Tradita, giudicata, spudorata, esibizionista, trasgressiva, immorale e immortale. Questa era Moana Pozzi, pornodiva dotata di una classe e di una sensualità fuori dal comune, una donna bisognosa di amare e di essere amata, una figlia incompresa e ribelle che ad un certo punto della vita decide di oltrepassare i limiti consentiti e di manifestare ai genitori e al mondo intero il suo bisogno di essere accettata, nel bene e nel male. Nessun'altra donna italiana ha mai osato fare una cosa simile, per questo Moana è divenuta negli anni un vero e proprio mito, in particolar modo dopo la misteriosa morte che sopraggiunse in un giorno d'autunno del 1994 in una clinica di Lione quando aveva solo 33 anni. Una figura femminile emblematica che incarnava sensualità e femminilità e che sprizzava erotismo da tutti i pori, una ragazza ribelle che si conquistò la notorietà in barba ai perbenismi e al bigottismo negli anni a cavallo tra gli '80 e i '90. Una vita, la sua, che parte dalla provincia genovese dove era stata educata rigidamente da una famiglia cattolica (padre catechista nelle scuole) l'ha portata a recitare sul grande schermo in qualche prestigiosa comparsata, poi sui set a luci rosse e poi su tutti i giornali, sui manifesti elettorali e persino nella tv di stato. Una minifiction in due puntate, quella di Sky, che fa rivivere a quindici anni dalla morte il mito di una delle donne più rivoluzionarie della storia italiana contemporanea, interpretata da una strepitosa Violante Placido, scelta dopo il provino tra più di cinquemila candidate.
A presentare Moana, quarta produzione originale di Sky dopo Quo vadis, Baby?, Romanzo Criminale e Nel nome del male, ci sono il vicepresidente di Sky-Italia Andrea Scrosati, il capo di Sky Cinema e Sky Uno Nils Hartmann - che ha anche parlato dei nuovi progetti in cantiere - il produttore Leonardo Breccia che con la Polivideo ha realizzato il progetto, il regista Alfredo Peyretti (subentrato in corsa per sostituire l'ideatore e regista originario Cristiano Bortone, che compare come sceneggiatore e supervisore creativo della fiction) e gli attori protagonisti Violante Placido, Fausto Paravidino (nel ruolo di Riccardo Schicchi) e Giorgia Wurth (nei panni di Ilona Staller). La scabrosa minifiction in due puntate andrà in onda martedì 1 e mercoledì 2 dicembre in una sorprendente prima serata su Sky Cinema 1 e su 1 HD.
Fausto Paravidino: Non ho avuto occasione di vedere il film per intero finito ma stamattina sono entrato in sala durante la proiezione proprio nel momento in cui sullo schermo c'era la scena tra Moana e un politico famoso di quegli anni, che era solo somigliante a Bettino Craxi ma la vostra mala fede vi ha portato a pensare che fosse lui (ride). Ho pensato in quel momento che l'Italia oggi sta vivendo una sorta di revival degli anni '80, non è cambiato niente rispetto a quegli anni, siamo nella stessa identica situazione. Moana era tante facce di una stessa medaglia ma l'empatia con il personaggio da parte dello spettatore dell'epoca e di oggi è scatenata da una combinazione micidiale tra tette e cervello, è importante capire quando in una donna una delle due cose diventa contenitore dell'altra.
Una scelta coraggiosa quella della Polivideo di produrre una fiction sulla vita di un personaggio controverso e amatissimo come Moana Pozzi, com'è nata l'idea?
Leonardo Breccia: Il nostro è stato un lungo percorso di ricerca prima della produzione, ci rendevamo conto che Moana era un personaggio scomodo e nella misura del possibile abbiamo cercato di attenerci alla vita vera della pornostar, quella documentata, ma per forza di cose abbiamo dovuto romanzare alcuni aspetti poco noti basandoci su indizi e dichiarazioni di altre persone. Un formidabile lavoro fatto da 'archeologi' dell'era giurassica del porno che hanno scovato molti retroscena della sua vita ma non tutti. Non volevamo fare un ritratto dettagliato o una docufiction né un'inchiesta giornalistica sulla vita, le opere e la morte di Moana Pozzi, ma ritrarre i lineamenti di una donna determinata a combattiva, senza ipocrisie, e che considerate la sua provenienza e la sua educazione fece una scelta assolutamente impensabile per quei tempi.
Cosa vi ha spinto ad affrontare uno sforzo produttivo così grande a fronte di un progetto che poteva essere rischioso considerato che si rivolge ad un pubblico ben preciso e non alla massa?
Leonardo Breccia: Noi come Sky eravamo alla ricerca di qualcosa di diverso, al di fuori dalle linee consuete e ci siamo posti un interrogativo: ma l'italia è fatta solo di santi poeti e navigatori? La risposta è stata un secco no. Volenti o nolenti Moana Pozzi fa parte della storia italiana, dei costumi del nostro paese, lo testimonia il fatto che ancor oggi è ricordata da molti fan e resta in assoluto uno dei miti italiani. Lo sforzo produttivo è stato notevole se considerate che le attrici si sottoponevano a due ore di trucco e parrucco ogni giorno prima di girare. Ma i problemi sono sempre stati tanti dall'inizio, dalla raccolta di informazioni e documenti alle interviste realizzate con Schicchi, con il marito di Moana (Antonio Di Ciesco n.d.r) con i rappresentanti della fondazione Moana Pozzi (che si occupa di reperire oggetti, filmati, foto e quant'altro sull'attrice e di cui fa parte anche la madre ndr.). Non ci dimentichiamo poi la ricerca dell'attrice, un'impresa molto faticosa che però ci ha portato a sfiorare la perfezione grazie all'interpretazione di Violante.
Alfredo Peyretti: Credo di essere riuscito nell'intento di raccontare la storia di Moana con il giusto equilibrio, non credo ci siano discrepanze tra l'essere rock e anarchico del film tv e il suo meraviglioso essere ribelle e libertina. Ho avuto uno spazio e una libertà di movimento che avvicino a quello che avevo quando lavoravo in Australia, un paese assai più aperto culturalmente, politicamente e mentalmente dell'Italia. Ringrazio Sky per avermi dato la possiblità di raccontare una storia scabrosa senza limitazioni di forma e di musicalità, scegliendo da solo i miei collaboratori, professionisti che mi hanno aiutato tantissimo ad imprimere una personalità singolare all'opera, partendo dalle musiche, arrivando alle scenografie e ai costumi, passando per la fondamentale fase di montaggio e per la fotografia a tinte fortissime. Colgo la mia occasione per ringraziare tutto il cast, i tempi della fiction sono molto ristretti e non facili e loro sono stati bravissimi.
Quanto è stato importante per te come attrice accettare di incarnare Moana Pozzi?
Violante Placido: Sono molto emozionata, per me questo film ha rappresentato una sfida enorme e un'occasione unica per mettermi alla prova. Se non fosse mai esistita una donna come Moana non avrei mai potuto avere questa possibilità di sentirmi parte di lei. Ho trovato molto affascinante questa donna, una figura che nella mia immaginazione è stata sempre presente al mio fianco. Avevo una grande responsabilità nelle mie mani, il suo ricordo è ancora molto vivo nel cuore di tutti e soprattutto in quello di chi le ha voluto bene. Un'esperienza questa che mi ha fatto crescere molto e che mi ha permesso di calarmi in un ritratto pieno di sfaccettature, in un racconto basato molto sulla sua esteriorità ma molto anche sul peso che certe scelte hanno fatto gravare sulla sua personalità, sofferenze e patimenti che dietro i riflettori Moana ha vissuto in silenzio.
Cosa ti è piaciuto di più di lei?
Violante Placido: Il suo percorso solitario e dritto alla meta di chi probabilmente sceglie una strada difficile e piena di ostacoli come provocazione sia nei confronti della famiglia che della società e della mentalità ipocrita dell'epoca. Moana era una donna che voleva distaccarsi da tutto questo, che aveva un grande bisogno di essere amata. Ognuno di noi nasce con un'indole poi a volte il percorso familiare, l'istruzione e la religione ci condizionano e trasformano in qualcos'altro. Da giovanissima si è sempre sentita inadeguata e ad un certo punto ha fatto una scelta estrema che potesse farla sentire più 'umana' e meno omologata.
Non avete mai pensato che forse il vostro è una forzatura che mira a trasformare una semplice pornostar in un'eroina della libertà di espressione? Forse Moana era semplicemente una donna che provava piacere nel mostrarsi e nell'eccitare gli uomini...
Nils Hartmann: Non ci siamo tirati indietro davanti alla possibilità di mostrare la realtà di quegli anni. Il fatto che Moana Pozzi sia diventata un mito non ce lo siamo inventati noi di Sky, nessuna forzatura, abbiamo solo raccontato i feedback della gente. E quello che Moana ha fatto quando era viva.
Violante Placido: Indubbiamente Moana aveva un lato esibizionista, ma non ci vedo nulla da condannare in questo. Se fosse stata solo una donna che godeva nel pensare che gli uomini si masturbassero per lei non sarebbe diventata un mito. E' stata una presenza destabilizzante la sua, una figura di grande significato per l'epoca.
Nils Hartmann: Certo che ce lo siamo posto, abbiamo una responsabilità nei confronti dei nostri abbonati. Il film è stato e verrà segnalato come vietato minori di 14 anni con un bollino rosso e come da regolamentazione, vista la nostra segnalazione, può andare in onda alle 21. In ogni caso ci documenteremo immediatamente. Posso dire che nei confronti dei nostri clienti noi abbiamo la coscienza pulita e abbiamo fatto tutto quello che era necessario fare per avvertire della presenza di scene scabrose che potrebbero disturbare i più piccoli.
Violante Placido: A tal proposito vorrei sottolineare che Donne Assassine, di cui ero protagonista, andò in onda in prima serata e senza problemi di censura. Mi rendo conto che davvero non è cambiato nulla, lì interpretavo il ruolo di un'infanticida e nessuno si è preoccupato di mettere bollini o altre cose. Come si parla di sesso tutti si sconvolgono e gridano allo scandalo.
Perchè ad un certo punto della lavorazione avete deciso di togliere il progetto dalle mani di Bortone ed affidarlo a Peyretti?
Nils Hartman: Cristiano Bortone è stato l'ideatore del progetto e l'autore della sceneggiatura, colui che ha gestito il progetto in tutta la fase di pre-produzione, compare anche nei titoli di coda come supervisore artistico e produttore creativo. Il suo lavoro è stato eccezionale ma poi per motivi di tempo e di divergenza tra la sua e la nostra visione editoriale abbiamo deciso di passare il testimone ad Alfredo Peyretti. Non era esattamente lì che volevamo andasse a parare il film. Ci tengo a dire però che il risultato che sarà sugli schermi è quello di un percorso fatto insieme ma a bocce ferme possiamo anche dire che siamo contenti di aver preso la decisione che abbiamo preso.
Leonardo Breccia: Ho scritto insieme a Bortone la sceneggiatura in perfetta in sintonia, ma quando si è trattato di mettere in scena il tutto la sintonia è venuta meno. Il suo modo di raffigurare le scene non corrispondeva a quello che noi volevamo mentre con Peyretti abbiamo trovato subito una comunione di intenti, ha saputo interpretare quello che noi avevamo scritto aggiungendoci anche qualcosa di suo, non è stato un semplice esecutore ma un autore vero e proprio, ci ha subito convinto.
Alfredo Peyretti: Ricordo che in quel momento lavoravo per Sky su altre cose, e mi chiesero se me la sentivo di aiutarli a dare una sterzata a questo progetto su Moana. Proposi di dare al film una chiave più rockn'roll e di presentare Moana in un modo diverso da quello un po' troppo descrittivo studiato in precedenza. Non volevo ci fossero immagini di repertorio della vera Moana, la mia intenzione era di ricostruire per intero su Violante una nuova Moana all'interno di una favola rock.
A livello interpretativo com'è cambiata la Moana dopo il cambio di regia?
Violante Placido: Potrei riassumere il concetto dicendo che Cristiano era più 'mimetico' mentre Alfredo era più rock. Nel momento in cui il progetto si è arenato io ho attraversato un momento di crisi profonda che mi ha destabilizzata. Il progetto creava tensioni, pressioni da ogni parte, sentivo addosso una forte responsabilità e quando ho assistito al blocco totale della produzione mi sono spaventata. Rischiavo molto, avevo deciso di dar voce al mio istinto folle proponendomi per interpretare Moana e il gioco iniziava a farsi duro. Non era un ruolo come un altro per me. All'inizio avevo accettato perchè mi incuriosiva molto l'idea di lavorare con un regista di grande sensibilità come Cristiano Bortone, avevo visto il suo film Rosso come il cielo che vinse il David di Donatello giovani nel 2007. Mi sono detta che uno come lui che aveva trattato in un modo così lieve una storia di bambini avrebbe potuto dare il giusto tocco alla storia di Moana. Lei avrebbe potuto essere raccontata in mille modi e questa divergenza di opinioni tra la produzione e Cristiano non toglie nulla al suo grande talento ancora inespresso.
Cosa l'ha spinta a partecipare ai provini?
Violante Placido: Erano anni che sentivo parlare di questo progetto e mi ero ripromessa di provarci in caso si fosse davvero realizzato. Devo ammettere che quando il provino è andato bene mi sono un po' spaventata, a preoccuparmi era la sfida professionale ma non ritengo di aver avuto coraggio nell'affrontare Moana. Io sono un'attrice e per me è normale avere voglia di mettermi alla prova, sono una professionista curiosa, ho bisogno sempre di stimoli nuovi, di mettermi in gioco e di emozionarmi. Un personaggio con un trasformismo così accentuato e un ruolo da protagonista assoluto come questo non capita tutti i giorni, è stato un progetto molto stimolante che sapevo non mi avrebbe mai annoiato o creato difficoltà insormontabili. Ho cercato sempre di 'essere dentro' ad ogni scena con tutta me stessa, mi ha fatto sentire viva dall'inizio alla fine.
Dopo Moana cosa ci riserverà nell'immediato futuro la proposta di Sky Cinema?
Nils Hartmann: Stiamo lavorando a Romanzo Criminale 2, l'inizio riprese è previsto per il mese prossimo e la messa in onda nel novembre 2010. Poi in serbo abbiamo un nuovo progetto che racconterà la vita di 'Faccia d'Angelo' Felice Maniero e che si intitolerà probabilmente Felice Maniero - La Mala del Brenta, una fiction scritta e diretta da Andrea Porporati e prodotta dalla Goodtime Enterprise. A conclusione vi anticipo la produzione ad opera di Palomar di Carlo degli Esposti che racconterà dell'edizione del 1944 delle Olimpiadi che si sarebbe dovuta tenere a Cortina d'Ampezzo ma che fu annullata per il perdurare della Seconda Guerra Mondiale. La fiction andrà in onda nel 2012, durante le Olimpiadi che si terranno a Londra.