Robert Rodriguez, padre di cinque figli, ha sempre detto di voler fare film che anche la sua prole potesse godersi. Così, nel 2001, ha dato il via a una saga molto fortunata, quella di Spy Kids, che al momento conta quattro capitoli. Al genere "ragazzi dai grandi poteri" appartiene anche Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D e ora, giusto in tempo per Natale, arriva su Netflix We Can Be Heroes, sequel di quel film del 2005.
In We Can Be Heroes Sharkboy e Lavagirl sono ormai adulti e hanno avuto anche una figlia, che possiede i poteri di entrambi. Come loro, anche altri supereroi hanno avuto dei bambini, come Marcus Moreno (Pedro Pascal), padre della super intelligente Missy (YaYa Gosselin). Quando lui e tutti gli altri eroi della Terra vengono sconfitti e rapiti da una misteriosa stirpe aliena, tocca ai loro figli salvare il mondo.
Abbiamo parlato delfilm Netflix proprio con il regista Robert Rodriguez*, che spera di poter trasformare We Can Be Heroes in un franchise, proprio come ha già fatto con Spy Kids.
La video intervista a Robert Rodriguez
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We Can Be Heroes: l'arte come superpotere
In questo film una dei piccoli eroi ha come superpotere la sua voce: secondo te l'arte può essere un superpotere?
Certo: l'arte è un superpotere. Ci credo fermamente. Quando i bambini si approcciano all'arte capisci che è qualcosa di magico: qualcosa ti attraversa e a volte può anche predire il futuro. Molte volte mi è successo di aver disegnato cose che poi si sono avverate. È come se le avessi viste. Percepisci qualcosa quando crei. Essere un artista ti fa vivere in un mondo magico: è per questo che gli artisti amano essere artisti. C'è qualcosa di magico. Ho preso questa idea che per me è molto vera, non so se la scienza lo conferma, che l'arte sia magica: i bambini si avvicinano perché vogliono i superpoteri. E scoprono che possiede davvero dei poteri mistici! Mia figlia più grande disegna sempre sul suo iPad, fa dei disegni incredibili: immagina personaggi e situazioni. Canta anche in continuazione per casa e nel film c'è un'altra ragazza che canta, usa la sua voce come superpotere: ho pensato a mia figlia creando questi personaggi. Penso che piacerà anche ai bambini: diranno anche io canto sempre, potrebbe essere il mio superpotere! L'arte è un superpotere: è un'ottima osservazione.
We Can Be Heroes e l'importanza di essere bravi genitori
In questo film c'è molta speranza nelle nuove generazioni: si dice che la generazione successiva è sempre più evoluta. Il problema sono gli adulti. Secondo te quindi cosa ci rende buoni genitori?
Un bravo genitore capisce che non sa tutto: ho cinque figli, l'ho imparato. Bisogna ascoltare le loro idee e guidarli il più possibile. Non bisogna essere opprimenti, ma dei mentori: amici, confidenti, coach. I buoni insegnanti ti dicono che imparano più loro dagli studenti che non il contrario. Bisogna voler imparare da loro, perché ti parlano delle loro idee. Questo rapporto è una parte importante del film e, se riusciremo a farne altri, anche dei successivi. È vero: essendo uno di dieci figli e padre di cinque ragazzi voglio mettere in questi film parte di ciò che ho imparato. E magari essere d'aiuto ad altri genitori. Mostrare che si può essere complici con i propri figli, non solo genitori.