - amico di vecchia data di Kevin Feige - ha inserito un omaggio, forse non interamente voluto, al Marvel Cinematic Universe: quando i nostri eroi vengono catturati e neutralizzati, questo avviene ad opera della Mutant Containment Unit, le cui iniziali sono scritte sulle uniformi dei soldati: MCU. Adesso che la Fox è ufficialmente proprietà della Disney, alcuni fan leggono tale dettaglio come preludio all'imminente reboot della saga.