Tempo, spazio, mondi. Con questi concetti in mente entriamo in punta di piedi nella recensione dei primi episodi di What if...? e ci prepariamo a riflettere su tutto ciò che comporta per il Marvel Cinematic Universe. Se Loki ci aveva lasciati con la struttura stessa dell'universo cinematografico della Casa delle Idee totalmente stravolta, la nuova serie che inizia il cammino su Disney+ dall'11 agosto 2021 compie un ulteriore passo sulla strada che porterà ai prossimi progetti che vedremo nei prossimi mesi, da qui alla prossima primavera e al sequel di Doctor Strange. La nuova serie antologica animata creata da A.C. Bradley e diretta da Bryan Andrews si basa sull'omonimo ciclo di fumetti Marvel Comics ed essenzialmente su un'unica semplice domanda.
E se...?
Quante volte lo abbiamo detto o pensato nella vita? Quante volte ci siamo interrogati sul cammino che avrebbe preso la nostra vita se avessimo fatto una scelta diversa in un momento fondamentale della nostra esistenza? Se lo chiedono anche i Marvel Studios in What if...?, usando questa semplice quanto potente domanda per dar vita a una serie di episodi che ci mostrano altrettanti mondi in cui le cose sono andate diversamente dalla storia che ci è stata già raccontata dal 2008 in avanti, da Iron Man a oggi. Storie che ci vengono illustrate dalla voce narrante de L'Osservatore doppiato da Jeffrey Wright (Paolo Marchese in italiano) e che, di episodio in episodio, propongono versioni alternative di personaggi e momenti chiave dell'universo cinematografico che il mondo ha imparato ad amare, sulle quali vi diremo molto poco per non rovinarvi l'effetto sorpresa.
Marvel's What If...?, Sebastian Stan e il divertente video dietro le quinte, in sala di doppiaggio
Ribaltare la storia, sulla Terra così come nello spazio
Si parte da Cap, che d'altra parte è il primo vendicatore, e ci si interroga su cosa sarebbe successo se Peggy Carter non fosse stata al suo posto nella sua cabina durante la somministrazione del siero del supersoldato a Steve Rogers. Sarebbe potuta essere lei al posto del Cap che ci ha accompagnati fino a Endgame, affrontando le difficoltà e le diffidenze dei militari per una supersoldatessa? Allo stesso modo il secondo episodio ci porta sul versante cosmico dell'universo Marvel in compagnia dei personaggi che animato quella porzione di storia, da Yondu a Nebula e lo stesso Titano Pazzo, Thanos, per seguire il cammino stellare di uno Star-Lord diverso da quello a cui siamo stati abituati.
Per il terzo passo di questo spiazzante capitolo ci si chiede invece cosa sarebbe successo se l'operazione orchestrata da Nick Fury per mettere insieme gli Avengers non fosse andata come ben sappiamo, se qualcuno si fosse messo di mezzo per rovinare i piani dello S.H.I.E.L.D., con tanto di sana tensione nel trattare la misteriosa figura dietro il boicottaggio e le sue motivazioni. Tre spunti molto interessanti per le prime settimane di questo percorso che ci accompagnerà per nove settimane (con una seconda già annunciata di altrettanti episodi), nel corso del quale ne vedremo delle belle a giudicare da quanto si vede nei filmati promozionali.
La forza degli spunti, la ricchezza degli sviluppi
C'è tanto in ognuno degli episodi che abbiamo visto, che non si limitano a veicolare lo spunto legato al What if...? di turno, tanto che si ha persino la sensazione che le storie narrate siano fin troppo articolate per i trenta minuti di durata di ogni episodio. Le singole deviazioni dalla storia principale sono sfruttate con intelligenza per mettere i personaggi che conosciamo di fronte a scelte, situazioni e dilemmi diversi da quelli che li abbiamo già visti affrontare ed è suggestivo e potente vederli emergere in modi diversi da quelli a cui eravamo abituati, diversi ma coerenti con se stessi. L'ennesima conferma di una solidità strutturale che sostiene l'universo gestito da Kevin Feige, che resta in piedi e conquista anche quando vengono cambiate alcune delle sue solide fondamenta e rimescolate le linee narrative.
Pensiamo al ruolo di Steve Rogers nel primo episodio o a come si riesca a scherzare su snodi dalla portata cataclismatica o su tratti caratteristici che fanno parte della mitologia del mondo che è stato costruito mattone dopo mattone. Un lavoro reso più agevole dal ritorno di gran parte delle voci originali dei film Marvel nei rispettivi ruoli storici, per un cast di doppiatori da far tremare i polsi a tutta la concorrenza che si occupa di animazione, da Michael Rooker a Josh Brolin, fino ad arrivare al compianto Chadwick Boseman, che è riuscito a registrare la sua partecipazione prima di lasciarsi.
What If...?: Chadwick Boseman comparirà in diversi episodi della serie Marvel
Un'animazione sontuosa
Né si può trascurare l'aspetto tecnico quando si parla di una serie animata e What if...? dimostra un comparto visivo sontuoso. Con il suo stile in cel-shading, la serie Marvel riesce a proporre un look di stampo realistico ma originale, che riproduce l'aspetto visivo delle controparti live-action con una propria personalità ben definita. Non si ha mai la sensazione di disegni che cerchino di scimmiottare quanto fatto dagli attori dell'Universo Cinematografico Marvel, ma di un'ispirazione concreta e non vincolante, che ha lasciato libertà d'azione agli animatori dello studio nel riproporre la propria versione dei personaggi, guidati dalle voci del cast originale.
Un impatto visivo che è sostenuto da un'animazione fluida, che mette in scena con efficacia e potenza la ricchezza delle storie e varietà di situazioni, che non sfigura al cospetto delle controparti live-action che pur hanno potuto usufruire negli anni di budget di tutto rispetto. Insomma un successo su tutti i fronti per la quarta serie, la prima in animazione, del Marvel Cinematic Universe, che conferma di avere le idee chiare su come portare avanti la sua Fase 4 tra sala e streaming, giocando con se stessa e affrontando con arguzia e forza gli stravolgimenti che sono iniziati in Loki e ci aspettano anche nei prossimi titoli.
Conclusioni
Nel sintetizzare la nostra recensione dei primi episodi di What if…? possiamo ribadire le buone sensazioni avute da quanto visto finora, sia sul piano narrativo, con spunti interessanti sviluppati attingendo a quanto già si conosce dai film dell’Universo Cinematografico Marvel per stravolgerne i presupposti, sia da quello tecnico, con un comparto grafico e d’animazione di primissimo piano e un look in cel-shading che si ben si adatta ai personaggi e le situazioni. Impagabile valore aggiunto il cast di doppiatori, con il ritorno dei grandi nomi dei film Marvel a dar voce ai rispettivi personaggi, tra cui il compianto Chadwick Boseman.
Perché ci piace
- Lo spunto, intrigante e sviluppato con arguzia, per proporre gli eroi Marvel in veste diversa da quella conosciuta.
- Il comparto tecnico, di primissimo livello, che con il suo stile in cel-shading ben si adatta alle diverse declinazione dell’Universo Marvel.
- Il cast vocale, che farebbe invidia a qualunque progetto animato, con il ritorno di grandi nomi dell’MCU.
- L’emozione di sentire, ancora e per l’ultima volta, la voce di Chadwick Boseman per il suo T’Challa.
Cosa non va
- Si nota a tratti una certa fretta nel raccontare la storia del singolo episodio, fin troppo densa per i 30 minuti di durata.