Una cosa che ci ha sorpresi e colpiti nel recente cammino di Sony Pictures Animation e degli ultimi film dello studio è la capacità di lavorare sugli stili, di sfruttare tecniche diverse per proporre una costruzione visiva originale, capace di distinguersi nel mondo dell'animazione occidentale in cui si muovono. Lo avevamo apprezzato in Spider-Man: Un nuovo universo, l'abbiamo confermato con I Mitchell contro le Macchine e siamo stati contenti di riscontrare un approccio del genere anche in alcune sequenze di Vivo, il nuovo film dello studio disponibile su Netflix dal 6 Agosto. Abbiamo avuto modo di parlarne anche con il regista di questo nuovo progetto, Kirk De Micco, già autore del primo I Croods, che ha messo la sua esperienza nel campo al servizio di una storia supportata dalle canzoni di Lin-Manuel Miranda e ambientata in location diverse e ricche dal punto di vista visivo.
La video intervista a Kirk De Micco
L'ispirazione visiva
"Le sfumature calde de L'Havana, quelle luci spente di Key West e tutti i colori di Miami" suggestioni che secondo Kirk De Micco non sono state riprodotte spesso in CGI. E inoltre, "Per il modo in cui le musiche sono state prodotte e il modo in cui ne discutevamo, mi venivano in mente quei poster di viaggio vintage di quei tempi, quelle copertine degli album jazz degli anni '60" e questa è stata un'altra ispirazione visiva per una storia "che fosse come un viaggio. Si parte in Cuba, si va a Key West, nelle Everglades e a Miami", un viaggio per il quale è stato necessario trovare il giusto approccio visivo, per rendere la varietà e le sfumature delle canzoni, che ne dettano tempi e toni.
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A ritmo di musica
È infatti la musica il punto di partenza di Vivo, della storia che ci viene raccontata, per il modo in cui sono le canzoni composte da Lin-Manuel Miranda a rappresentarne l'ossatura. Abbiamo chiesto al regista di raccontarci come ha lavorato con l'artista e ci ha spiegato come questi brani fossero stati composti dieci o dodici anni fa. "Una gamma di canzoni incredibile" ci ha detto "che spaziavano da Cuba alla Florida, al rap e al mambo. Mi hanno fatto sentire lo spirito di quei luoghi e mi hanno fatto ragionare su cosa avremmo potuto fare in animazione per portare quei suoni e quelle location agli spettatori."
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E così tanto hanno fatto Kirk De Micco e il suo staff di animatori per riuscire nell'impresa, perché Vivo è una gioia per gli occhi, sia per il look generale, i colori e il character design accattivante, sia per il modo in cui le sequenze sono animate e girate. Ci hanno colpito i movimenti di camera, che non si limitano a creare dinamismo, ma fanno parte della complessa coreografia che viene messa in scena. Si nota la consulenza per l'aspetto visivo di un artista del calibro di Roger Deakins, ma anche l'impostazione della scena "come se fosse un palco" voluta dallo scenografo Carlos Zaragoza. "Non abbiamo mai rinunciato a essere teatrali" ha detto De Micco "e Lin e Alex Lacamoire, che sanno di teatro, ci hanno suggerito di stare di più sui personaggi. Un continuo tira e molla tra il reparto della camera al computer e il background teatrale che abbiamo cercato di portare in vita."