Correva l'anno 1993, e un canale ancora modesto di nome Fox (all'epoca noto solo per I Simpson e Sposati... con figli) decise di scommettere sull'idea di uno sceneggiatore semisconosciuto, tale Chris Carter: un serial fantascientifico incentrato su due agenti dell'FBI, specializzati in casi legati al paranormale. Da quella premessa nacque X-Files, un vero e proprio fenomeno durato nove stagioni, fino al maggio del 2002 (ad influire sulla chiusura del programma ci fu anche l'attentato dell'11 settembre), con l'aggiunta di due lungometraggi per il cinema (uno nel 1998, tra la quinta e la sesta stagione, l'altro nel 2008), un sequel a fumetti, uno sfortunato spin-off ed infinite parodie, in primis l'apparizione di Mulder e Scully (con le voci dei rispettivi interpreti) proprio ne I Simpson.
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Ora due dei protagonisti più amati della televisione americana stanno per tornare (dal 24 Gennaio in patria, dal 26 anche in Italia su Fox), grazie alla moda attuale di resuscitare programmi defunti la cui popolarità è rimasta intatta. Mentre aspettiamo i nuovi episodi, ripercorriamo la storia dell'originale tramite qualche retroscena curioso...
1. Questioni mitologiche
Oggi la serie è molto famosa per la sua trama a lungo termine, chiamata "mitologia" da autori e fan, incentrata su un'invasione aliena e sul complotto governativo per tenerla nascosta. In realtà questo elemento narrativo non era previsto dall'inizio, ma fu aggiunto da Chris Carter solo perché questi temeva che una stagione intera a base di episodi autoconclusivi non fosse abbastanza per conquistare il pubblico. Per ammissione degli stessi sceneggiatori, praticamente tutta la mitologia fu inventata strada facendo, spesso per esigenze produttive (il rapimento di Scully nella seconda stagione, per esempio, fu motivato dalla gravidanza di Gillian Anderson), al punto che, arrivati alla sesta annata, furono costretti a ricorrere a misure drastiche - come l'eliminazione del Sindacato - per semplificare una trama orizzontale che anche i fan della prima ora stavano iniziando a trovare troppo complicata.
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2. L'ascesa del cattivo
A proposito di mitologia, uno dei suoi rappresentati più significativi e memorabili è il personaggio noto in inglese come Cigarette-Smoking Man, o CSM (in Italia, l'uomo che fuma o il Fumatore). La sua evoluzione in quanto villain principale della serie fu completamente casuale: l'attore William B. Davis era stato assunto come una semplice comparsa per il pilot, e fu solo verso la fine della prima stagione che Chris Carter si rese conto di avere a disposizione un interprete di talento (Davis è noto in Canada come insegnante di recitazione), regalandogli materiale degno delle sue capacità a partire dalla seconda annata. Quanto alle famose sigarette che CSM consuma in continuazione, Davis - ex-tabagista nella vita - passò a prodotti erbali quando si rese conto di avere un lavoro (quasi) a tempo pieno nei panni del personaggio.
3. Problemi di casting
Oggi è impensabile immaginare un'altra attrice al posto di Gillian Anderson nei panni di Dana Scully, eppure la Fox fu a favore proprio di quell'idea (gli executives volevano una presenza più tradizionalmente attraente, convinti che Mulder e Scully fossero destinati a divenire una coppia nel giro di pochi episodi) e fu solo grazie all'insistenza di Chris Carter che la Anderson poté dimostrare di cosa fosse capace. Nessun problema invece per David Duchovny (salvo il fatto che Carter la prima volta lo trovò "poco intelligente"), anche se inizialmente lo stesso attore, che cercava di transitare verso il grande schermo, esitò ad accettare un ruolo televisivo. Per fortuna, sua e nostra, cambiò idea, anche su consiglio del suo agente: "Se accetti questa parte, non avrai mai più bisogno di lavorare in vita tua."
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4. Sovrapposizioni di impegni
Le riprese di X-Files - Il film, ambientato tra la quinta e la sesta stagione, crearono non pochi problemi per Carter e i suoi collaboratori: da un lato, fu necessario pianificare tutta la quinta annata in anticipo, dato che sarebbe stata girata dopo il film; inoltre, poiché Duchovny ed Anderson erano ancora richiesti sul set per riprese supplementari, si dovettero creare episodi "fuori formato" dove Mulder e Scully appaiono poco o per nulla. Da questo nacque una puntata di culto come Insoliti sospetti, un prequel che racconta la genesi del trio noto come Lone Gunmen.
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5. Dai boschi al deserto
È abbastanza facile notare la differenza estetica fra le prime cinque stagioni e le ultime quattro, per via delle location usate: dal 1993 al 1998, infatti, la serie fu girata a Vancouver, in Canada, luogo prediletto da molte produzioni di genere per via delle ambientazioni suggestive (nonché la somiglianza con New York, città dove è notoriamente costoso girare film e serie). Venivano quindi privilegiati casi notturni, spesso nei boschi. Le ultime quattro annate furono invece realizzate a Los Angeles, principalmente per accontentare David Duchovny che non voleva passare troppo tempo lontano dalla moglie Téa Leoni. Ed ecco che improvvisamente si iniziò ad indagare molto di più in città o nel deserto (e sempre in pieno giorno), almeno fino al 2002, quando la serie originale chiuse i battenti. Per il revival si è deciso di tornare in Canada.
6. Un nome onnipresente
Chi seguiva la serie originale avrà sicuramente notato l'importanza del nome proprio William, condiviso da tre membri della famiglia di Mulder: il patriarca William detto Bill, lo stesso Fox (William è il suo secondo nome), e il figlio di quest'ultimo. E la cosa non si limita al mondo della finzione, anche se in questo caso è soprattutto una fortunata coincidenza: William è anche il secondo nome di David Duchovny, mentre il padre biologico di Mulder è CSM, interpretato da tale William B. Davis...
7. Camei autoironici
Stando a David Duchovny, le sue prime scelte per i ruoli degli attori chiamati ad interpretare Mulder e Scully nel finto film di cui parla l'episodio Hollywood A.D., da lui scritto e diretto, furono Richard Gere (al quale Duchovny veniva spesso paragonato ad inizio carriera) e Jodie Foster (la cui performance ne Il silenzio degli innocenti fu l'ispirazione principale per Scully). Per questioni di budget fu costretto ad essere più frugale, e i due sostituti furono una scelta alquanto azzeccata: l'allora signora Duchovny, ossia Téa Leoni, e l'attore comico Garry Shandling, il cui personaggio in The Larry Sanders Show era rimasto più volte "vittima" di avances omoerotiche da parte di Duchovny (nei panni di "se stesso"). Per ripicca, in questo episodio Shandling dimostra un interesse quasi morboso nei confronti di Mulder...
8. Partecipanti di lusso
Nel corso degli anni, X-Files riuscì ad avvalersi del contributo di qualche nome di un certo peso, soprattutto in sede di scrittura: William Gibson, celebre autore di fantascienza cyberpunk, firmò due episodi incentrati su tematiche a lui care, mentre a Stephen King fu commissionato il copione di Chinga, che parla di una bambola posseduta. In realtà, stando sia allo stesso King che al regista Kim Manners, l'episodio in questione fu quasi interamente riscritto da Chris Carter, e del "Re del brivido" rimane ben poco al di là dell'idea di base. Va invece messo nella categoria "occasione mancata" il nome di Quentin Tarantino, che avrebbe dovuto dirigere un episodio della quarta stagione ma dovette rinunciare in quanto non iscritto al Directors' Guild of America...
9. Piattaforma di lancio
È particolarmente divertente rivisitare X-Files oggi alla luce del numero di persone, nel reparto sceneggiatori, che hanno continuato a mietere successi altrove dopo l'esperienza alla corte di Chris Carter, a cominciare da Frank Spotnitz, sostanzialmente co-autore della mitologia della serie (e co-sceneggiatore dei film) e ora showrunner dell'acclamato The Man in the High Castle, dal romanzo di Philip K. Dick. Al duo Glen Morgan - James Wong dobbiamo invece la seconda stagione di Millennium e il primo Final Destination, mentre Howard Gordon è passato prima a 24 e poi a Homeland. Ma il caso più fortunato è senz'altro quello di Vince Gilligan, il padre di Breaking Bad. Tra l'altro fu proprio grazie a X-Files che egli riuscì a convincere la AMC a scritturare Bryan Cranston nel ruolo di Walter White, poiché questi aveva incontrato Mulder e Scully in un episodio scritto da Gilligan...
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10. Omaggio "scatologico"
Nel 1996, poco dopo la conclusione della terza annata di X-Files, uscì nei cinema americani Independence Day, anch'esso una produzione della Fox. Nel film viene brevemente menzionata la serie, di cui due personaggi sono grandi fan. Un omaggio che purtroppo non andò giù a Chris Carter, il quale proprio non sopportava Independence Day e si "vendicò" nel migliore/peggiore dei modi, con una sequenza del primo X-Files cinematografico: Mulder, dopo aver bevuto troppo, in assenza di un bagno libero fa i suoi bisogni sul poster di un film. Sì, proprio quel film...