La prima serie dei Marvel Studios da mostrare al pubblico avrebbe dovuto essere Falcon and The Winter Soldier. Con un colpo di scena degno di Thanos, questo onore è invece toccato a WandaVision, disponibile dal 15 gennaio su Disney Plus con i primi due episodi, poi uno nuovo ogni venerdì per un totale di nove.
In WandaVision ritroviamo Wanda Maximoff e Visione, interpretati sempre da Elizabeth Olsen e Paul Bettany: intrappolati in una realtà in bianco e nero, che richiama quella delle sitcom americane, sembrano ignari di quanto accaduto in Avengers: Endgame. Soprattutto del fatto che Visione è stato ucciso proprio da Thanos. Quello che stanno vivendo dunque è reale o è tutto nella mente di Wanda?
WandaVision è come un puzzle: bisogna stare attenti a ogni dettaglio per capire cosa sta realmente accadendo. Lo ha detto anche lo stesso Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, che in questi giorni ha presentato alla stampa la serie insieme al cast, al regista Matt Shakman e all'ideatrice Jac Schaeffer: "In passato la Marvel ha avuto delle opere di successo in televisione, ma questa è la prima serie tv dei Marvel Studios: per la prima volta il cast che abbiamo tanto amato al cinema riprende i suoi personaggi anche in televisione. L'idea era di realizzare qualcosa che non fosse adatto a diventare un film: volevamo giocare con il formato e con il mezzo. Ci sono state molte riunioni per far capire cosa avevamo intenzione di fare: siamo seduti qui oggi grazie al lavoro di Jac e Matt. Siamo riusciti a trasformare un'idea bizzarra in una serie tv spettacolare. Abbiamo annunciato un sacco di altre cose che stanno per uscire, ma, visto come si sono messe le cose, sono molto felice che questo sia l'esordio del MCU su Disney Plus".
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Non è un caso se i Marvel Studios sono riusciti a costruire un franchise così amato e duraturo nel tempo: la guida sicura di Kevin Feige è la loro forza. L'unione delle forze con Disney Plus sembra un'alleanza destinata a fare grandi cose: "Disney Plus certamente ci ha permesso di espandere la nostra creatività" ha detto Feige in conferenza stampa, proseguendo: "La prima serie ad arrivare doveva essere Falcon and The Winter Soldier, seguita subito dopo da Wanda Vision. Quindi non è stato un grande cambiamento. Non sto dicendo che eravamo preparati a una pandemia globale, ma 13-15 anni di Marvel Studios hanno reso possibile riorganizzarsi. Gli imprevisti hanno sempre fatto bene a Marvel Studios: anche in questo caso è così. Sono felice che WandaVision sia la nostra prima serie perché è davvero coraggiosa. Amo il fatto che sia così diversa e che si possa vedere soltanto su Disney Plus. Esattamente come i nostri film si possono vedere soltanto al cinema".
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Il rilascio settimanale, che in epoca di binge watching fa tanto discutere, per il presidente dei Marvel Studios è la scelta più sensata: "Quello che la Disney ha fatto con The Mandalorian ci ha ispirato, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia usata. Vogliamo che la gente capisca che i progetti che finiranno su Disney plus sono importanti esattamente come i prodotti pensati per il cinema. Oggi le serie tv vengono rilasciate tutte insieme, ma la strategia della Disney di un appuntamento settimanale credo sia molto intelligente: ciò che succede tra un episodio e l'altro, ovvero la conversazione che si ha in quella settimana di pausa, penso sia molto importante".
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WandaVision: Elizabeth Olsen e Paul Bettany sono di nuovo una coppia
Ritrovare Wanda e Visione in un contesto comico dopo le battaglie spettacolari della saga cinematografica è straniante. Anche per gli attori all'inizio è stato così, come ha confermato Elizabeth Olsen: "Girare con un pubblico dal vivo mi ha messo in difficoltà: è strano recitare davanti alla telecamera come se non ci fosse un pubblico, ma in realtà c'è. Sono stata felicissima quando rompavamo la quarta parete. Ho cercato di omaggiare Mary Tyler Moore ed Elizabeth Montgomery: nell'episodio dedicato agli anni '70 mi sono trasformata in Lucille Ball perché c'è tanta commedia fisica. I personaggi femminili cambiano moltissimo nel corso dei decenni, perché cambia molto ciò che la società si aspetta da loro. Nell'episodio ambientato negli anni '60 Wanda indossa i pantaloni e questo cambia il suo modo di muoversi nello spazio. Anche gli atteggiamenti e i modi di porsi cambiano nel corso dei decenni: abbiamo studiato dei libri di galateo. Credo che Wanda descriverebbe la serie come una sitcom per famiglie con protagoniste due persone che cercano di integrarsi e di non far scoprire che sono diverse".
D'accordo Paul Bettany: "Quando mi hanno dato il copione mi è sembrato così diverso dal personaggio che avevo già interpretato: ma poi ho capito che il suo personaggio è sempre stato in fase di trasformazione. È stato Jarvis, è stato in parte Ultron, è stato in parte Tony Stark, è un essere onnipotente ma è anche un po' ingenuo. Mi sono ispirato a Dick Van Dyke è un po' Hugh Laurie. È onesto, dignitoso e la ragione della sua esistenza è Wanda. Per integrarsi in questa comunità gli servono soltanto un sacco di parrucche. Nelle prime puntate c'è molta più commedia fisica e slapstick. Quando siamo arrivati agli anni '90 mi hanno fatto sembrare così ridicolo che non mi sono dovuto impegnare più di tanto per far ridere".
WandaVision: Kathryn Hahn e Teyonah Parris
A fare da spalle ai protagonisti ci sono due attrici i cui personaggi saranno fondamentali: Kathryn Hahn che interpreta Agnes, la vicina di casa impicciona (si tratta in realtà della moglie di Mephisto? È la strega Agatha Harkness?), mentre Teyonah Parris è Monica Rambeau, la figlia di Maria Rambeau, che avevamo visto bambina negli anni '80 nel film Captain Marvel. Kathryn Hahn descrive così Agnes: "Ho avuto una vicina simile al mio personaggio: si presentava in casa sempre nei momenti peggiori e si comportava come se dovessimo essere tutti felicissimi di vederla ogni volta. Non abbiamo semplicemente cercato di rievocare modi e costumi di ogni decennio, ma soprattutto modi e costumi idealizzati dalla televisione. Alla base di tutto c'è la struttura rassicurante delle sitcom. Non si trattava di fare una parodia, ma di ricreare ogni volta quell'atmosfera".
Teyonah Parris di Monica per ora invece può dire: "Abbiamo incontrato Monica in Captain Marvel, dove era una bambina: in WandaVision scopriamo chi è da adulta, scopriamo cosa le è successo in tutti questi anni. La vedremo presto anche in Captain Marvel 2, dove raggiungerà Carol Danvers e Mrs. Marvel".
WandaVision: gli spot vintage nascondono indizi
Ogni episodio di WandaVision omaggia un decennio: si parte con gli anni '50, per poi passare ai '60 e '70 e così via, per arrivare sicuramente fino ai '90. Ogni episodio presenta degli spot pubblicitari che, a un occhio attento, presentano indizi su cosa stia realmente accadendo. Kevin Feige li descrive così: "L'idea degli spot c'è venuta molto presto: sono dei momenti in cui comincia a trapelare la verità. Se non hai mai visto i precedenti film del Marvel Cinematic Universel sembrano semplicemente degli spot anni '50 e '60 molto strani e devi continuare a seguire la serie per capire. Se invece hai già visto i film allora cominci a unire i puntini e a capire che cosa vogliono dire".
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WandaVision e e le sitcom americane: parlano gli autori
L'ideatrice di WandaVision Jac Schaeffer ha spiegato perché ha pensato di dedicare una miniserie a questa coppia: "Wanda e Visione sono una coppia amatissimo dal pubblico perché la loro relazione è stata molto tragica, ma anche molto intima e profonda: all'interno del Marvel Cinematic Universe le loro scene insieme sembrano dei momenti intimi rubati. Non hanno avuto tanto minutaggio insieme sul grande schermo, ma quello che c'è stato è stato davvero significativo. In WandaVision invece è come se ci aprissero le porte di casa loro: li vediamo fare i piatti! Li vediamo nella quotidianità: cosa che non succede nei film dedicati ai supereroi. Siamo quindi passati dalla tragicità del Marvel Cinematic Universe alla dolcezza della quotidianità. Ma non vi ci abituate! Abbiamo lavorato molto sul modo di parlare: è stato quasi come realizzare un film in costume. Abbiamo ricercato parole e modi di dire che si usavano negli anni '50 e '60. Abbiamo giocato con i generi: dalle sitcom siamo passati anche ad aspetti più inquietanti, che si rifanno a serie come The Twilight Zone".
Ricostruire nel dettaglio epoche diverse non è stato facile. Lo conferma il regista Matt Shakman: "Volevamo essere i più autentici possibile: abbiamo curato moltissimo scenografie, costumi e fotografia. Abbiamo tutti visto una tonnellata di vecchie serie tv. E abbiamo visto quanto negli anni la commedia si sia evoluta: la comicità è molto diversa negli anni '50, '60 e '70. Il fatto di registrare in un teatro con del pubblico ci ha riportato proprio all'atmosfera di titoli come I love Lucy: c'è un'energia diversa. Anche il dialogue coach ha fatto un gran lavoro: abbiamo studiato molto come parlavano le persone negli anni '50. Ci siamo chiesti quale fosse la magia di quelle sitcom senza tempo. Con Kevin abbiamo avuto un pranzo incredibile con Dick Van Dyke, uno dei migliori pomeriggi della mia vita, e gli abbiamo chiesto quale fosse il segreto del Dick Van Dyke Show. E lui ci ha detto che se una cosa non poteva accadere nella vita reale allora nello show non avrebbe funzionato. Il segreto quindi è scrivere qualcosa che sia plausibile, con cui il pubblico possa identificarsi. Se riesci a scrivere qualcosa che rispecchia l'esperienza del pubblico a casa allora puoi fare di tutto: puoi essere buffo, puoi essere esagerato".