Martha e Sean stanno per avere una bambina: hanno deciso di far avvenire il parto in casa. Si rompono le acque e la levatrice di cui si fidano non può venire. Si affidano quindi a un'altra donna. Tutto sembra andare per il meglio, poi qualcosa cambia. Le conseguenze di quella sera condizioneranno la loro famiglia per sempre. Dopo essere stato presentato in concorso alla 77esima Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia, dove la protagonista Vanessa Kirby è stata premiata con la Coppa Volpi alla migliore attrice, arriva su Netflix il 7 gennaio Pieces of a Woman, film di Kornél Mundruczó scritto da Kata Wéber e prodotto da Martin Scorsese.
La sequenza iniziale del parto è sconvolgente: un lungo piano sequenza che è una delle scene più potenti ed emotivamente toccanti di questa stagione cinematografica. Vanessa Kirby è incredibilmente naturale e ad aiutarla in questa scena difficilissima c'è Shia LaBeouf, protagonista maschile. Altro ruolo fondamentale è quello della madre di Martha, Elizabeth, interpretata da un'incredibile Ellen Burstyn.
Pieces of a Woman è un film duro, emotivamente provante, non però privo di speranza. Una lunga seduta di terapia, in cui anche lo spettatore, insieme ai protagonisti, cerca di elaborare il proprio dolore. Grande favorita agli Oscar 2021, nel futuro di Vanessa Kirby vediamo certamente una nomination, se non la statuetta. Abbiamo raggiunto l'attrice inglese - che si è fatta conoscere dal grande pubblico grazie a un altro titolo Netflix, la serie tv The Crown, in cui è stata la principessa Margaret - via Zoom.
La video intervista a Vanessa Kirby
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La scena iniziale di Pieces of a Woman è già nella storia del cinema
Nella scena iniziale sappiamo tutti dove vi trovate tu e Martha: poi però sembra che tu sia altrove. Quindi voglio chiederti: dove siete tu e Martha in quei momenti?
È davvero una bella domanda. È qualcosa che ho notato quando ho avuto l'incredibile privilegio di vedere un parto. Questa donna mi ha permesso di essere lì con lei. L'ho vista andare da un'altra parte: l'ho vista fare un viaggio, il suo viaggio. È come se la sua mente si fosse spenta e il corpo avesse preso il controllo. Come un'intelligenza primitiva che sapeva cosa fare. Ho visto la paura, a diversi livelli: sembra davvero qualcosa di monumentale, insormontabile. Non era davvero con noi nella stanza: stava facendo il suo viaggio. Quindi mi sono permessa di fare la stessa cosa: di non essere nella stanza, lasciandomi andare a quel viaggio su cui non avevo controllo, senza potere. La parola che mi è venuta in mente guardando quella donna straordinaria è stata: abbandonarsi. Si è lasciata andare all'esperienza. Come gli animali: loro sanno cosa fare. Sono andata in quello spazio.
I ponti di Pieces of a Woman
Nel corso del film vediamo diversi ponti: ponti veri, un quadro con un ponte. Secondo te cosa significa questa metafora del ponte?
Credo che rappresenti il viaggio della vita: le nostre esistenza sono piene di alti e bassi. Vogliamo essere in controllo, avere un'esperienza positiva e sicura: quando accadono cose spiacevoli per noi è davvero difficile. Proviamo delle emozioni molto dure. Questo mi ha insegnato molto sul dolore: il lutto è un esperienza universale quando perdiamo qualcosa o qualcuno che amiamo davvero. Lo affrontiamo completamente da soli. Rappresenta ricostruire se stessi. Quando senti che la tua realtà è stata fatta a pezzi accade qualcosa che non ti saresti mai aspettato e che non avresti voluto succedesse. Come puoi rimettere insieme i pezzi della tua vita? Come ritrovi te stesso? Sei diverso dalla persona che conoscevi, la realtà è diversa e devi rimetterti in sesto. Credo rappresenti questo.
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In Pieces of a Woman c'è anche speranza
Anche se questo film a volte è davvero cupo, credo che alla fine ci sia un grande messaggio di speranza: la vita va avanti in ogni caso. Pensi sia vero? Possiamo avere speranza anche nei nostri momenti peggiori o no?
Raccontando il percorso di tre mesi che affronta Martha volevo dare giustizia alle donne che hanno perso i loro figli con cui ho parlato: la costante era che, anche se avevano perso il loro bambino, avevano scoperto in loro stesse qualcosa che lui aveva donato a loro. Una quantità immensa di amore. Anche se non avrebbero passato la vita insieme, quella esperienza le ha profondamente cambiate. È come la frase: è più buio prima dell'alba. Dentro di c'è una rinascita quando affronti un'esperienza così dolorosa. Quando ti guardi indietro pensi che se non fosse successo non saresti chi sei oggi. Ricorda in qualche modo l'anno che stiamo vivendo: stiamo affrontando un lutto collettivo. La vita che conoscevamo è persa sotto molti punti di vista. Sono molto orgogliosa del film: non rende più facile quell'esperienza, non la ammorbidisce. Alla fine lei è così profondamente diversa e anche la relazione con sua madre: alla fine si stringono le mani. Grazie a sua figlia è l'intera famiglia si riconcilia. È una cosa davvero bellissima e spero che aiuti le persone che ne hanno bisogno.
Pieces of a Woman: Vanessa Kirby e l'essere genitori
Secondo te cosa ci rende bravi genitori? Perché nel film nessuno sembra saperlo.
Non lo so perché non lo sono ancora! Non so come sarà. Credo di essere in grado di lasciare che i miei figli siano loro stessi, non me. Bisogna aiutarli a crescere, a fare le loro esperienze, dar loro spazio. Senza condizionarli. Non lo so, non voglio dare consigli, perché ancora non so cosa si prova e potrei dire cose sbagliate.