Ci sono premi che lasciano il tempo che trovano, altri che di fatto certificano traguardi. Rientra tra questi quello ricevuto alle Giornate professionali di Sorrento da Valentina Romani, romana, classe 1996, riconosciuta come talento emergente del 2023, un anno che ha confermato quanto di buono costruito dalla giovane attrice italiana: dopo il successo impostato sin dal 2020 con La porta rossa e Mare fuori, nell'ultimo anno sono arrivati diversi traguardi prestigiosi, dalla partecipazione come testimonial al Festival di Sanremo, con i suoi collegamenti davanti all'Ariston, al doppiaggio della protagonista di Elemental, Ember, fino alla partecipazione all'ultimo film di uno dei più popolari autori italiani, Nanni Moretti, che l'ha voluta nel suo Il sol dell'avvenire.
L'affetto del pubblico
Un riconoscimento, dicevamo, che certifica il lavoro svolto e anche l'affetto da parte del pubblico che la segue con fedeltà. "Sento molto il loro calore, sono molto affettuosi" ci ha detto Valentina Romani, "ho un pubblico fatto di persone che hanno il piacere di gioire insieme a me". Una partecipazione di chi la segue a questo cammino di successo che sta compiendo, "una cosa veramente molto bella, perché mi arriva in modo sincero." È forse la risposta a una pari sincerità e passione che il pubblico vede nel suo modo di porsi, quella onestà professionale che il premio ricevuto a Sorrento certifica e che la fa sentire "incoraggiata, perché arriva alla fine di un periodo molto importante, a coronamento di un anno pieno e soddisfacente."
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Al servizio di un grande autore
"Un sogno che si è realizzato". Così descrive Valentina Romani la sua partecipazione a Il sol dell'avvenire di Nanni Moretti. "Amo e stimo Moretti da sempre e far parte di un suo film era veramente un sogno che sono felice di aver realizzato. È un film che mi ha lasciato tanto, sia perché ha avuto una bellissima vita al cinema, sia perché mi ha permesso di andare a Cannes, dove c'è stata un'atmosfera magica." Un'atmosfera magica sulla Croisette, ma anche nel gruppo di lavoro che ha accompagnato la pellicola al festival francese: "un'aria di familiarità, insieme a tutta la famiglia morettiana." Una famiglia composta di nomi importanti che l'hanno fatta crescere: "ho conosciuto dei grandi artisti, dei grandi attori, da Nanni a Margherita Buy a Silvio Orlando e Barbora Bobulova. Una bellissima occasione anche umana per imparare dai migliori."
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Tra serie e film, il lavoro sul personaggio
Il lavoro su Il sol dell'avvenire arriva dopo essersi imposta in ambito televisivo, con un ruolo seriale importante come quello di Mare fuori. Ma come cambia il lavoro di Valentina Romani passando da un ambito all'altro, che hanno tempi di lavorazione e a disposizione del personaggio molto differenti? "L'approccio è lo stesso" ci ha detto, "leggo la sceneggiatura e mi affido al regista, a chi ha una visone più completa di tutta la storia." Aggiunge però un dettaglio che rivela molto del suo modo di affrontare i personaggi: "un momento molto catartico per me è quello della prova costumi, in cui si definisce proprio il carattere di un personaggio, i suoi colori."
L'affidarsi al regista resta comunque una priorità dell'attrice nel costruire i ruoli, "per prendere una direzione che metta d'accordo tutti, che sia congrua alla storia che si sta raccontando." Un vero lavoro di squadra che si va poi ad adattare ai diversi ritmi che hanno seralità e cinema: "la differenza sta principalmente nelle tempistiche tecniche. Girare una serie avendo più materiale richiede chiaramente più tempo, e quindi un ritmo un po' più incalzante di ripresa." Ma questo non va, non deve andare a discapito dell'attenzione, "non vuol dire che non si curino particolari, anzi". Cambia il ritmo e questo andamento Valentina Romani lo paragona a un ballo: "La serialità ha un ritmo abbastanza... quasi come se fosse un tango, mettiamola così, mentre il cinema è uno schiaccianoci."