"Dedicato al nostro amico, la nostra ispirazione, e il nostro eroe Chadwick Boseman". Iniziano così i titoli di coda del secondo episodio di What If...?, la serie animata della Marvel che esplora scenari alternativi all'interno delle cornici narrative dei film delle prime tre Fasi del Marvel Cinematic Universe. Una scritta che riconosce l'enorme contributo al franchise da parte di Boseman, che è stato T'Challa/Black Panther sul grande schermo in ben quattro film prima della sua inattesa morte la scorsa estate, a soli 43 anni. Non è l'addio definitivo, poiché gli autori della serie hanno confermato che altre varianti di T'Challa appariranno in tre episodi, sempre con la voce di Boseman, ma l'episodio è a suo modo la summa di ciò che l'attore e la sua performance significavano e significano tuttora per il pubblico. N.B. L'articolo contiene spoiler per l'episodio.
Una presenza indimenticabile
Classe 1976, Chadwick Boseman ha iniziato a affermarsi come attore nel 2013, a 36 anni, grazie al film biografico 42 dove interpreta Jackie Robinson. L'anno dopo è arrivato Get on Up, nei panni di James Brown, e proprio durante il tour promozionale di quel film - per l'esattezza durante la festa d'apertura del Festival di Zurigo, dove il biopic di Brown era il film inaugurale - c'è stata la telefonata che lo ha trasformato in un supereroe.
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E così, a quasi 40 anni, Boseman si è ritrovato a diventare l'idolo di un'intera generazione in Captain America: Civil War, per poi arrivare alla consacrazione definitiva con Black Panther, pellicola epocale per una fetta non indifferente di pubblico in quanto primo blockbuster statunitense ad avere un cast principale quasi interamente afroamericano. L'impatto del film si fa sentire subito: il saluto "Wakanda Forever" diventa un fenomeno globale, e gli spettatori impazziscono - in senso positivo - sia per l'uso di Wakanda in Avengers: Infinity War che per la sequenza dei portali in Avengers: Endgame, dove T'Challa è il primo eroe caduto a riemergere per combattere al fianco di Steve Rogers.
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Per questi motivi è stato scioccante l'annuncio, lo scorso 28 agosto, della scomparsa dell'attore, stroncato da un tumore al colon che aveva tenuto nascosto praticamente a tutti per alcuni anni (la diagnosi risaliva al 2016). Le reazioni non si sono fatte attendere, principalmente da parte di colleghi e amici del Marvel Cinematic Universe, a cominciare dal produttore Kevin Feige: "Ogni volta che arrivava sul set trasudava carisma e gioia, e ogni volta che appariva sullo schermo creava qualcosa di davvero indelebile." Diversi gli omaggi a Boseman in casa Marvel: oltre alla decisione di non far apparire T'Challa in Black Panther: Wakanda Forever (perché sarebbe ancora troppo presto per un recasting a questo punto), la versione del primo film disponibile su Disney+ è stata ritoccata il 29 novembre 2020, giorno del quarantaquattresimo compleanno dell'attore, con un nuovo logo dei Marvel Studios contenente solo scene in cui è presente Boseman, sulla falsariga di quanto fatto con Stan Lee all'inizio di Captain Marvel.
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Un eroe cosmico
In tal senso, il secondo episodio di Marvel's What If...? è l'omaggio perfetto alla personalità di Boseman e T'Challa insieme: partendo da una premessa già simpatica di suo ("E se T'Challa fosse diventato Star-Lord?", nel senso che Yondu e i Ravagers hanno rapito il bambino sbagliato), la storia non è solo un gradevole esempio di universo parallelo con dettagli diversi (la chicca: Ego che contatta Peter Quill nel presente, sulla Terra), ma un vero e proprio inno alle qualità umane di T'Challa, un leader saggio e benevolo che impara dagli errori dei suoi avi per rendere il mondo un posto migliore. Lo vediamo nella esilarante caratterizzazione di Thanos, che su consiglio di Star-Lord ha rinunciato ai suoi piani originali (nullificando di fatto l'intera Infinity Saga) ed è diventato uno dei Ravagers, ora dediti ad attività più o meno oneste, e lo vediamo nel toccante finale, dove T'Challa torna a casa e dà il via a un'alleanza tra Wakanda e le fazioni cosmiche del MCU. E sebbene solo in forma animata, si percepisce la gioia della performance di Boseman, che era molto legato al ruolo di Black Panther perché consapevole del suo impatto culturale e, stando agli autori, fu tra i primi attori del franchise a dire di sì per prestare la voce, senza esitazione alcuna. Non poteva esserci saluto migliore per uno dei volti che hanno ridefinito il blockbuster americano. Wakanda Forever!