Precisamente ottant'anni fa, il 15 dicembre del 1939, avveniva la première al Loew's Grand Theatre di Atlanta di uno dei film che hanno rivoluzionato la storia del cinema mondiale: Via col Vento. Una delle prime grandissime produzioni cinematografiche, nell'epoca d'oro degli studios americani, il film di Victor Fleming è stato un vero e proprio evento e continua, tuttora, ad ammaliare con la sua narrazione epica, da vera e propria epopea, per le storie d'amore complesse e travagliate e per i dettagli che arricchiscono il racconto: il sorriso sornione di Rhett Butler e gli occhi verdi fiammanti di Rossella O'Hara.
Una storia e un film di questo tipo non potrebbero esistere se non fosse proprio per quella ragazza dal sangue irlandese, dallo sguardo pieno di vita e dal carattere ribelle che era Rossella O'Hara. In occasione dei primi ottant'anni di Via col Vento, abbiamo colto l'occasione per fare il punto e capire come e perché Rossella venga ancora considerata un'eroina romantica e anche come il suo opposto, un anti-eroina ribelle ed anticonformista.
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Il ritratto di una donna contro
Con il passaggio dal libro allo schermo - ricordiamo che l'omonimo romanzo scritto da Margaret Mitchell venne pubblicato nel 1936, e i suoi diritti vennero acquistati dal combattivo David O. Selznick - il pubblico ha potuto passare dalla sua immaginazione alla presenza in carne e ossa di quella donna così determinata e, allo stesso tempo, così fragile, interpretata da una meravigliosa Vivien Leigh. Descritta come una donna egoista, capricciosa, manipolatrice e arrivista, Rossella è in realtà una donna che, seguendo ciò che potrebbe essere un amore ideale, si trova alla costante ricerca del suo posto nel mondo. Ragazzina prima, adulta poi, Rossella lotta per capire sé stessa, si rende conto di essere spigolosa, di avere degli obiettivi ben chiari - l'amore di Ashley (interpretato sul grande schermo da Leslie Howard), a cui si aggiungono i quattrini quando, dopo la guerra, si troverà a avviare Tara con le sue forze - e il suo vero carattere non viene spesso alla luce, a volte sotto mentite spoglie o grazie ad una sbornia lacrimogena alla morte del suo secondo marito, Franco Kennedy.
Se da una parte Rossella può essere definita un'eroina romantica, in grado di superare tutte le difficoltà con le sue sole forze e il suo spirito battagliero, proprio per questo è anche un'anti-eroe, perché distrugge tutti i canoni della nobildonna ottocentesca, rifiutando le regole, l'etichetta e vivendo una vita attiva e non passiva, come socialmente si conveniva. Il suo è il ritratto di una donna determinata: se all'inizio la sua ribellione covata consisteva nell'andare contro l'etichetta di 'mangiare come un uccellino' e mostrare un po' di più quelle spalle che poi sembreranno sorreggere le sorti del mondo, man mano che il racconto si sviluppa il suo anticonformismo e la sua intolleranza a regole e imposizioni - dette e non dette - si fa sempre più presente.
Testarda, diretta nelle opinioni e istintiva, Rossella non smette mai di essere sé stessa, infischiandosene della sua reputazione: preferisce ballare con Rhett Butler (di cui uno strepitoso Clark Gable ha vestito i panni sul grande schermo) ad un evento benefico quando, per convenzione, dovrebbe proseguire il lungo periodo di lutto, avvenuto con la morte del primo marito e fratello di Melania Hamilton, Carlo. Finita la guerra, da Atlanta torna a Tara e rimette in piedi quella terra depredata dai nordisti, dimostrando di avere grandi doti di leadership e di essere una grande business woman, quando invece, all'epoca, il lavoro di una nobildonna era quello di cercare un uomo ricco e di una certa posizione per potersi sistemare. Addirittura, Rossella va anche contro il suo essere una donna sudista, facendo affari con i nordisti durante il suo secondo matrimonio con Kennedy (che in realtà avrebbe dovuto sposare sua sorella, Sùsele), per non parlare del fatto che gestiva da sola una falegnameria e che guidava il calessino da sé.
Rossella e la sua ansia di vivere
Prendendo in prestito le parole di Ashley enunciate durante il famoso battibecco avvenuto alle Dodici Querce, Rossella è animata da una gran ansia di vivere. Il suo è un modo di vivere in maniera attiva, forte della sua testardaggine, alla costante ricerca di un futuro migliore anche se idealizzato. Un'energia e una positività che l'hanno spinta a portare Melania (interpretata da Olivia de Havilland), moglie di Ashley, da Atlanta a Tara mentre imperversavano gli ultimi bagliori di una guerra destinata alla sconfitta sudista, che l'hanno portata a raccogliere cotone con le sue stesse mani e che fanno si che si ristabilisca dopo la morte del padre e della figlia Diletta.
Perché, come detto da Mami (interpretata da Hattie McDaniel), si sarebbe potuta anche dare delle arie e bardarsi con finimenti da cavallo, ma sarebbe rimasta comunque un mulo sotto pelle, capace di scalciare per affermarsi, per allontanare il ricordo della povertà, per evadere dall'etichetta dovuta e imposta e, nonostante tutto, per sentirsi amata.
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Di amori idealizzati, finti e celati
Ciò che maggiormente colpisce il fruitore è il fatto che Rossella sia pronta a tutto per portare avanti il suo amore per Ashley Wilkes, l'uomo che vorrebbe al suo fianco per rendere concreta quell'idea di vita felice. Un uomo che idealizza, che sovrastruttura e che diventa la sua ossessione; un amore che idealmente rappresenta la sicurezza. Perché, in fondo, Ashley non fa che rappresentare il vecchio Sud, quello capace di vivere solo nei ricordi e crogiolarsi in essi, della vita pacata e a suo modo semplice, di chi sembra guardare il mondo presente, ma in realtà continua ad avere l'occhio rivolto a quello passato.
Perché non è un caso che l'uomo più affine a Rossella sia proprio Rhett, perché sono uguali, "gentaglia tutti e due, egoisti e scaltri, ma capaci di guardare le cose in faccia e di chiamarle con il loro nome". Entrambi, infatti, rappresentano la trasformazione che va dal vecchio al nuovo Sud, sono il simbolo e l'esito della guerra di secessione, capaci di vivere alla giornata ma pensando al futuro. Due persone che seguono un desiderio d'amore uguale ma diverso: entrambi lo idealizzano, lo perseguono e vengono perseguitati a loro volta. Perché se Rhett si convince che prima o poi riuscirà a far uscire dalla testa di Rossella l'idea ossessiva di Ashley, lei spera che un giorno Mr. Wilkes si svegli dal torpore in cui è avvolto e dichiari finalmente quell'amore che sembra tanto celato. E qui sta la differenza: Rhett è accecato da un amore vero, mentre Rossella è tramortita da quella che non è più di un'illusione. Perché in cuor suo sa di amare davvero Rhett ma, forse, vivere un amore reale, vero e concreto è la sua paura più grande, quella che la rende così fragile da seguire qualcosa che non esiste.