Pirati dei Caraibi, Harry Potter, Star Wars. Cosa hanno in comune questi brand così importanti? Rispondiamo con un nome: Victor Perez, artista degli effetti visivi con cui abbiamo avuto il privilegio di scambiare quattro chiacchiere al Comicon 2023, dove è stato ospite per presentare un panel sul fotorealismo e le sfide che rappresenta, vero e proprio scoglio da superare per chi opera nel suo campo, per tanti motivi. Il suo incontro è stato uno degli appuntamenti più interessanti della nuova sezione dell'evento napoletano, Animation & VFX Hub, dedicata all'animazione e gli effetti visivi per rappresentare un vero e proprio punto di incontro tra il pubblico e le realtà che operano nel settore, sia attraverso panel dedicati alle singole aziende e il loro lavoro, sia in concreti salottini adibiti nella hall dell'Auditorium, dove gli aspiranti artisti potevano recarsi per presentare i propri lavori alle aziende.
La video intervista a Victor Perez
Effetti invisibili
Abbiamo chiesto a Victor Perez quale fosse il complimento più bello che possa ricevere per il suo lavoro e non ha avuto dubbi nell'indicare quale fosse: "È sicuramente quando mi dicono 'Ah ma quelli erano effetti?'". Ovvero l'invisibilità del suo lavoro, vista come pregio assoluto. D'altra parte se un effetto non è visibile è un merito incredibile, perché vuol dire che il fotorealismo di cui parlava è stato ottenuto ed è "una delle cose più complesse che esiste nell'arte in generale, in qualsiasi arte figurativa. Appartiene allo studio di come la luce reagisce, non solo agli occhi ma anche alla camera. Riuscire a capire come funziona tutto il viaggio che fa la luce dalla sorgente alla destinazione ed essere in grado di sintetizzarli con operazioni matematiche."
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E la difficoltà è nell'insieme di competenze necessarie a farlo. "Mettiamo insieme arte, scienza e tecnologia e il problema più grande è che gli artisti normalmente appartengono a uno solo di questi ambiti. Ci sono artisti molto artistici o tecnici che sono molto tecnici e bisogna miscelare tutto nel modo giusto." E tutto questo va fatto in tempi abbastanza stretti per poter realizzare un film.
Un pixel è un pixel
"L'importante per me è capire che sono pixel" ci ha detto quando gli abbiamo chiesto come si adatta ai diversi generi in cui si è trovato a cimentarsi: "La luce è sempre luce. La luce che usa Christopher Nolan è la stessa che usa Gabriele Salvatores, è diverso solo il modo in cui si racconta la storia. Adattiamo l'immagine allo stile, che può cambiare il termini di colori e contrasto, ma i pixel sono sempre pixel. Quando analizzo un pixel dei Pirati dei Caraibi non mi metto il cappello e la benda sull'occhio, per me sono sempre pixel e bisogna mettere da parte tutta questa responsabilità nei confronti dei fan, altrimenti si blocca tutto."
La sfida futura
"Si cresce solo quando ci si trova davanti a delle sfide", ci ha detto a proposito delle difficoltà del suo lavoro e di come sia affascinato dal risolvere i problemi di ogni singolo progetto. Ma l'ostacolo che deve affrontare il settore per il presente non è da poco e riguarda la mole di lavoro cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. "Il problema è che non ci sono tanti artisti e soprattutto non tanti artisti con esperienza o le capacità per fare certi lavori. Gli studi che si possono permettere le prime scelte possono affiancare alcuni alle prime armi a un gruppo con esperienza, ma se ti trovi in uno studio in cui sono pochi esperti a dover seguire molti artisti alle prime armi, quella è la ricetta per il disastro." Ed è un po' quello che sta succedendo.
A questo si affianca una sfida per il futuro che va verso la direzione della realizzazione degli attori digitali. "Essere in grado di creare persone in modo digitale facendo sì che sembrino persone reali è secondo me quello che svolta tutto il paradigma cinematografico. L'animazione permette di fare cose che la realtà non consente. Gli effetti possono alterare la percezione della realtà, ma l'animazione può creare la realtà. È là che tutta l'industria sta tendendo, ora anche con l'inclusione dell'intelligenza artificiale." Una sfida che fa emergere anche problematiche etiche che andranno affrontate, "ma la tecnologia non può fermarla nessuno e ci porterà a raccontare storia in cui l'unico limite sarà l'immaginazione dei filmmaker."