La sezione Un Certain Regard a Cannes 2022 è capace di regalarci film di inaspettato valore e spessore, che in certi casi non avrebbero sfigurato tra quelli nel Concorso principale (un esempio di quest'anno è Corsage di Marie Kreutzer). Come vedremo in questa recensione di War Pony, il debutto alla regia dell'attrice Riley Keough e di Gina Gammell è un film che colpisce lo spettatore con il suo ritratto onesto e senza filtri delle comunità che vivono nelle riserve di nativi americani.
A primo impatto torna alla mente il poetico The Rider di Chloé Zhao, ma questo War Pony è capace di trovare una sua dimensione raccontando il percorso di crescita di due personaggi, un giovane adulto e un preadolescente. Entrambi nati e cresciuti in una riserva indiana si ritrovano a scontrarsi con le difficoltà della vita e - pur se figurativamente "bastonati" dal mondo a più riprese - riescono a mantenere una certa purezza e innocenza, capace di renderli personaggi a loro modo affascinanti e di scatenare un gran senso di tenerezza nello spettatore.
Matho e Bill
Matho (LaDainian Crazy Thunder) è un dodicenne che vive con un padre tossicodipendente e inaffidabile nella riserva di Pine Ridge in South Dakota. Un giorno, dopo aver rubato qualche dose dalla sua scorta di metanfetamine per venderle e guadagnarci qualcosa, il bambino viene cacciato di casa ed è costretto a trasferirsi da una lontana parente. Anche lei spaccia droghe di professione e Matho si ritrova a lavorare per lei e a vendere ai ragazzi della riserva.
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Contemporaneamente conosciamo anche Bill (Jojo Bapteise Whiting), che a nemmeno vent'anni è già padre di due bambini con due madri diverse, e si barcamena nella vita di tutti i giorni con lavoretti saltuari. Riuscendo faticosamente a racimolare la somma necessaria per comprare un cane di razza, decide di farlo accoppiare per venderne poi i cuccioli, e guadagnare così una grossa somma. Allo stesso tempo viene assunto da un ricco allevatore locale, che intende impiegarlo come autista per portare avanti e indietro dalla riserva le sue giovani amanti.
Passato e presente
Il ritratto che Riley Keough e Gina Gammell fanno della vita nelle riserve indiana è al tempo stesso toccante, delicato, ma anche crudo e impressionante. Ai momenti di grande tenerezza tra Matho e gli amici o tra Bill e il suo nuovo cane - Beast - e i suoi due figli, ne seguono altri di grande violenza e degrado, altri in cui si percepiscono in maniera evidente le discriminazioni che i nativi americani subiscono ancora oggi da parte della popolazione bianca statunitense. Emblematico il rapporto - sbilanciato su più livelli - che si crea tra Bill ed il suo nuovo datore di lavoro ma anche con sua moglie, infelice e fintamente ingenua.
La storia, che segue parallelamente i due protagonisti, ci racconta un mondo in cui sopravvive il forte contrasto tra una modernità corrotta e contaminata e le radici culturali native, rappresentate da una serie di piccoli rituali quotidiani (ad esempio la piuma che Matho regala quando cambia casa) e da vere e proprie visioni. Sia il bambino che Bill, infatti, si imbattono più volte un enorme bisonte che si aggira per la comunità, simbolo di quel passato che non c'è più e che a fatica si cerca di riportare in vita.
Un debutto significativo che si appoggia sulle spalle di due giovani attori davvero convincenti. Ci ha colpito sopratutto il piccolo LaDainian Crazy Thunder per l'incredibile naturalezza con cui interpreta Matho, magnetico in qualunque momento entri in scena. Entrambi, comunque, sono capaci di dare vita ad una coppia di protagonisti mossi dal medesimo bisogno d'amore, schiacciati dalla vita ma comunque pronti a rialzarsi dopo ogni colpo.
Conclusioni
Come abbiamo visto in questa recensione di War Pony, il debutto alla regia di Riley Keough e Gina Gammell rappresenta con efficacia la vita all'interno delle riserve indiane, fatta di degrado e grandi difficoltà. Magnetici i due protagonisti, in particolare il piccolo LaDainian Crazy Thunder.