Westworld 4, la recensione del settimo episodio: Un nuovo mondo

La nostra recensione del settimo episodio di Westworld 4 (4x07), in cui i nodi vengono al pettine e ci si prepara per la battaglia finale. L'anticamera del finale di stagione regala svariate emozioni e nuove sconcertanti rivelazioni.

Civilization is just a lie that we telt ouservels to justify our real purpose, that is distruction

Siamo quasi alla resa dei conti nella nostra recensione del settimo episodio di Westworld 4, l'8 agosto su Sky Atlantic e NOW. I nodi vengono al pettine e ci si prepara per la battaglia finale, e soprattutto tutte le storyline finora aperte dagli autori arrivano a congiungersi, e da passi a due divengono una storia corale. L'anticamera del finale di stagione ci regala non poche emozioni e nuove sconcertanti rivelazioni.

Passo a due

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Westworld 4: Tessa Thompson e Aaron Paul in una scena del settimo episodio

I personaggi si muovono in dei passi a due, sempre a coppie, lo yin e lo yang di questa storia iper-futuristica ma tornata ad essere estremamente umana. Da un lato abbiamo le copie/cloni di Charlotte (Tessa Thompson) e William (Ed Harris), uniti dalla volontà comune di vendicarsi del genere umano per ciò che ha fatto agli androidi, ma quest'ultimo ha delle perplessità - date dall'umanità che lo caratterizza in fondo e dal mettere in discussione la propria realtà - ed è tempo di venire a reclamarle. Dall'altro abbiamo Bernard (Jeffrey Wright) e Maeve (Thandiwe Newton), pronti a chiudere i conti a distanza di anni (non dimentichiamo la linea temporale diversa di Bernard rivelata). Da una parte ci sono Christina (Evan Rachel Wood) e Teddy (James Marsden), (ri)uniti più che mai e con la prima che decide di dare piena fiducia al secondo, facendosi raccontare chi siano loro veramente, dall'altra Caleb (Aaron Paul) e Frankie adulta (Aurora Perrineau) che stanno per ritrovarsi ad anni di distanza, chiudendo quella parabola de "La costante" lostiana così intensa, poetica e ricca di emozioni aperta nello scorso episodio. Ma in fondo ricca di emozioni è l'intera puntata, che va a ricongiungere le tante storyline aperte durante la stagione. Tutti si ritrovano al Parco - Host City in modo appagante per lo spettatore, che vede ricongiungersi i vari personaggi sparsi finora e ognuno con una propria "missione". La tensione narrativa ed emotiva cresce, fino a una sorprendente rivelazione sul personaggio di Cristina.

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A New World

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Westworld 4: Tessa Thompson in una scena del settimo episodio

Un mondo nuovo è quello che va delineandosi dopo il processo messo in atto da Charlotte, ma ciò di cui non si è resa conto è il piano di Bernard, che come al solito ha visto tutti i futuri possibili ed è sempre più sibillino nel non dire ciò che sa: lui e Maeve non vogliono salvare il mondo iper-futuristico attuale ma lasciare un briciolo di esso come speranza per un mondo nuovo, migliore. Una filosofia che ricorda il mondo nuovo dei coloni rispetto ai nativi, e a cui si rifà la citazione di William ad inizio recensione: per ricostruire bisogna distruggere, fare tabula rasa, per un mondo migliore (Thanos dove sei?). Continuano le scenografie minimaliste delle scorse puntate. Altrettanto importante è la musica in questo penultimo episodio: non solo il motivo della sigla riproposto e rimaneggiato come già era successo in passato, in una scena estremamente poetica e suggestiva con Cristina nella vasca sott'acqua, che non muore e ricorda, quasi fosse nella macchina di creazione degli androidi. Ma anche e soprattutto il brano scelto per chiudere l'episodio, estremamente evocativo, con il William-copia vestito come l'Uomo in Nero delle prime stagioni, pronto a riprendersi ciò che è suo e soprattutto ad omaggiare ancora una volta le origini dello show: in sottofondo la canzone di David Bowie "The man who sold the world" perfettamente specchio di quanto sta accadendo e della responsabilità del personaggio in quanto ha fatto Hale.

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Questione di umanità

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Westworld 4: Evan Rachel Wood e James Marsden in una scena del settimo episodio

Il miglior sci-fi è sempre quello che si mescola all'umanità dei personaggi, che agiscono mossi non da un freddo calcolo scientifico-matematico ma da sentimenti ed emozioni che non riescono a spiegarsi. È proprio l'umanità che muove al momento Maeve, Caleb, Frankie, Cristina finalmente consapevole, perfino il William che grazie alla sua parte di umanità vuole creare qualcosa di meglio. L'umanità rappresenta in fondo le fondamenta di questa stagione come di tutta Westworld stessa, l'elemento che ci permette di aprire finalmente gli occhi e vedere il mondo in modo diverso. Cristina ora capisce di poter controllare tutto e tutti, di essere la scrittrice primaria del suo mondo, pronta ad affrontare la verità su se stessa anche se sarà dolorosa. È anche l'episodio dei ricongiungimenti emotivi: lei e Teddy, Caleb e Frankie. Una serie di plot twist ed epiloghi inaspettati aspettano quindi i personaggi per un episodio labirintico proprio come il simbolo alla base dello show e che aveva caratterizzato la prima stagione.

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Conclusioni

Nodi al pettine e umanità sono le parole chiave della nostra recensione del settimo episodio di Westworld 4, che prepara tutto per la battaglia finale e per un mondo nuovo che sia residuo di quello “vecchio”. Le storyline dei personaggi, sempre accoppiati a due, si ricongiungono finalmente a Host City e nuove verità vengono svelate in vista del finale di stagione. Una puntata importante tanto quanto di passaggio.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • I “passi a due” dei personaggi che si ricongiungono.
  • La resa dei conti a Host City che porta a qualcosa di nuovo per il finale.
  • Le reunion emotive di Cristina/Teddy e Frankie/Caleb.

Cosa non va

  • La scarsa importanza di Stubbs, anche se voluta dagli spettatori come “specchio” dell’onniscienza di Bernard.
  • Forse un po’ troppi plot twist presenti nell’episodio, ma rappresentativi della natura labirintica dello show.