Il punto di partenza delle chiacchierate a tema sala cinematografica è sempre quello negli ultimi mesi:C'è ancora domani. E non potrebbe essere altrimenti dopo gli oltre 36 milioni di incasso a partire dall'uscita dello scorso 26 ottobre e con il recente riscontro positivo anche nelle sale francesi. Ne abbiamo parlato anche con Laura Mirabella, Chief Marketing Officer di Vision Distribution, nella nuova puntata della nostra rubrica Movie Meta Trade condotta da Valentina Ariete, quel luogo d'incontro virtuale che abbiamo ipotizzato come tavola rotonda periodica, campo neutro in cui confrontarci con le diverse realtà del settore. Il film di Paola Cortellesi è stato un punto di partenza, l'avvio di una discussione per prova a capirne i motivi del successo, per far sì che sia ripetibile e d'esempio per poter tenere il piedi un dialogo costante con il pubblico.
Costruire il successo di C'è ancora domani
"È stato un autunno molto sfidante per noi" ci ha detto Laura Mirabella, "appena abbiamo visto il film di Paola abbiamo sentito la responsabilità dell'uscita in sala perché era evidente il valore che avesse questa storia e la qualità produttiva. È stato un lavoro intenso quello fatto per costruirne la promozione e tarare bene le azioni per raggiungere velocemente quello che era il nostro target di riferimento". Proprio sul bacino d'utenza del film è stata fatta una riflessione interessante e puntuale, perché "quello femminile era il target di riferimento in primis, ma sapevamo che avremmo coinvolto rapidamente anche quello maschile." Ma come si lavora per raggiungere entrambe le fasce di pubblico? "Come elementi di vendita abbiamo puntato su azioni che potessero attrarre il pubblico femminile, il poster, per esempio, ha come unico colore il rosa, usato appositamente per richiamare l'attenzione delle donne e aggiungere un tocco di freschezza a un'immagine che trasmetteva un'idea di qualcosa lontano nel tempo" ci ha spiegato Laura Mirabella, che ha aggiunto come fossero consapevoli che il pubblico maschile avrebbe seguito, "tanto che alla fine la disparità tra i due pubblici è stata minima, 58% di donne e 42% di uomini". Un dato che si è ulteriormente assottigliato in alcune settimane, come la terza, in cui il rapporto si è addirittura invertito.
"Siamo felici del traguardo raggiunto" ci ha detto ancora Laura Mirabella parlando dei risultati dello scorso autunno/inverno, "sapevamo di avere tra le mani un gioiello, ma il risultato è stato oltre le più rosee aspettative che erano comunque alte." Il film in Italia ha superato di gran lunga l'incasso di Barbie, che è stato un successo a livello internazionale. "Abbiamo posto la massima attenzione a calibrare bene i contenuti della campagna di comunicazione rispetto ai diversi canali media. Un lavoro che il film ci ha consentito di fare perché aveva tanti piani narrativi, tanti personaggi: questo ci ha permesso di usare tante creatività alternative rispetto al poster principale del film e utilizzarle tutte per comunicarlo." Quindi non solo la creatività base con le donne in attesa nella potente e iconica scena finale, ma anche altre immagini che raccontassero sentimenti e sensazioni diverse. Un lavoro simile è stato fatto per il trailer che "è stato ritagliato in varie versioni per gli spot televisivi, isolando diverse battute che potessero intercettare l'attenzione del pubblico, in base all'audience indirizzata dallo specifico posizionamento in TV."
Lavorare con i talent
"Un aspetto fondamentale è stata la presenza di Paola nella promozione: il fatto che lei sia stata così disponibile, sia nella fase di lancio, precedente all'uscita, che nella fase successiva di accompagnamento delle prime settimane del film in sala è stato un elemento chiave della promozione. Lei è infatti un'artista che riesce a stringere un rapporto con il pubblico di un' autenticità fuori dal comune." Le parole di Laura Mirabella sono chiare: è necessario che i talent credano nei loro lavori e li seguano, che li sostengano per annullare quella distanza che può crearsi nei confronti del pubblico. "Ci siamo trovati in situazioni in cui al termine della proiezione si creava un dibattito che era quasi una terapia di gruppo, in cui alcuni spettatori si spingevano a raccontare le proprie storie personali, tanto erano toccati dal film." Qualcosa di raro e prezioso, che Laura Mirabella definisce "un'onda emotiva che si è propagata in tutto il paese."
Un ottimo autunno/inverno
Paola Cortellesi ha riportato gli Italiani al cinema, ricreando l'abitudine alla sala in un autunno/inverno oltre le aspettative, ma cosa si può fare ora per evitare che sia un'eccezione? "Raggiungere i livelli di Paola Cortellesi è una rarità, quindi cerchiamo di volare bassi, e noi continuiamo a lavorare in maniera molto verticale sui film, cercando di coglierne il significato più profondo e lavorando in maniera sartoriale sulla campagna e sugli elementi da proporre al pubblico". C'è però un aspetto che Laura Mirabella sottolinea e che si sembra preziosissimo: "bisogna imparare a mantenere la promessa di un prodotto che sia pensato, scritto e lavorato senza troppa fretta", un'attenzione che ha avuto Paola Cortellesi, che "ha realizzato il film solo quando si sentiva pronta ed era convinta della sceneggiatura fino all'ultima parola." Questo un elemento da tenere in considerazione per il nostro cinema: "abbiamo grandissimi autori e creativi, ma dobbiamo concederci il tempo di raffinare il prodotto, in modo da mantenere la promessa in sala e non rompere il rapporto di fiducia con il pubblico, che Paola Cortellesi ha in qualche modo rilanciato e consolidato".