Winnie the Pooh – Sangue e miele, la recensione: l'apogeo del weird movie, ma senza cognizione di causa

La recensione di Winnie the Pooh - Sangue e miele: la differenza tra cult e scult? Tutta nell'horror di Rhys Frake-Waterfield, che rivede i teneri personaggi di A. A. Milne come se fossero umanoidi sadici e mostruosi. In streaming su Prime Video.

Winnie the Pooh – Sangue e miele, la recensione: l'apogeo del weird movie, ma senza cognizione di causa

Lo ammettiamo, l'incipit del film ci aveva decisamente convinto. Una manciata di minuti, e la storia ideata da A. A. Milne e E. H. Shepard completamente stravolta in chiave dark. È un momento che resta impresso, a suo modo geniale nella totale rivisitazione. Non vorremo svelare troppo riguardo l'inizio perché, va da sé, è la parte più interessante del discusso Winnie the Pooh - Sangue e miele, scritto e diretto da Rhys Frake-Waterfield (all'esordio) e arrivato in Italia in streaming su Prime Video. Ora, dissipando la curiosità produttiva, bisogna dire in apertura di recensione che l'operazione è stata possibile solo dopo che sono scaduti i diritti sul personaggio da parte di Disney. Una suggestione che il regista inglese ha sfruttato in chiave orrorifica.

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Winnie the Pooh: sangue e miele, una scena del film

Fa effettivamente presa immaginare la dolcezza di Winnie e dei suoi amici in versione horror, a metà tra Non aprite quella porta e Le colline hanno gli occhi (chiarissimi riferimenti). Tutto estremamente esagerato, tutto posticcio, tutto assurdo. Un b-movie dichiarato, con l'intenzione di suscitare negli spettatori una sgradevole sensazione: vedere il tenero orsetto ghiotto di miele, assetato di sangue. Questo è uno spunto mica male, e anzi farebbe ben sperare, se non fosse che Winnie the Pooh - Sangue e miele si ferma all'incipit, senza andare troppo avanti. O meglio, è come se Rhys Frake-Waterfield, folgorato da un'idea geniale, si compiacesse talmente tanto da non badare più al resto del film. Ed è un peccato sostanziale.

Winnie the Pooh - Sangue e miele, la trama: il massacro del Bosco dei 100 Acri

Dicevamo, lo spunto e il soggetto che accende Winnie the Pooh: Sangue e Miele è di quelli affascinanti. La storia inizia in versione animata: alcuni schizzi ci fanno conoscere Christopher Robin che, nel Bosco dei 100 Acri, incontra "creature antropomorfe". Niente tenerezza, ma tratti stilizzati, quasi da incubo. Ora, per non rovinarvi troppo la sorpresa, vi diremmo che a seguito di un sacrificio sconvolgente (sì, molto sconvolgente) le "creature antropomorfe" sviluppano un odio profondo verso gli esseri umani. Di conseguenza, anche verso Christopher Robin (interpretato da Nikolai Leon).

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Winnie the Pooh: sangue e miele, una scena del film: Pimpi e Winnie all'attacco

Lo stesso Christopher che ritroviamo anni dopo, intento a cercare gli amici lasciati nel posto. Peccato che Winnie e Pimpi (mutato in un cinghiale che grugnisce) siano diventanti umanoidi schizzati, tormentati, accecati dalla violenza (e gli altri? Tranquilli, sono nel sequel opzionato Winnie-the-Pooh - Tutto sangue e niente miele). Uccidono chiunque gli si palesi davanti, o che si aggiri bel Bosco dei 100 Acri che, da luogo incantato, diventa teatro di orrori indicibili. Non capiamo bene il motivo, ma la vicenda di Christopher finisce per incrociarsi con un gruppo di studentesse che affittano una casa nel bosco. Chiaramente, quando Pooh e Pimpi si imbattono nelle ragazze, scatta l'annunciata e sadica mattanza. Tutto qui? Più o meno, sì.

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Lacrime di miele

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Winnie the Pooh: sangue e miele, una scena del film: la mattanza ha inizio

Curioso lo spunto, e sarebbe efficace anche il concetto di trauma esplorato da Rhys Frake-Waterfield: Winnie the Pooh diventa un mostro perché è stato abbandonato da Christopher Robin, mentre le malcapitate ragazze si ritrovano a condividere un incubo involontariamente legato al trauma di una di loro (vittima di uno stalker). Il resto, però, prosegue in maniera indecisa: lo score di Andrew Scott Bell è pressoché incessante e ridondante, i mezzi produttivi sono limitati (ma potrebbe non essere una scusante valida, ormai), e l'ammiccamento generale a una società votata all'apparenza e ai social sembra incredibilmente superata nella sua sovraesposizione in prodotti del genere. Insomma, Rhys Frake-Waterfield con Winnie the Pooh - Sangue miele ce la mette tutta, e noi di conseguenza, affrontando un horror che non fa paura piuttosto incute un certo disgusto legato ad un turbamento, diciamo, emotivo.

Senza dubbio, una versione slasher e folle di Winnie the Pooh non l'avremmo mai immaginata, e non l'avremmo mai immaginata tanto spregiudicata nel cercare fortemente un nauseante splatter che sconfina, a volte, nel gore. In fondo, il metro con cui Rhys Frake-Waterfield porta avanti la storia è subito chiaro: esagerare il più possibile con i tratti weird. Peccato, che un maggiore equilibrio - sì, anche gli splatter hanno bisogno di equilibrio, o almeno hanno bisogno di una certa sostanza - avrebbe reso Winnie the Pooh - Sangue e miele un piccolo grande cult di genere. Così, è solo cieca violenza che si sostituisce, senza cognizione di causa, alla tenerezza. E la lacrima di miele, che scende sulla guanciotta di Winnie, ne è la disarmante e turbante dimostrazione.

Conclusioni

L'idea, come detto, era fortissima. Rivedere Winnie Pooh in chiave splatter, una volta decaduto il copyright della Disney. Peccato però che il film di Rhys Frake-Waterfield non sia all'altezza dello spunto, bloccandosi in un racconto molto poco ispirato. Ecco, potremmo dire che Winnie the Pooh – Sangue e miele enfatizza i lati più weird possibili, ma finisce irrimediabilmente nell'insieme dei dimenticabili scult movies. Peccato.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • L'incipit.
  • L'idea...

Cosa non va

  • … che si blocca in un poco memorabile horror.
  • Il doppiaggio italiano (vedetelo in originale).
  • Poco budget non vuol dire poco gusto.
  • Se non volete turbare l'idea che avete di Winnie, non guardate il film!