Sta andando in onda su Rai 1 l'ambizioso legal thriller Vostro onore, serie ispirata ad una produzione israeliana, Kvodo, che pone lo spettatore davanti alla difficile domanda: "Cosa sareste disposti a fare per salvare vostro figlio?" Vittorio Pagani è un giudice milanese noto per la sua integrità e professionalità, in corsa per la carica di presidente del Tribunale di Milano. La recente scomparsa di sua moglie ha segnato dolorosamente la sua vita e complicato il già difficile rapporto con suo figlio Matteo, un adolescente che si divide tra scuola e amici. Quando Matteo investe con la macchina il giovane esponente di un clan malavitoso, i Silva, senza prestare soccorso, Vittorio si scopre pronto a tutto pur di proteggere il ragazzo, anche a costo di una terribile discesa agli inferi, una situazione che lo porterà a infrangere più volte la legge, ma soprattutto a mentire a coloro che gli sono più vicini e che lo stimano. Abbiamo assistito alla conferenza di presentazione della serie in cui il regista Alessandro Casale e gli interpreti Stefano Accorsi, Remo Girone e Camilla Semino Favro, hanno parlato di questo progetto e della sua realizzazione, ponendo l'accento sui loro personaggi, le difficoltà interpretative e non solo.
Una serie rischiosa
A prendere la parola per prima, però, come di consueto è stata la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati che ha sottolineato quanto questa serie sia rischiosa: "Quando lanciamo una nuova serialità siamo sempre contenti, ci contiamo moltissimo specialmente per il cast: Alessandro Casale, che esordisce nella serialità, e Stefano Accorsi. Vostro Onore è ispirato ad un format originale israeliano, adattato anche da altri paesi, e ho l'orgoglio di pensare che questo sia uno dei migliori adattamenti di questa serie. È una produzione coraggiosa, ogni volta che fai l'adattamento di una grande storia rischi qualcosa. La forza del thriller sta tutta su una domanda: cosa ci spinge a salvare la nostra specie, la nostra famiglia, i cuccioli, fino a diventare dei criminali? Riuscire a capire fino a che punto ci si può spingere e fino a che punto si può esercitare questo dilemma : da persone incorruttibili diventare poi dei criminali."
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Alessandro Casale e il suo esordio alla regia intera di una serie
Alessandro Casale ha parlato di come sia entrato in questa che è stata la sua prima regia completa di una serie e delle scelte che ha compiuto: "Sono stato messo nelle migliori condizioni per lavorare. È stata la prima volta che avevo in mano da solo una serie da plasmare con dei pregressi importanti. Ho visto solo un episodio della serie americana, non ho visto quella israeliana, non volevo farmi ispirare. Ho avuto la fortuna di avere un cast di grande talento e capacità tecnica e sono stato pignolo: il lavoro sui personaggi e sulla storia c'era, si trattava di farlo girare nella maniera giusta. Siamo riusciti a mettere in scena una realtà credibile nel panorama italiano e ho avuto la fortuna anche di trovare dei giovani attori all'altezza. La violenza non è manifesta ma è sottotraccia, è un lavoro molto psicologico sui personaggi, senza una violenza eccessiva ed esplicita." Il regista ha poi aggiunto: "Purtroppo non ho ancora fatto il mio primo film per il cinema, ma nei miei trascorsi come aiuto regista ho capito che si possono portare i meccanismi del cinema nella serialità. Ho imparato da tutti coloro con cui ho lavorato e ovviamente i tempi nella serialità sono diversi, ma abbiamo avuto modo di fare dei ciak in più per andare a lavorare e cesellare, poi sono abbastanza audace e mi sono buttato. Sono stato molto contento, ho sentito la responsabilità di fare un adattamento di una serie di successo e credo sia andata abbastanza bene, ma non posso dirlo io."
Stefano Accorsi spiega la scelta di questo ruolo
Stefano Accorsi, interprete del protagonista Vittorio Pagani, ha raccontato cosa lo ha spinto a prendere parte a questo progetto enunciando quindi quello che è di sicuro il punto focale della serie: "Non avevo visto la serie Israeliana e quando abbiamo letto i copioni non era ancora stata distribuita quella americana. Fin da subito ho trovato il progetto molto coinvolgente, porta lo spettatore a chiedersi cosa avrebbe fatto al posto di un personaggio. Io me lo sono domandato, l'istinto primordiale di un genitore è quello di salvare la vita del figlio, questo contrasto è archetipico e affonda nella tragedia greca. Un padre investito di un certo onore e onorabilità che per una determinata circostanza si trova a spazzare via tutto, questo è il cuore pulsante della narrazione. Arriviamo al machiavellico ma mai al diabolico. In certi momenti uno agisce e la domanda è complessa, ma la serie non cerca di dare la risposta. Si è cercato di rendere questo tipo di narrazione coinvolgente e condivisibile da un pubblico ampio proprio perché tende all'archetipo." Ma Accorsi è anche tornato sulle motivazioni della sua partecipazione alla serie: "Credo che gli elementi per fare una scelta siano sempre gli stessi: un copione prima di tutto. Questa è stata una scelta naturale e si è rivelata una scelta giusta."
Remo Girone ha, invece, elogiato l'ottimo lavoro del regista: "Mi sono trovato molto bene con Stefano, il mio e il suo personaggio sono fatti della stessa stoffa. Volevo poi spendere una parola per il regista che sa lavorare molto bene con gli attori, sa cosa chiedere ai suoi interpreti e sa cosa deve diventare il personaggio. Dal punto di vista tecnico mi è sembrato si girasse come per il cinema, per la qualità delle maestranze per come si lavorava sul set."
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