Con l'episodio precedente, The Riddle of the Sphinx, la seconda stagione di Westworld era entrata nel vivo dei suoi temi e delle sue suggestioni più complesse e sbalorditive. Con questo Akane No Mai torna al fianco delle due figure femminili principali per un'ora densa di sorprese e di azione, ma non per questo la scrittura si fa meno densa e affascinante: il nostro ritorno al fianco di Dolores e Maeve, le due condottiere degli host, due creature potenti quanto sono diverse l'una dall'altra, che forse sono in rotta di collisione, è decisamente affascinante, e non soltanto per il tanto atteso cambiamento di scenario nella storyline di Maeve.
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Akane no Mai ci racconta cose essenziali di come le due leader si rapportano ai propri accoliti, gli altri host, e gli umani che si trovano sulla loro strada. Ma prima ci porta brevemente, e con una scelta brillante in fatto di struttura narrativa, avanti nel tempo, nella timeline più avanzata, in cui Bernard è alle prese con il capo della operazioni di soccorso Karl Strand e con un segreto esplosivo che è intenzionato a proteggere. Il recupero dei corpi degli host trovati sulla spiaggia ha portato a una scoperta inquietante: un terzo di essi sono provi di dati, la loro memoria digitale è inesistente, ma non come se fosse stata cancellata la loro identità per inserire una nuova programmazione: sono "vergini", nuovi di zecca, come se non avessero mai alloggiato dati. A che cosa prelude questo nuovo mistero lo possiamo forse intuire da quanto avviene nel corso dell'episodio tra Teddy (uno degli host trovati sulla spiaggia) e Dolores. La sua adorata Dolores.
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La gentilezza in guerra
Dolores Abernathy/ Wyatt, proiettata verso l'imminente battaglia contro le "forze nemiche" in procinto di giungere a Westworld per sedare la sua rivolta, non ha smesso di riflettere sulla natura dei propri sentimenti, della propria umanità. Il suo legame con quello che, nella storyline in cui si è mossa come una marionetta per decenni, era un padre gentile e affettuoso non si è spezzato: farà l'impossibile per strapparlo a Charlotte Hale. E Teddy, il suo cavaliere senza macchia, morto migliaia di volte per difenderla? Quell'idillio migliaia di volte spezzato dalle gioie violente degli ospiti di Westworld sembra essere sopravvissuto al risveglio di Dolores, che aveva immaginato un nuovo mondo futuro con al centro lei e Teddy Flood. Ma, dopo averlo visto risparmiare i confederados di Craddock che lei gli aveva ordinato di giustiziare in Virtù e Fortuna, Dolores ha dubbi di altra natura.
Teddy è un uomo troppo tenero per la guerra che sta arrivando, e quindi per Dolores rappresenta una debolezza. Lo mette alla prova per l'ultima volta, lo saluta consumando quell'amore per anni inscenato e divenuto autentico, e poi dà l'ordine di spazzare via tutto ci sia mai stato di lui, i ricordi, l'affetto per lei, il coraggio un po' ingenuo, la gentilezza che lo ha perduto. La sua anima, insomma. Se sia per trasformarlo in uno degli obbedienti soldati della sua orda non ci è dato di saperlo, ma quel che è certo è che il Teddy che abbiamo conosciuto difficilmente riemergerà dall'oblio e lo sguardo di dolore e terrore di James Marsden sembra confermarlo; ed è certo anche che Dolores non solo non ha alcuno scrupolo nell'usare gli altri host come carne da cannone, ma è capace anche di annientare chi ama se lo ritiene in qualche modo un ostacolo alla sua causa.
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Attraverso lo specchio
Speculare alla storyline di Dolores, leader estremista senza pietà, c'è quella di Maeve, leader empatica, capace di rispettare la libertà altrui e la "umanità" degli altri host. Ma la visita a Shogun World ha molto altro da raccontare: un mondo scenograficamente magnifico, ancora più violento di quello di Westworld, immerso nel medioevo nipponico, ma anche un mondo che attesta la superficialità e la scarsa professionalità dello "sceneggiatore" Lee Sizemore. Lui si schermisce invitandoci a provare noi stessi a inventare nuove narrative su base settimanale: ma la sua pigrizia e la sua inerzia creativa sono indifendibili.
Le dinamiche, i personaggi e persino alcune scene che si svolgono a Shogun World sono identiche a quelle di Sweetwater, al punto di riportarci alle primissime battute dello show. Ma adesso c'è tutto un altro livello di lettura e di esperienza, oltre che una buona dose di ironia, con Armistice che guarda affascinata il suo clone, che ha tatuato sul viso e sul corpo un drago, laddove lei ha un serpente, e la sufficienza di Hector nei confronti del Ronin che sembra fargli il verso.
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Ma soprattutto ci sono Maeve e Akane. La bellissima geisha Akane è il corrispettivo della madame del Mariposa e, come lei, è una madre; nel suo rapporto con la giovane e famosa danzatrice Sakura, il cui rapimento da parte di un inquietante e malfunzionante shogun è al centro di questo segmento dell'episodio, Maeve rivede il suo cornestone, la sua maternità, l'amore che l'ha resa umana, e forse più che umana. E Akane, in possesso di una storia e di una programmazione quasi identica, può percorrere la stessa strada verso Maeve, verso un grande potere e verso una leadership più umana e consapevole di quella della sanguinaria Dolores. Non prima di aver inflitto allo shogun una decapitazione spettacolare ed efferata.
Rinko Kikuchi nel ruolo di Akane fornisce una prova degna della grazia e della bravura della sua controparte Thandie Newton. Alle linee distese e magnifiche del suo volto sottende un dramma vibrante e una rabbia feroce, e quando si produce in quella danza ipnotica ed elegante intuiamo subito come andrà a finere. Non è uno shock, quel gesto mortifero, è giustizia, è catarsi a lungo preparata. La stessa che ha portato Maeve a trovare "la sua nuova voce", che non vediamo l'ora di ascoltare di nuovo. Per un attimo abbiamo pensato che potesse dire "Dracarys".
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4.0/5