Dopo tante battaglie, intrighi e colpi di scena, è il momento di dire addio alla serie Vikings, che dal 2013 ci ha guidato in un viaggio appassionante e sorprendente, dentro i secoli bui del nord, tra quei vichinghi di cui in realtà abbiamo sempre saputo molto poco dal cinema e dalla televisione. Iniziata seguendo l'ascesa del leggendario Ragnar Lothbrok, Vikings, dopo la morte del suo protagonista, ha narrato le gesta dei suoi figli, di Bjorn, Ubbe, Ivar, Hvisterk (Sigurd era stato ucciso da Ivar alla fine della quarta stagione) nonché della valorosa Lagertha. Per quanto le ultime stagioni non siano state all'altezza delle prime, è fuori di dubbio che Michael Hirst sia riuscito ad unire fiction e storia in modo davvero interessante, regalandoci nuovi personaggi ed imprese. Ora è arrivata la parola fine, le ultime puntate hanno mostrato il fato di Kattegat, la fine dell'era dei vichinghi, il tramonto del vecchio stile di vita dei figli di Odino. In questo articolo troverete la nostra spiegazione del finale di Vikings: se non avete terminato l'ultima stagione della serie, attenzione, ci saranno spoiler.
L'ultima battaglia di Ivar
Il finale di Vikings, comincia subito dopo la sconfitta e morte di Olef di Kiev, ormai impazzito ed in preda al delirio religioso, Ivar (Alex Høgh Andersen) e Hvisterk (Marco Ilsø) avevano lasciato la terra dei Rus, detto addio a Katya (incinta del figlio di Ivar) ed erano ritornati a Kattegat, a dispetto del fatto di aver contribuito alla sconfitta dei norreni e alla morte di Bjorn. Qui, però, il nuovo Re Harald (Peter Franzén), contro ogni previsione, li aveva perdonati ed accolti. Assieme avevano pianificato (su suggerimento di Ivar) l'invasione dell'Inghilterra e del Wessex, dove regnava il giovane e pio Alfred. In breve, le orde vichinghe erano avanzate dentro il territorio isolano, devastando ogni cosa, e costringendo Alfred (Ferdia Walsh-Peelo) ad evacuare la capitale. La battaglia finale, a dispetto della meticolosa preparazione di Ivar, era costata ad entrambi gli schieramenti perdite molto pesanti. Tuttavia il Re del Wessex, dopo aver incontrato Ivar nella terra di nessuno, si era rifiutato di siglare la pace, in virtù della lealtà alla sua terra e alla sua fede. "Tu non rispetti alcun essere vivente" esclama il giovane sovrano, che dichiara senza mezzi termini di non credere alla volontà di pace di Ivar, diventato ufficialmente il capo dei vichinghi a seguito della morte in battaglia di Harald.
Ivar sa di dover morire. Ha avuto una visione in merito. Si getta senza remore nella mischia, dà un ultimo saluto ad Hvisterk, poi lascia che un giovane soldato di Alfred lo uccida, spirando tra le braccia del fratello. La sua morte di fatto segna la fine della battaglia, Alfred e Hvisterk siglano la pace, e danno una degna sepoltura norrena al Senz'Ossa. Hvisterk non tornerà più a Kattegat. Si fa battezzare con il nome di Athelstan, taglia i ponti col passato e rimane nel Wessex.
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Il destino di Ubbe e Torvi
L'ultimo dei figli di Ragnar, Ubbe (Jordan Patrick Smith) è invece disperso nell'Oceano con i pochi che è riuscito a salvare dalla disastrosa carneficina nella colonia in Groenlandia. Lui e la moglie Torvi (Georgia Hirstt), perdono tragicamente la figlia Asa in una terribile tempesta. In breve affiorano tensione e dubbi circa la vera identità di Othere (Ray Stevenson) ed i suoi racconti. Ma quando ormai tutti sono rassegnati a morire in mare, ecco apparire una terra all'orizzonte: è l'America. Ubbe e Torvi, assieme al resto dei loro compagni, scoprono una terra ricca ed accogliente, non ci vuole molto tempo perché incontrino i legittimi abitanti: gli Skræling. Dopo i primi, timorosi tentavi di comunicazione, tutto diventa più facile grazie alla scoperta di un inaspettato mediatore: Loki (Gustaf Skarsgård). Il vecchio costruttore di navi, è giunto in quella terra molto tempo prima, è stato accolto dai nativi ed ha abbracciato una nuova esistenza. In breve tempo sia lui che Othere fanno capire ad Ubbe che quella è una terra che permetterà a tutti loro di non dover più seguire la "vecchia via" di sangue dei norreni. I nativi si mostrano accoglienti, curiosi e tolleranti, in breve tra i due gruppi nasce una felice armonia, pur nel rispetto delle reciproche differenze. Purtroppo uno dei vichinghi, Naad, uccide un nativo nel tentativo di estorcere informazioni circa eventuali giacimenti d'oro. Il suo processo ed esecuzione, decisi da Ubbe, segnano il definitivo abbandono dello stile di vita norreno da parte dei coloni vichinghi, e la volontà di una vita fatta di pace in quella nuova terra.
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La lotta per il potere a Kattegat
Molto meno pacifica è invece l'esistenza a Kattegat. Erik il rosso (Eric Johnson), avvelenato e reso cieco dalla magia nera di Ingrid, comprende che l'ex moglie di Bjorn sta cercando di toglierlo di mezzo. Cerca così di riprendersi il potere convincendo uno schiavo ad uccidere la strega in cambio della promessa di una ritrovata libertà, sicuro così di potersi vendicare sulla donna, che è sicura di portare in grembo il figlio di Bjorn. Ingrid viene però avvisata del pericolo da un'altra schiava, a cui l'improvvisato sicario aveva imprudentemente confessato il tutto. Decide così di agire d'anticipo: cattura lo schiavo, mentre la sua complice attira in un tranello l'ex skogamor e lo uccide con un forcone. Ora, complice il suicidio di Gunnhild tempo addietro, non vi è più nessuno se non il suo odiato ex stupratore Harald ed Ivar Senz'Ossa a contenderle il potere. Entrambi però, muoiono nella battaglia contro Alfred e Hivsterk decide come già detto, di non tornare a Kattegat. Ingrid viene così dichiarata regina per acclamazione, riscattandosi così di tutte le violenze ed angherie subite in passato. Dopo Lagertha, Kattegat è di nuovo guidata da una donna. L'era dei vichinghi si avvia alla fine, da adesso non saranno più i guerrieri a guidare i popoli del nord.