Vivo è un film d'animazione musicale e vivace, una piccola perla colorata nell'infinito catalogo della piattaforma streaming Netflix, la storia di un cocciuto e impavido cercoletto che, per realizzare l'ultimo desiderio del suo padrone, intraprenderà un viaggio pericoloso e impervio, stringendo nuove amicizie e scoprendo l'incredibile potere di aggregazione della musica, un elemento in grado di toccare anche i cuori più duri e distratti. La pellicola è diretta dal candidato agli Oscar Kirk DeMicco e promette di divertire grandi e piccini con la sua storia avvincente e il suo sound irresistibile. A curare le canzoni originali è stato, infatti, un nome del calibro di Lin-Manuel Miranda (ideatore di Hamilton e In the Heights) e anche nella versione italiana gli interpreti sono d'eccezione: Stash, frontaman della band The Kolors, cantautore e produttore, interpreta tutte le canzoni dell'originale protagonista Vivo, mentre Massimo Lopez, attore e doppiatore, darà la voce ad Andrés, il musicista che accoglie il piccolo Vivo come suo partner di esibizione nonché compagno di vita.
Abbiamo avuto l'occasione di intervistare Stash, per ampliare i concetti espressi nel video che segue e parlare di questa sua nuova esperienza nel campo dell'animazione, cercando di capire insieme quanto la musica sia importante, specialmente in un periodo difficile come questo in cui, proprio come il tenero protagonista del film, ci siamo sentiti tutti più soli e disorientati.
Tante sonorità diverse
Raccontaci come è stata questa esperienza con le musiche di un film di animazione.
Per me è stata la conferma di una sensazione che avevo già provato in precedenza facendo una prima esperienza di doppiaggio, che è quella della vera meditazione: sai, quando fai un lavoro del genere entri in una specie di mondo parallelo in cui non esistono tempo e spazio, ma solo cercare di esternare quello che è un messaggio artistico, nel caso di Vivo la parte cantata. Non ti rendi conto se sono passati dieci minuti o dieci ore, questa è la sensazione emblematica di questa esperienza. Ho lavorato con un team di persone fantastico e sono stato messo a mio agio da quando ho ricevuto la prima chiamata da Netflix ad oggi.
Come ti sei approcciato alla musica caraibica e ai diversi stili musicali del film?
C'è uno studio importante nella sonorità della voce in alcuni generi, specialmente quando ti interfacci con una produzione così importante, così forte come quella di Vivo. C'è un'importanza estrema dei dettagli, delle espressioncine anche facciali che ovviamente non si vedono perché stai doppiando e stai cantando, ma si avvertono. In termini comunicativi siamo sulla cima dell'Everest dal punto di vista dell'importanza dei dettagli. Per quanto riguarda l'interfacciarmi con i generi, beh, io considero la musica un linguaggio e quello di Vivo è un linguaggio un po' più latin, ed è giusto che sia così perché racconta quella spontaneità nel suono, quella genuinità. Anche dal punto di vista visivo ho visto che è stato ricostruito tutto nei minimi dettagli, anche se non sono mai stato in quei luoghi mi sono informato e questa cosa conferma quello che avevo già avvertito in sala di doppiaggio.
La musica può cambiare una vita
Abbiamo visto che Vivo fa l'impossibile per realizzare l'ultimo desiderio di una persona a lui cara: è tenace, diffidente ma con un grande cuore. Tra le caratteristiche di questo bizzarro protagonista ce n'è una o più di una in cui ti riconosci?
Più di una: il credere tantissimo in qualcosa che è il tuo sogno e che ti porta a fare corse contro il tempo, ad attraversare i percorsi più assurdi delle giungle del nostro mondo. Per me è stata una specie di racconto di tante cose che avevo dentro, da parte di questo personaggio in cui, vuoi o non vuoi, ti ci rivedi e che tocca delle tematiche estremamente importanti per il periodo che stiamo vivendo: il coraggio di esternare quello che si ha dentro, in un periodo in cui è così facile stare in contatto con le persone, basta sbloccare lo schermo del telefono. Paradossalmente, questa facilità di creare dei link, se analizzata bene, sta alzando più barriere di quelle che immaginiamo. Proprio per questo il messaggio di questo film è così importante in questo momento storico, per le nuove generazioni ma anche per le vecchie. Ho più di trent'anni e ho pianto più di una volta davanti al film in fase di doppiaggio.
In questo film la musica è in grado di cambiare i cuori delle persone, cosa credi che possa fare la musica in questo difficile periodo?
È un vero veicolo di emozioni in questo momento storico, la musica è una degli strumenti più importanti che abbiamo per provare emozioni reali e genuine e magari ricordarsi qualcosa che abbiamo vissuto anni fa. È qualcosa che riesce a cambiare la vita delle persone. Sembrerà una frase fatta, ma io veramente penso che una canzone, una melodia, un'armonia possa far scattare qualcosa in te che è in grado di farti vivere una vita diversa se non l'avessi ascoltata. È qualcosa che mi ha cambiato la vita, questo è quello che sento per la musica. Una canzone cambia la vita. Dare fiducia alle canzoni non è facile, ma dobbiamo lasciarci andare.