Edizione un po' sottotono questa Venezia 72. Poche star, pubblico in calo, soprattutto la seconda settimana, così come le temperature. Per fortuna i film belli non sono mancati. Tanti i titoli a cui prestare attenzione, ma due sono le pellicole che sono rimaste nel nostro cuore, entrambe presentate nel concorso veneziano. Due sorprese che hanno lasciato a bocca aperta proprio perché firmate da autori che ci avevano abituato a ben altro. Messe da parte le riflessioni pseudo-intellettualistiche, Charlie Kaufman si cimenta nella stop-motion e con Anomalisa ci regala una pellicola d'animazione per adulti elegante, profonda e seducente. Commovente e calorosa anche l'intensa riflessione sulla morte contenuta in Heart Of a Dog, elaborazione del lutto firmata dalla vedova di Lou Reed, l'artista Laurie Anderson. Essendo un film sperimentale non sapevamo cosa attenderci, ma la Anderson ci ha regalato frammenti di bellezza.
Mette d'accordo quasi tutti anche il classico Il caso Spotlight, pamphlet sul giornalismo americano che affronta il tema della pedofilia nella Chiesa (e dell'impunità dei colpevoli) e che gode delle fantastiche interpretazioni di Mark Ruffalo e Michael Keaton. Apprezzati dalla nostra redazione redazione anche il film storico-politico di Amos Gitai Rabin, the Last Day e il fulmineo 11 Minutes, ipercinetico esercizio di stile del grande autore polacco Jerzy Skolimowski.
Dividono The Danish Girl, che colpisce soprattutto per le meravigliose performance dei suoi interpreti, Alicia Vikander ed Eddie Redmayne, meno per la forma iperclassica, e la pellicola di Cary Fukunaga, Beasts of No Nation, dedicata alla piaga dei bambini soldati in Africa che a ottobre il pubblico potrà vedere su Netflix. Tante discussioni anche sull'ultimo lavoro di Sokurov, Francofonia - Il Louvre sotto occupazione, riflessione sull'arte a quanto pare non così pregnante come le sue opere passate. Al di là delle singole differenze di gusti tra i redattori, a mettere d'accordo tutti è il finale kitsch di A Bigger Splash, firmato da Luca Guadagnino. il nostro personale leone per la scena scult è tutto suo! Di seguito le preferenze dei singoli redattori.
Valentina Ariete
Top 5
1 - Anomalisa: Kaufman ci mostra la bellezza di una voce fuori dal coro, anche quando dice banalità.
2 - 11 Minutes: La forza dirompente del cinema in un concerto rock per immagini.
3 - Non essere cattivo: Lo sguardo asciutto e vero di un autore che, in un ambiente di cineasti ombelicali, farà
sentire molto la sua mancanza.
4 - Behemoth: L'Inferno dantesco in una miniera di carbone cinese: documentario suggestivo e spaventoso, dal potere quasi ipnotico.
5 - L'hermine: Sulla carta sembra il classico film francese verboso, invece è una splendida commedia sulla vita e l'amore, con uno strepitoso Fabrice Luchini e dialoghi brillanti.
Film italiano
Non essere cattivo: il film italiano migliore di Venezia72 non era, ovviamente, in concorso. La periferia romana raccontata da Caligari non ha nulla di romantico, ma è uno spaccato vero e impietoso di una realtà che spesso i nostri registi fingono non esista. Ottimi i due protagonisti Luca Marinelli e Alessandro Borghi.
La sorpresa
Alicia Vikander: The Danish Girl doveva essere, e molto probabilmente sarà, il biglietto da visita per il secondo Oscar consecutivo a Eddie Redmayne, ormai professionista del trasformismo, ma a rubare la scena è invece la nuova promessa Alicia Vikander, che, senza bisogno di scene madri, è intensa e non vittima di "smorfiette" continue come il protagonista. Un'interprete da tenere d'occhio.
Il mostro della mostra
Go with Me: di film discutibili se ne sono visti parecchi quest'anno: il Romeo e Giulietta hightech Equals, inspiegabilmente in concorso, e il barocco Childhood of a Leader, ambizioso negli intenti ma quasi fastidioso nella realizzazione, a partire dalla musica incombente. Vince però il premio come film meno interessante della Mostra Go with me: thriller senza capo né coda, con un Anthony Hopkins confuso e non credibile come eroe action.
Scena cult
Ex aequo: la scena di sesso di Anomalisa, la prima tra due personaggi in stop motion e paradossalmente una delle più vere mai viste su grande schermo, e il finale di 11 minutes, un'esplosione di virtuosismo registico e potenza emotiva.
Scena scult
Il finale di A Bigger Splash: gli occhi sbarrati di Corrado Guzzanti su Tilda Swinton sembrano uno scherzo, un mashup assurdo, di quelli che si trovano su YouTube.
Max Borg
Top 5
1 - Anomalisa: semplice ma al contempo ricchissimo, poetico e toccante. Animazione da applauso.
2 - In Jackson Heights: l'ennesima conferma del talento documentaristico di Frederick Wiseman.
3 - Francofonia - Il Louvre sotto occupazione: a tratti impenetrabile, ma ricco ed ipnotico. Da rivedere.
4 - 11 Minutes: un grandissimo sfoggio di bravura, tesissimo e con un ottimo cast.
5 - Il caso Spotlight: di stampo molto classico, lucido, intelligente, recitato benissimo.
Film italiano
Non essere cattivo: un testamento artistico potente, libero e sincero.
La sorpresa
Kristen Stewart in Equals: la prova d'attrice più commovente in un film sull'assenza di emozioni.
Il mostro della mostra
Taj Mahal: retorico, fastidioso, esangue, inutile. #elegantemente
Scena cult
Il piano-sequenza conclusivo di El clan.
Scena scult
Tutta la parte di A Bigger Splash in cui appare Corrado Guzzanti.
Antonio Cuomo
Top 5
1 - Anomalisa: un Kaufman inusuale che colpisce per la capacità di emozionare con una stop motion originale, delicata e poetica.
2 - Heart Of a Dog: una riflessione onesta e sincera sulla vita, la morte e l'amore che tocca e commuove nel profondo.
3 - Il caso Spotlight: un film praticamente perfetto in ogni aspetto, dallo script ai personaggi alle sontuose interpretazioni di tutto il cast.
4 - Non essere cattivo: un film di genere che fa esattamente quello che deve: onesto, diretto e teso dall'inizio alla fine.
5 - Beasts of No Nation: non un film perfetto, ma un film che colpisce con durezza. Incredibile l'interpretazione del giovanissimo protagonista.
Film italiano
L'attesa: imperfetto eppure affascinante per la sicurezza dello stile, un esordio interessante che lascia ben sperare per il futuro.
La sorpresa
L'emozione trasmessami da Heart Of a Dog di Laurie Anderson, che dimostra come due film vagamente simili nell'impostazione (questo e quello di Sokurov) possano portare a reazioni personali opposte (vedi punto successivo).
Il mostro della mostra
Francofonia - Il Louvre sotto occupazione. Sì, proprio il Leone d'oro di tanti è quanto di peggio io abbia dovuto sopportare a Venezia 2015. Per la presunzione, soprattutto.
Scena cult
Jennifer Jason Leigh che canta Girls Just Wanna Have Fun in Anomalisa: momento perfetto di un film incantevole.
Scena scult
Ogni scena con Corrado Guzzanti in A Bigger Splash. Non per Guzzanti in sé, ma per quello che rappresenta nel film di Guadagnino.
Valentina D'Amico
Top 5
1 - Il caso Spotlight: potente affresco sul giornalismo americano. E' il Tutti gli uomini del presidente del nuovo millennio.
2 - Anomalisa: animazione per adulti di una bellezza da mozzare il fiato.
3 - El clan: pellicola frenetica, ottimamente diretta e interpretata, splendida la ricostruzione storica.
4 - Heart Of a Dog: la più dolce riflessione sulla morte e sull'amore.
5 - Everest: 120 minuti di vertigine con un Jake Gyllenhaal in gran forma.
Film italiano
Non essere cattivo: splendido e feroce. Claudio Caligari ci mancherà.
La sorpresa
Laurie Anderson. Dolce, sorridente, intelligentissima e in più ci ha regalato un film meraviglioso.
Il mostro della mostra
Free in Deed, monomaniaco, e Childhood of a Leader perché oltre a essere tedioso è estremamente pretenzioso.
Scena cult
Jennifer Jason Leigh che canta Girls Just Wanna Have Fun in Anomalisa e Ralph Fiennes che balla sulle note dei Rolling Stones in A Bigger Splash.
Scena scult
Corrado Guzzanti che chiede l'autografo a Tilda Swinton in A Bigger Splash.
Luca Liguori
Top 5
1 - Il caso Spotlight: come già detto nella recensione un film perfetto in ogni suo aspetto, che avrei voluto rivedere (e rivedere ancora) appena uscito dalla sala.
2 - Anomalisa: un film delizioso, divertente e toccante, che ci mostra un Kaufman molto più equilibrato e sincero del solito, ma altrettanto geniale.
3 - El clan: Pablo Trapero è un regista che amo da anni e spero che con questo film possa ricevere tutte le attenzioni che merita.
4 - 11 Minutes: Skolimowski realizza un film che è prima di tutto un divertissement di eccellente fattura tecnica, ma che nel finale riesce, sorprendentemente, ad andare oltre. Comunque anche qui vi rimando alla recensione.
5 - Non essere cattivo: il testamento di Claudio Caligari, un film che dimostra come a volte basti anche solo uno sguardo sincero e poco pretenzioso per fare un buon film. (Ogni riferimento a tutti agli altri film italiani è assolutamente voluto)
Film italiano
Escludendo Non essere cattivo, scelgo L'attesa, un film certamente non perfetto ma ricco di suggestioni ed emozioni ed un grande duetto di attrici.
La sorpresa
Alicia Vikander riesce a tenere testa (e forse perfino a superare) un eccellente Eddie Redmayne in The Danish Girl. Ma in realtà tutto il film di Tom Hooper ha superato le mie aspettative.
Il mostro della mostra
Il peggiore che ho visto è probabilmente l'indiano Interrogation, sezione Orizzonti, soprattutto perché da un punto di vista anche tecnico ed interpretativo era imbarazzante. Non scherza però anche il fuori concorso Go with Me, una delle cose più innocue ed inutili mai viste ad un festival internazionale, un film perfetto per la serata di Rai 2.
Scena cult
Siccome tutti diranno quelle di Anomalisa, io mi butto sul piano sequenza finale di El Clan, ovvero Pablo Trapero colpisce ancora!
Scena scult
Purtroppo molte scene di Black Mass - L'ultimo gangster, al limite del ridicolo involontario. Tra le tante quelle in cui Joel Edgerton "festeggia" mentre ascolta le intercettazioni ai mafiosi.
Stefano Lo Verme
Top 5
1 - The Danish Girl: un racconto di (tras)formazione che conquista ed emoziona, soprattutto grazie a due protagonisti strepitosi che ritroveremo in prima fila ai prossimi Oscar.
2 - Il caso Spotlight: Thomas McCarthy realizza un film sul giornalismo di stampo classico, solidissimo nella struttura narrativa e nella scrittura: un "cinema di parola" capace di sprigionare una tensione formidabile.
3 - The Childhood of a Leader: Uno dei più clamorosi esordi dell'anno. Quasi un horror travestito da dramma psicologico, capace di vantare il rigore, l'ambiguità e il 'gelo' di un film di Michael Haneke.
4 - Desde allá: un altro debutto alla regia per un altro film di rigore implacabile: una messa in scena esemplare messa al servizio di un dramma sentimentale di sommessa ma innegabile potenza.
5 - Behemoth: una delle opere più radicali e di maggior suggestione in concorso al Festival: un documentario sulla Mongolia contemporanea elaborato come un poema visivo che lascia stupefatti.
Film italiano
A Bigger Splash: a dispetto della 'stecca' finale, un melodramma che irretisce, seduce e coinvolge come pochi altri film visti quest'anno al Festival; Tilda Swinton e Ralph Fiennes da applausi.
La sorpresa
A pari merito, due splendide opere prime: pur essendo due film diversissimi, The Childhood of a Leader e Desde allá conquistano entrambi per il rigore, l'ambizione drammaturgica e il coraggio di puntare dritto al cuore dello spettatore.
Il mostro della mostra
Go with Me: puro obbrobrio. Un thriller sciatto e raffazzonato, senza arte né parte, la cui presenza a uno dei maggiori festival del mondo rimane un mistero inspiegabile.
Scena cult
In The Danish Girl ci sono almeno un paio di sequenze che mi hanno fatto spuntare più di una lacrima (inclusa la sequenza finale sulla scogliera), ma il singolo momento più intenso del Festival è la (s)cena finale di The Childhood of a Leader: la 'rivolta' del piccolo Prescott al cospetto dei genitori, e quel gesto spiazzante contro la madre Bérénice Bejo, costituiscono una climax da applauso.
Scena scult
Se parliamo di "scult kitsch", la scelta ricade sul Maresciallo di Corrado Guzzanti che chiede l'autografo alla rockstar Tilda Swinton in A Bigger Splash, ma a proposito di scult vero e proprio non c'è gara: il combattimento finale di Go With Me è fra i peggiori momenti di cinema dell'intera annata.
Luca Ottocento
Top 5
1 - Heart Of a Dog: un piccolo grande film sperimentale che, se si è disposti a lasciarsi trasportare dal suo immaginifico flusso di parole e immagini, colpisce al cuore: vibrante, intimo, sincero e profondo.
2 - Human: attraverso la peculiare commistione di interviste a persone provenienti da tutto il mondo girate in primo piano e inquadrature aeree mozzafiato del nostro pianeta, il documentario del fotografo
francese Yann Arthus-Bertrand raggiunge notevoli vette di liricità. Per saperne di più, potete leggere la mia intervista all'autore.
3 - Anomalisa: un malinconico gioiellino d'animazione in stop-motion che coinvolge con sincerità e, considerando che si tratta di un film scritto e co-diretto da Charlie Kaufman, relativa semplicità.
4 - Il caso Spotlight: quello sulla storica inchiesta giornalistica portata avanti nel 2001 dal team Spotlight del Boston Globe è un film d'altri tempi: solido, appassionante e impeccabile tanto dal punto vista narrativo quanto da quello registico. Un meccanismo perfetto.
5 - Rabin, the Last Day: l'ultimo film di Amos Gitai sull'assassinio del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin alterna con sapienza interviste, materiale d'archivio e sequenze di finzione. Riflettendo così in maniera molto lucida sulla storia recente di Israele.
Film italiano
Premetto di non essere riuscito a vedere Non essere cattivo. Tra gli altri italiani il mio preferito è senza dubbio L'attesa, un esordio convincente che, pur non privo di alcune ingenuità narrative, rivela il talento di Piero Messina.
La sorpresa
Nulla mi ha sorpreso di più della straordinaria capacità dimostrata in Heart of a Dog dalla musicista d'avanguardia Laurie Anderson di evocare emozioni fortissime semplicemente attraverso la propria voce e immagini essenziali.
Il mostro della mostra
In quanto ad arroganza e presunzione, con quel flusso di coscienza autoreferenziale e fastidiosamente programmatico che vorrebbe far riflettere sul rapporto tra Storia e Arte, Francofonia - Il Louvre sotto occupazione di Sokurov ha battuto davvero tutti. Un'operazione completamente fallimentare.
Scena cult
Il piano sequenza finale di El clan di Pablo Trapero è il pezzo di bravura del Festival di quest'anno, virtuoso e funzionale alla narrazione.
Scena scult
Quale scena scegliere all'interno dell'ultima folle e imbarazzante mezz'ora di A Bigger Splash di Luca Guadagnino? Nel caso in cui aveste voglia di vederlo al cinema, lascio a voi la scelta.
Beatrice Pagan
Top 5
1 - Heart Of a Dog: una riflessione interessante, originale e ben costruita sul significato della vita e soprattutto della morte.
2 - Anomalisa: è in perfetto equilibrio tra comicità e tragedia, con un approccio al cinema divertente e particolarissimo.
3 - Il caso Spotlight: un film dallo stampo molto classico e al tempo stesso contemporaneo, diretto in modo impeccabile e con ottime performance.
4 - Beasts of No Nation
Un ottimo film su argomenti di grande attualità, narrati con eleganza e bravura da Fukunaga, che dimostra ancora una volta il suo talento dopo il successo di True Detective.
5 - Remember: una sceneggiatura interessante e soprattutto un grandissimo Christopher Plummer sostengono un thriller atipico dalle tematiche molto importanti.
Film italiano
Non essere cattivo: film ben diretto e scritto che non si perde in inutili intellettualismi.
La sorpresa
The Fits: un'opera brillante e diretta con grande talento, in grado di rappresentare il passaggio dall'adolescenza all'età adulta con una trama originale.
Il mostro della mostra
Free in Deed: ripetitivo, noioso, esagerato e rumoroso, non suscita emozioni o spunti di riflessione, ma solo fastidio.
Scena cult
La sequenza finale di 11 Minutes, per la qualità tecnica e per essere riuscito a creare l'effetto sorpresa nonostante sia stata costruita per tutto il film.
Scena scult
Il poliziotto di A Bigger Splash che chiede l'autografo alla rockstar sotto la pioggia, una scena che supera il ridicolo e il sopportabile.
Alessia Starace
Top 5
1 - Heart Of a Dog: il talento, la saggezza e l'amore di Laurie Anderson trasfusi in un film bizzarro e indimenticabile.
2 - Anomalisa:
la via della semplicità ben si addice all'estro di Charlie Kaufman che ci racconta la meraviglia e la miseria dei rapporti umani.
3 - Il caso Spotlight: un film dall'impianto classico ma dallo spirito indomabile e stimolante.
4 - Beasts of No Nation:
il film di Fukunaga è ambizioso e disturbante, e non vuol saperne di smetterla di tormentare i miei sonni e la mia coscienza.
5 - Rabin, the Last Day:
un prezioso e coraggioso atto d'indagine e riflessione sulla storia d'Israele.
Film italiano
Gli altri non mancheranno di parlare, giustamente, dell'ottimo Non essere cattivo. Ma io ho amato anche l'eversivo Per amor vostro e la sua incantevole protagonista Valeria Golino.
La sorpresa
Kristen Stewart che sorrideva in conferenza stampa, rilassata, luminosa e interessante.
Il mostro della mostra
The Endless River, anche se più che repellente è insulso. Il fatto mostruoso è che fosse in concorso!
Scena cult
Qui non posso esimermi: Lisa/Jennifer Jason Leigh che intona Girls Just Wanna Have Fun in Anomalisa. Da brividi.
Scena scult
Tilda Swinton, proprio lei, ma solo nel finale sciagurato e grottesco di A Bigger Splash, in particolare il momento delle grida afone.