Adattare per il grande schermo un romanzo di Thomas Pynchon era impresa improba, ma non per il talento di Paul Thomas Anderson, che con Vizio di forma confeziona una sorta di noir comico sullo scenario psichedelico dell'America di fine anni '60, anni hippy di ideologia pacifista, conditi da droghe, marijuana e cannabia. Il titolo (in originale Inherent Vice) fa riferimento ad un difetto intrinseco in un atto che può causarne l'annullamento. Eccezionale Joaquin Phoenix nel ruolo del protagonista fumato e stralunato, il detective privato Doc Sportello, tutto trasandatezza, jeans e sandali.
Nel film Sasha Fay (Katherine Waterston), chiede aiuto al suo ex fidanzato Larry "Doc" Sportello, un investigatore privato tossicodipendente che vive in una cittadina balneare della California, per evitare che il miliardario con cui ha una relazione venga internato dalla ex moglie. Doc ha un cuore buono e le dà una mano, ma ben presto si infila in un infinito ginepraio di trame losche e bizzarri personaggi, e certo la sua poca lucidità mentale non lo aiuta, anche se in fondo a muoverlo è sempre una disperata ricerca di amore. Si tenga lontano chi preferisce le trame chiare e lineari, meglio liberare la mente lasciandosi andare a quella che è una vera e propria esperienza. Nel supercast anche Josh Brolin, Owen Wilson, Reese Witherspoon e Benicio Del Toro.
Un video suggestivo che fa tornare agli anni Settanta
Vizio di forma è arrivato in homevideo anche in alta definizione, con un blu-ray targato Warner Bros di ottima qualità tecnica, ma stranamente povero nei contenuti speciali. Ma partiamo dal video, che risulta il pezzo forte dell'edizione ed è perfetto per far ritornare indietro negli anni Settanta, sia per il look del film, sia per la scelta di girare in pellicola 35 mm. Pare davvero di essere tornati indietro nel tempo e questo aspetto dona al quadro una grinta e a tratti una granulosità tutta naturale e molto piacevole, quasi ormai dimenticate nell'epoca del digitale. Caso mai desta un po' di perplessità una certa discontinuità nella grana, ma la fedeltà alla fotografia di Robert Elswit è assicurata, con colori molto saturi e ricchi, a tratti diluiti da una luce naturale. Soprattutto nelle scene buie il nero sembra un po' fangoso e poco compatto, le ombre schiaccianti e il quadro molto morbido e piatto, ma qui è tutta farina del girato e delle scelte stilistiche, non certo del riversamento che invece è fatto a regola d'arte. Il dettaglio, a parte queste scene appena citate, resta sempre molto alto, nelle scene luminose diventa addirittura strepitoso per precisione e incisività del particolare, soprattutto nei primi piani: il selvaggio e stralunato volto di Joaquin Phoenix risalta nei dettagli più minuti, e così anche il fumo delle sigarette, gli abiti dell'epoca fino alle ambientazioni particolari. Davvero una visione appagante che trasmette un'atmosfera d'altri tempi.
Audio: buono l'italiano, strepitoso l'inglese. Sottotono gli extra
Per quanto riguarda invece l'audio, bisogna ovviamente prendere atto del consueto divario che passa tra il dolby digital italiano e il DTS HD inglese. La traccia originale è impeccabile, il mormorio a volte quasi impercettibile di Joaquin Phoenix va apprezzato ovviamente in questo modo, per il resto l'ambienza è riprodotta con precisione nei vari luoghi toccati dal peregrinare del protagonista, l'atmosfera psichedelica è ben riprodotta con utilizzo di tutti i diffusori. Notevole la resa musicale, sia per le belle canzoni che per la colonna sonora di Jonny Greenwood. Il doby digital italiano è buono, ma un gradino sotto su tutto, dal coinvolgimento alla dinamica, dal dettaglio alla pressione complessiva. Anche in questo caso comunque l'asse posteriore si fa sentire quando richiesto, gli effenni panning ci sono e il meglio anche qui viene dato dalla musica di sottofondo, corposa, delicata e avvolgente. Il doppiaggio è di ottima qualità, ma inevitabilmente toglie qualcosa al personaggio di Doc.
Un po' sottotono invece il reparto degli extra, dove troviamo solamente quattro, chiamiamoli così, trailer speciali: Lost Paranoias (2 minuti) e Shasta Fay (1') sono dei promo con il sottofondo delle riflessioni di Shasta (Katherine Waterston), The Golden Fang è in pratica un altro trailer (2'), mentre Everything in this dream dura di più, circa 6 minuti, e in pratica è una scena tagliata. Inevitabile che resta l'amaro in bocca per un film che, tra la regia di Paul Thomas Anderson, l'interpretazione di Joaquin Phoenix e il romanzo di Thomas Pynchon, avrebbe potuto avere mille spunti di approfondimento.