I bambini ci guardano. E anche gli adolescenti. Solo dallo sguardo puro di quello che deve essere stato un adolescente attento al mondo che lo circonda come Paul Dano poteva venir fuori un adattamento così sentito come Wildlife. Per il suo esordio alla regia, Dano ha scelto il romanzo di un autore introspettivo come Richard Ford. La sfida era tradurre in immagini le corpose descrizioni e i dialoghi di Incendi e il neoregista ci è riuscito con l'aiuto della compagna di vita e collega Zoe Kazan, co-autrice dello script. In Wildlife la cronaca della dissoluzione del matrimonio tra Jerry e Jeanette Brinson è filtrata attraverso lo sguardo di Joe, sensibile quattordicenne testimone, suo malgrado, della crisi coniugale dei genitori. Il tutto avviene sullo sfondo del Montana degli anni '50 divorato da incendi.
L'occhio attento di Paul Dano si concentra sui suoi personaggi di cui descrive debolezze, carenze e passi falsi senza mai giudicarli. Jake Gyllenhaal è un marito e padre fragile, velleitario, incapace di conservare un impiego, intimamente insoddisfatto. Nel ruolo della moglie, Carey Mulligan sembra la più solida tra i due, il vero collante della famiglia, ma dopo la scelta del marito di accettare un impiego sottopagato per andare a spegnere gli incendi sarà proprio lei a provocare la disgregazione del nucleo familiare. Dano, attore tra i più talentuosi della sua generazione, ha un occhio di riguardo per i colleghi guidandoli nella costruzione dei loro personaggi. Nel ruolo di Jeanette, Carey Mulligan offre una delle sue migliori performance di sempre con un personaggio complesso, sfaccettato, che nasconde le ferite della vita dietro rossetto e messa in piega, mentre Jake Gyllehall dà corpo all'insofferente marito con particolare sensibilità. A interpretare Joe è l'adolescente all'australiano Ed Oxenbould, già visto in The Visit di M. Night Shyamalan.
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Un cast in stato di grazia
Period movie raffinato, Wildlife vede Paul Dano impegnato nella ricostruzione di un'epoca attraverso pochi significativi tratti. L'azione si svolge a Great Falls, cittadina del Montana evocata nel suo quotidiano, la casa modesta in cui vivono i Brinson, il golf club da cui Jerry viene licenziato, la piscina, la stazione dei bus. La regia è asciutta, essenziale. Lo sguardo del Paul Dano regista sembra già formato, attento a dosare con sapienza movimenti di macchina e campi totali in modo da rendere preziosamente evocativa ogni variazione. Dano dimostra una maturità nel dipingere la crisi incombente dei genitori di Joe correlandola all'ambiente che li circonda. Così il Montana solitario, selvaggio e privo di prospettive diventa lo specchio del logorio interno che corrode il matrimonio tra Jerry e Jeanette fino a culminare nella sequenza dell'incendio che divora tutto (e tutti) davanti agli occhi del giovane Joe.
Anche se il regista affida a Joe il ruolo di narratore interno al racconto - suo è il punto di vista attraverso cui la storia viene narrata - in Wildlife è forte l'attenzione alla figura femminile. Merito del contributo di Zoe Kazan. Di fronte alla crisi del passivo-aggressivo Jerry e alla sua scelta di lasciare la famiglia per combattere gli incendi, reali ma anche quelli che logorano la sua mente, la moglie Jeanette dapprima sprofonda nella depressione. L'unico modo per risollevarsene sarà ritrovare quella donna sensuale e ribelle che aveva fatto innamorare Jerry e che ancora giace da qualche parte sotto i riccioli e gli abiti da perfetta casalinga anni '50. Carey Mulligan si approccia alla sua Jeanette con misura, ma è abile nel lasciar intravedere il fuoco che cova sotto la cenere in alcune magistrali sequenze in cui conferma ancora una volta il suo grande talento.
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Un ritratto di famiglia dal respiro universale
Oltre a essere un film profondamente intimo, Wildlife è un acuto affresco della provincia americana dipinta con pochi, ma significativi tocchi. Paul Dano lavora per sottrazione soffermandosi sui dettagli rivelatori della mentalità dell'epoca contro cui si devono scontrare le ambizioni di Jerry e la voglia di indipendenza di Jeanette. Non vi sono proclami né messaggi morali insiti in una pellicola che è un'acuta indagine sulla natura umana. Lo sguardo del regista aderisce a quello di Joe, adolescente docile, taciturno, che per lo più assiste alle intemperanze dei genitori senza intervenire. Non per nulla il lavoro part time che il ragazzo trova è in uno studio fotografico in cui si immortalano i momenti significativi della vita degli abitanti di Great Falls. La fotografia, come il cinema, nelle mani sapienti di Paul Dano diventa lo strumento principe per immortalare l'emozione di un istante, per descrivere quelle sensazioni e sentimenti che ci connotano come esseri umani in un film che parla di noi.
Movieplayer.it
3.5/5