Vita da Carlo 3, intervista a Maccio Capatonda: "Il mio FantaSanremo? Ecco cosa farei..."

Maccio, Ema Stokholma e Lucio Corsi hanno raccontato com'è stato prendere parte alla terza stagione della serie, nel quale Verdone accetta la direzione artistica di Sanremo. In streaming su Paramount+.

Maccio Capatonda durante la nostra video intervista per Vita da Carlo 3

Certe cose migliorano con il tempo: arrivata alla terza stagione, Vita da Carlo, la serie che racconta una versione romanzata delle giornate di Carlo Verdone, mette a segno il ciclo di episodi più riuscito. Questa volta il protagonista accetta, nonostante tutti gli amici glielo sconsiglino, la direzione artistica del Festival di Sanremo. E se ne pente subito. In streaming su Paramount+ dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma, la scrittura di Vita da Carlo 3 funziona magnificamente.

Vita Da Carlo 3 Verdone Stokholma
Ema Stokholma e Carlo Verdone in Vita da Carlo 3

Ci sono sempre le guest star, tante, nel ruolo di se stesse. O meglio, nel ruolo di una versione peggiorata (forse) di se stesse: tra loro Maccio Capatonda, Ema Stokholma e Lucio Corsi. Maccio è il nuovo vicino di casa (problematico) di Verdone, Stokholma è la co-conduttrice scelta per Sanremo, mentre Corsi è il giovane talento su cui il nuovo direttore vuole puntare per portare qualità alla competizione. I loro ruoli, così come i tanti camei, sono ben amalgamati nel racconto, in modo da non sembrare delle apparizioni estemporanee, come capitato invece in precedenza.

Nella nostra intervista il "dinamico trio" ci racconta cosa farebbe sul palco dell'Ariston e in particolare come si adopererebbe per far fare punti al pubblico con il FantaSanremo. Dopo averli visti cimentarsi nel ruolo, ci siamo convinti che non sarebbe poi una cattiva idea affidargli, per davvoer, la conduzione di Sanremo.

Vita da Carlo 3: intervista a Maccio Capatonda, Ema Stokholma e Lucio Corsi

In fondo, il Festival, negli ultimi anni, grazie alla direzione artistica di Amadeus che, l'ha sempre ammesso, si è fatto consigliare dal figlio adolescente, si è molto "svecchiato". Prima di tutto perché ha coinvolto nella competizione sempre più giovani artisti, poi perché il FantaSanremo ha creato un vero e proprio evento nell'evento. In Vita da Carlo 3 non si parla di questo gioco, ma, con dei talenti (anche) comici come Maccio Capatonda ed Ema Stokholma, è impossibile non domandarsi cosa si inventerebbero per far fare punti agli spettatori. E quindi l'abbiamo chiesto direttamente a loro.

Stokholma: "Io sarei pronta a tutto pur di far ridere Maccio. Il problema è che lui non ride e finisce che rido da sola per delle battute che erano per lui. È difficile far ridere Maccio! Però pur di riuscirci sarei disposta veramente a tutto: anche condurre Sanremo".

Capatonda: "Io direi: Mimmo! Sarebbe il mio tormentone da dire in studio per far fare punti". E poi porterebbe Armando, canzone che nella serie propone a Verdone: "È venuta in me questa voglia di diventare per un attimo cantautore. Ma giusto per qualche minuto. È stato bello perché dovevo impegnarmi a fare un pezzo brutto. E alla fine non c'ho messo molto. Mi è venuto facile".

Perché Sanremo è Sanremo per Lucio Corsi?

Vita Da Carlo 3 Carlo Verdone
Carlo Verdone in Vita da Carlo 3

Lucio Corsi, cantautore toscano che nella serie Verdone scopre in un locale romano dove lo porta Roberto D'Agostino, ha uno strano rapporto con Sanremo, proprio come negli episodi: "È una battaglia interiore che penso abbiano in tanti. Bisogna arrivarci essendo in grado di non essere manichini nel contesto di una grande vetrina. È una cosa difficile. Ci vuole tempo, ci vuole il momento giusto".

Vita Da Carlo 3 Sanremo
Una scena di Vita da Carlo 3

E quali sono gli artisti che Corsi ama e che per lui rappresentano l'eccellenza? "Guardo molto al passato. Amo i cantautori italiani come Dalla, Ivan Graziani. Poi amo Bob Dylan, il prog dei Genesis con Peter Gabriel, il glam rock di Lou Reed, Iggy Pop, Joni Mitchell. Non ne parla più nessuno: bisogna parlare di queste persone, perché hanno fatto la musica più bella che c'è. Anche oggi c'è qualcuno che la fa: penso ad Aldous Harding, una cantautrice neozelandese. Bisogna parlare di queste persone che arrivano in profondità con la loro arte".

Quindi il viso bianco che sfoggia nella serie è un omaggio proprio a Dylan, che si è esibito anche con la faccia dipinta? "A Bob Dylan e a Peter Gabriel. È un modo per farsi vedere di più sul palco: ti vedono subito, il viso bianco spicca nel buio del palco. È una tecnica che era utilizzata anche in teatro in Giappone: i Kiss hanno preso le loro maschere da lì".

Vita da Carlo 3, recensione: Verdone immagina la sua conduzione di Sanremo

Prendersi in giro per Carlo Verdone

Vita Da Carlo 3 Ema Stokholma
Ema Stokholma in scena

La cosa bella di questa serie è che tutte le persone chiamate da Carlo Verdone per interpretare se stesse accettano di farsi ritrarre in modo poco lusinghiero. Ma come riesce è riuscito convincerli? Stokholma: "La mia è una versione truccata. Questo non è il mio mestiere, non faccio l'attrice, però penso sia divertente mettere un po' di te, anche esagerando, nel personaggio. Le cose che ci sono nella serie, non dico quali, le ho fatte nella vita venti anni fa. Nella serie sono la me di venti anni fa: irresponsabile, svampita, che si scorda le cose, che non sa nemmeno quando è Natale. A me è successo!".

Maccio Capatonda ama queste possibilità: "Penso che questo lavoro ti dia proprio la chance, come attore, di mettere in luce le tue qualità peggiori. È un modo per esplorare questi aspetti che nella vita non potresti mostrare. Anzi, magari, grazie a questi salti nel peggio, diventi una persona migliore. O comunque capisci cosa è sbagliato o meno. Oppure ti sfoghi e basta. Cerco sempre di fare dei personaggi che siano delle versioni peggiori di me stesso. Per me è proprio una missione. Mi annoierei a fare il santo".