Non poteva non esserci un po' di Sud Italia allo scorso BCT - Festival Nazionale del Cinema e della Televisione a Benevento. Tra gli ospiti più attesi infatti il cast di Mare Fuori, tra cui Vincenzo Ferrera, interprete fin dalla prima stagione di Giuseppe 'Beppe' Romano, l'educatore dell'Istituto al centro della storia. Dai sani principi, comprensivo e generoso, viene da una ricca famiglia ma ha scelto di non lavorare in azienda ma di occuparsi degli altri.
Per lui tutti i giovani detenuti hanno diritto a una seconda possibilità e ad essere reinseriti nella società, pur passando per ingenuo a volte per la fiducia che ripone continuamente in questi ragazzi. Ha praticato vela a livello agonistico (è sportivo anche nella realtà) e questo lo aiuta ad organizzare delle uscite coi detenuti. Ha colpito molto i fan il suo rapporto con Kubra, figlia di una prostituta con cui lui aveva avuto un'importante relazione molti anni prima. Sulle nuove puntate, attese per il 2025 (ma già confermate fino alla sesta stagione, insieme al musical a teatro) non può dire assolutamente nulla se non che rappresenterà una rinascita, una rifondazione e una ventata di freschezza. Non c'è pericolo di annoiarsi insomma, non che avessimo dubbi a riguardo.
La serialità di genere in Italia
Vincenzo Ferrera ha lavorato con il regista Carmine Elia non solo in Mare Fuori ma anche in Noi siamo leggenda e Sopravvissuti quindi serie di genere, esperimenti italiani più o meno riusciti: "Ho avuto la possibilità di spaziare, anche quando gli esperimenti non sono stati un successo, abbiamo provato nel nostro piccolo ad educare il pubblico della televisione generalista in tal senso, ad aprirsi ad altro oltre alla solita fiction. Sopravvissuti in questo senso è stato qualcosa di provocatorio e difficile. Far capire agli spettatori abituali Rai che non c'è soltanto la serie con il detective di turno e quindi l'omicidio e l'indagine, ma ci può essere anche qualcosa di avventuroso, sui supereroi. Perché le piattaforme posso sperimentare e la tv generalista no? Questione di budget? Non è vero, Noi Siamo Leggenda ha dimostrato che si può anche fare in maniera onorevole".
A quanto pare lo dimostrerà anche Belcanto, la serie in costume sul canto lirico durante i moti del '48 attesa prossimamente su Rai1 con delle musichea ad effetto e delle scenografie e costumi incredibili, come racconta l'attore palermitano. Ovvero la storia di tre donne - Maria (Vittoria Puccini) e le figlie Antonia (Caterina Ferioli) e Carolina (Adriana Savarese) - e di come abbandonano Napoli, il marito/padre violento e una vita povera per scalare il mondo dello star system dell'800: l'Opera e il Teatro della Scala a Milano. Nel cast ritroverà due interpreti di Mare Fuori: Carmine Recano e Giacomo Giorgio. Ferrera interpreterà il famoso maestro di canto Crescenzi, colpito dalla voce ribelle della secondogenita. Continua l'attore: "Si sceglie la via più facile produttivamente, me ne accorgo io stesso e sono il primo ad accettare i ruoli perché è sempre lavoro, e perché probabilmente c'è la gente che lo trova accomodante e rilassante. Ma in realtà è assolutamente pronta per altro. Non credo che le piattaforme siano viste solamente dai giovani e giovanissimi. Ci vuole più coraggio e creatività".
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Dalla tv al cinema al teatro
Quello della fiction Rai è stato davvero un successo esplosivo, qualcosa di impensabile, anche il fatto che sia arrivato questo messaggio di rieducazione e di speranza alle nuove generazioni, come racconta Ferrera: "Si è creato una sorta di paradosso, la gente pensa che io sia un vero educatore e questo è un problema, non solo per me. Mi invitano nelle carceri a tenere dibattiti a riguardo, io mi preparo al meglio ma ovviamente non ho l'esperienza reale in tal senso. Provo ad aprire una porta verso i colleghi che fanno questo mestiere con fatica e dedizione ogni giorno".
Vincenzo Ferrera sta vivendo davvero un periodo florido, anche al cinema. Alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia sarà presentato in concorso Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con Toni Servillo e Elio Germano, in sala dal 10 ottobre, che racconta in maniera libera la vicenda di Matteo Messina Denaro. Sarà anche tra i protagonisti di L'amore che ho (la storia di Rosa Balistreri) di Paolo Licata: ancora una volta una storia vera e un personaggio realmente esistito, la cantautrice palermitana dalla vita travagliata tanto da essere soprannominata "l'Amalia Rodriguez siciliana".
"Vorrei tornare a teatro ma fortunatamente in questo momento della mia vita non trovo il tempo per farlo perché non potrei andare in tournée. Ma è una cosa che penso che potrò fare con più gioia perché le persone potrebbero venire a vedere me e non la compagnia o nomi come Servillo e Martone con cui ho lavorato in passato. Una soddisfazione personale oltre che professionale. Sarebbe molto bello anche riuscire a portare un po' del pubblico giovane di Mare Fuori a teatro, perché no." Chiude con una stoccata: "Un'altra serie di genere? A cinquant'anni, subito, ma che me frega! (ride)"