Nel diciannovesimo secolo il giovane Charles, sopravvissuto quando era soltanto un bambino al massacro compiuto da un licantropo e nel quale è morta la sua famiglia, ha deciso di mettersi al servizio della povera gente agendo come cacciatore di lupi mannari, un mestiere "ereditato" dal nonno.
Come vi raccontiamo nella recensione di Werewolf - La bestia è tornata, Charles ha formato una banda che si muove di villaggio in villaggio alla ricerca di incarichi e avvistamenti di creature, proponendo poi patti vantaggiosi per entrambe le parti ai cittadini impauriti da quest'oscura minaccia che si scatena nelle notti di luna piena. Giunti nei pressi di una piccola comunità, Charles e i suoi compagni si trovano a indagare sulla scia di sangue che un licantropo sta seminando da tempo e finiscono per imbattersi nel giovane Daniel, assistente del dottore locale, che sembra nascondere un segreto nel suo passato. E nel frattempo anche una banda rivale è intenzionata a incassare la lauta taglia sulla testa del mostro...
Denti smussati
Look alla Van Helsing, con cappottone d'ordinanza e capello in testa a rimembrare quanto indossato dalla versione di Hugh Jackman nell'omonimo film di Stephen Sommers. In questo caso la caccia è esclusivamente ai licantropi, pur con una piccola sorpresa nella resa dei conti finale, e a vestire i panni del carismatico protagonista tutto d'un pezzo è Ed Quinn, attore e modello americano conosciuto soprattutto dagli appassionati del piccolo schermo. Fin da subito l'impressione di assistere ad un involontaria caricatura low-budget di prototipi ben più riusciti è palese e con il procedere dei minuti aumenta sempre di più, soprattutto quando i mediocri effetti speciali prendono il sopravvento nelle scene d'azione, con i mannari e le relative trasformazioni realizzati con una computer grafica di pessima qualità.
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Pura serie b
D'altronde Werewolf - La bestia è tornata non nasconde la sua anima da puro b-movie usa e getta, destinato esclusivamente ad un pubblico di appassionati. Molto meglio però aveva fatto una saga coeva, quella di Licantropia/Ginger Snaps, che a inizio millennio pur con finanze ridotte era riuscita a creare la giusta atmosfera e a ridare linfa e dignità alle relative creature. In quest'occasione invece si respirano sussulti più tendenti al trash, come ulteriormente sottolineato da eccessi splatter gratuiti in diversi passaggi. Allo stesso modo la storia non trova mai un proprio equilibrio, restando costantemente indecisa se buttare tutto in caciara oppure mantenere un minimo di serietà, rimanendo così in un limbo che non è né carne né pesce: il divertimento è sempre trattenuto e la storia paga diverse ingenuità.
Una storia priva di credibilità
Proprio nella sceneggiatura è possibile riscontrare numerose lacune, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi e nella gestione dei rapporti tra questi, con rivelazioni più o meno inaspettate e colpi di scena che fino all'ultimo cercano di ribaltare le carte sull'identità dell'effettivo villain dietro alla serie di macabri omicidi che sta sconvolgendo il villaggio al centro del racconto. Werewolf - La bestia è tornata può almeno contare su un'ambientazione suggestiva data dalle foreste della Romania, con diversi passaggi girati nell'evocativo castello di Bethlen, e su una guest star del calibro di Stephen Rea in uno dei ruoli principali, ma per il resto l'ora e mezzo di visione si rivela povera e sconclusionata, incapace di rinvigorire lo spesso bistrattato sottofilone dei licantropi.
Conclusioni
Un cacciatore di licantropi e la sua compagnia giungono nei pressi di un villaggio dove un lupo mannaro ha scatenato la propria furia e nelle notti di luna piena uccide vittime innocenti senza alcuna pietà. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Werewolf - La bestia è tornata, ci troviamo davanti ad un action/horror appartenente all'ampia categoria di quei b-movie straight to video senza troppe ambizioni e ben presto si fa palese la scarsità di mezzi produttivi, con effetti speciali di bassa qualità e una sceneggiatura che vive di continue forzature nel maldestro tentativo di tenere alta l'attenzione dello spettatore. Il suggestivo contesto paesaggistico poco può per nascondere le pecche di una messa in scena approssimativa.
Perché ci piace
- Le foreste e i castelli della Romania sono uno sfondo suggestivo.
Cosa non va
- Una sceneggiatura improbabile e forzata.
- Effetti speciali e dinamiche action di qualità mediocre.