L'attore e regista Brady Corbet ha ben seminato a Venezia con la sua opera prima L'infanzia di un capo, conquistando il premio per la miglior regia nella sezione Orizzonti. Con la sua opera seconda, Vox Lux, Corbet conquista l'onore della competizione principale e lo fa con un film altrettanto ideologico, ma decisamente più pop del precedente. Protagonista di Vox Lux è Natalie Portman nei panni della pop star americana Celeste, un misto tra Madonna e Lady Gaga, ma con una spiccata tendenza autodistruttiva. Nel suo racconto per tappe, Brady Corbet svela l'origine del successo nella musica di Celeste, seguito a un attentato terroristico nella sua scuola che la vede gravemente ferita, ma viva. Da qui in poi è tutta un'escalation, supportata dalla paziente sorella maggiore (Stacy Martin) e dal manager calcolatore (Jude Law), che corre parallelo al declino della nazione.
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Ad accompagnare Brady Corbet è un tris di donne eccezionali composto da Natalie Portman, Stacy Martin e dalla talentuosa Raffey Cassidy, che interpreta Celeste da adolescente. Parlando della genesi di Vox Lux, Brady Corbet esordisce: "Sono un grande fan de 'L'uomo senza qualità' di Robert Musil, romanzo che parla di un personaggio che vive alla periferia di eventi molto importanti. ho adottato lo stesso tono sardonico del narratore adattandolo a un tema contemporaneo". Il regista prosegue: "Vox Lux e L'infanzia di un capo nascono dalla stessa matrice, in entrambi i film ho cercato di trovare il tono giusto per raccontare due ritratti storici, due individui educati dallo stesso tipo di fascismo. Vi sono assonanze strutturali e contengono momenti che definiscono un'era, nel primo caso era l'inizio del XX secolo, nel secondo l'inizio del XXI secolo."
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Natalie Portman vittima di un'epoca, leader di un'epoca
Nel ruolo della popstar Celeste, Natalie Portman si è messa alla prova interpretando un personaggio carico di rabbia, frustrazione, insicurezza, ambiguità, ma a quanto pare calarsi nei panni di una cantante di successo è stata "una fantasia che si realizza, fin da piccola sognavo di stare sul palco, ballare e cantare. Vox Lux non ha un messaggio stringente, è il ritratto di un personaggio immerso nella cultura pop tra spettacolo e violenza". Interviene Brady Corbet, il quale ci tiene a specificare che Celeste non è un "mostro", ma una vittima dell'epoca in cui vive: "Il dramma che ha vissuto le ha lasciato profondi segni, l personaggio soffre di PTSD, è al tempo stesso vittima di un'epoca e leader di un'epoca".
Parlando della differenza tra il mondo della musica e quello del cinema, Natalie Portman specifica che si tratta di due ecosistemi molto diversi: "Una postar passa un anno intero sul tour bus, la sorella di Celeste lavora con lei, il rapporto tra le sorelle si rovina proprio per via del mix tra amore e lavoro. Quando fai cinema è tutto diverso, finita l'esperienza sul set torni a casa". Quando si tratta di riflettere sugli insegnamenti appresi interpretando il ruolo di Celeste, però, la Portman ammette di non volersi paragonare mai ai personaggi che interpreta: "Quando sono sul set vivo la gioia di immergermi in una nuova esperienza, fare paragoni mi rende nervosa. In questo caso mi interessava indagare sulle conseguenze della violenza su un personaggio. Un unico atto di violenza può avere conseguenze cosmiche".
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Il trionfo della celluloide nel declino della società
L'atto terroristico che sta alla base della genesi della popstar Celeste ricorda molto da vicino il massacro della Columbine High School del 1999. Brady Corbet ammette: "Sono cresciuto in Colorado e la strage mi ha segnato profondamente, è successo tutto vicino a casa, ma non è questo ciò che mi interessava raccontare. Volevo fare una cronaca degli ultimi 20 anni di storia, dove sono accaduti molti eventi drammatici, trasfigurando il tutto attraverso la lente della fiaba e della poesia". Il regista motiva, inoltre, la dedica al compianto Jonathan Demme che campeggia a fine film: "Ho conosciuto Demme nei suoi ultimi anni di vita, ha cambiato la mia esistenza premiandomi qui a Venezia, si è occupato di me e di tanti giovani registi. So che avrebbe amato questo film perché gli piacevano molto i film musicali".
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Tocca a Natalie Portman raccontare la preparazione richiesta per il personaggio di Celeste: "Ho guardato tanti documenti pop, nel film non ci sono riferimenti a una cantante precisa, è più una visione globale anche se ho cercato di cogliere qua e là alcuni dettagli. Mio marito ha fatto le coreografie e le ha eseguite nel film quindi abbiamo provato a casa, è stato molto divertente". Per quanto riguarda le canzoni cantate da Celeste, Brady Corbet si è rivolto alla popstar australiana Sia, "artista prolifica. Non avrei potuto sognare di meglio, una popstar che scrive per un'altra popstar ha permesso di creare adesione tra musica e personaggio". Come nel caso de L'infanzia di un capo, anche per Vox Lux Corbet ha girato in 35mm e ammette di ritenere l'uso della celluloide uno dei marchi distintivi del suo cinema: "Purtroppo per tanti registi non è più un'opzione, per me è un cattiva idea eliminare questa tecnologia, il mio è un film sulla rivoluzione digitale, ma girato in pellicola. Spero di riuscire a continuare a girare così il più a lungo possibile". Il regista appare meno entusiasta sulla presenza delle coreografie e delle esibizioni live di Celeste e confessa di essersi avvicinato a vox Lux "come dramma, non come film musicale, ma abbiamo lavorato un anno alla score. Ci è voluto un sacco a realizzare le coreografie e il lip-sync. Mi sono divertito a fare tutto questo e sono felice di non doverlo ripetere più".