Per un'attrice giovane come Sasha Lane, il ruolo di Jessica Hyde può essere quello che cambia una carriera per come catalizza l'attenzione e funge da perno per la storia di Utopia, la serie Amazon che è remake dell'originale britannico del 2013. Sviluppata da Gillian Flynn, la serie è disponibile su Prime Video dal 30 ottobre ed è un mix di thriller, fantascienza, cospirazioni e quello che è tristemente l'argomento del momento: una pandemia. Il tutto con il condimento di un fumetto che sembra anticipare molto di quanto accade nel mondo.
Essere Jessica Hyde
Quel è stata la tua prima reazione alla storia di questa serie?
Sasha Lane: Ho pensato che fosse fantastica e ho iniziato a chiedermi come ottenere la parte. Dovevo essere sicura che nessun altro fosse preso al mio posto, perché era quello che stavo aspettando.
Avevi un'idea chiara di come sarebbe stata Jessica Hyde? Quanto ne avete parlato
Ho assimilato quello che era su carta e avevo un'idea ben definita del personaggio, ma poi abbiamo preso gli episodi man mano che venivano. C'era spazio per sviluppare Jessica con la storia e discuterne con Gillian. Volevamo che fosse un tipo cazzuto con una missione, ma volevamo anche che piacesse al pubblico, che ci si potesse legare a lei.
Jessica Hyde è un personaggio cazzuto. Come ti sei preparata, anche fisicamente, per questo ruolo?
Mi piacerebbe dire che mi sono preparata, ma in realtà ho solo una buona memoria muscolare. Ho fatto stunt in precedenza e devo dire che è una delle mie cose preferite far uscire tutta quell'energia. Mi sono confrontata con Toby, il regista, sul come Jessica sia sempre in costante movimento, non se ne sta mai seduta su un divano o da qualche parte. Deve muoversi, sempre al limite. E quando siamo arrivati alle sequenze di combattimento e cose del genere, ci siamo chiesti quale dovesse essere il suo movimento anche in quei casi. Ho studiato gatti selvatici, cercando di concentrarmi su movimenti calmi ma deliberati. Ho adorato questo tipo di lavoro.
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Utopia e la violenza
Utopia è una serie molto violenta, per quello che racconta e un po' anche per colpa del tuo personaggio. Che ne pensi della rappresentazione della violenza nella serie?
Nel fare il nostro remake partendo dalla versione inglese, la violenza è stata una base solida. Con questo non voglio dire che la violenza rende qualcosa più solido e concreto, ma che per Jessica Hyde è qualcosa di molto importante, perché è l'unico modo che conosce per interagire con le persone, oltre a nascondersi e scappare dall'organizzazione che le dà la caccia e cerca di ucciderla. Il suo solo modo di sopravvivere e che le permette di connettersi con il prossimo è di mettergli un coltello alla gola. È sempre in modalità da sopravvivenza.
Conoscevi la serie britannica? Che ne pensi?
Ho guardato un paio di episodi dopo aver avuto gli script di Utopia e ho pensato che fosse una figata. Ha un certo stile e ha delle cose che funzionano alla grande, e ovviamente non ha fatto che aumentare la voglia di fare questo remake. Ma ho smesso di guardarla perché non volevo che influenzasse il mio modo di interpretare Jessica Hyde, volevo che il personaggio rispecchiasse la mia visione, la visione di Gillian e quella di Toby, senza essere distratta da quello che avrei dovuto fare per metterla in scena.
Qual è stata la tua scena preferita da girare e la più difficile?
Le mie preferite, che sono anche le più difficili, sono le scene con Artemis, specialmente quella nel bagno sottoterra. È una scena molto intensa emotivamente, pesante sia fisicamente che mentalmente. È molto cupa e il modo in cui Jessica combatte è come se fosse sospesa in una danza per tutta la scena e il modo in cui si conclude aggiunge un check a ogni voce della lista di elementi del mio lato più oscuro. Non è solo una lotta, è uno dei combattimenti più grossi e soprattutto ha un significato e credo che colpirà emotivamente il pubblico.
Sei una lettrice di fumetti? Ti piacerebbe uno come quello che vediamo in Utopia
Non ho mai avuto un grande interesse per i fumetti, ma mi piacerebbe uno come Utopia e ho trovato in fumetteria alcune graphic novel che mi sono state consigliate sapendo che non amo molto i fumetti. Storie di crimini veri, gialli e roba violenta. Mi sa che ho un debole per queste cose, ma non mi piacciono molto i superpoteri.
Utopia e la pandemia
Come ci si sente a essere in una serie che parla di una pandemia nel 2020?
Abbiamo girato tutta la serie prima della pandemia, quindi non ci è mai apparso strano o folle. L'unica parte che aveva un parallelo con la realtà è quella che riguarda le cospirazione e quanto un governo sia coinvolte in attività random, senza entrare nello specifico della vita quotidiana e, ovviamente, del Covid. Non percepivamo il collegamento profondo che sentiamo ora.
Come dicevi non sapevate della pandemia al momento delle riprese, ma pensi che ci siano degli insegnamenti che possiamo trarre dalla serie e che sono valide per quello che stiamo vivendo?
Sono sicura che ce ne sono. Quando qualcosa colpisce duramente come sta facendo questa pandemia, ci sono sempre lezioni importanti da imparare. Bisogna chiedersi cosa vogliamo, cosa ci importa realmente, cosa è importante, quanto teniamo a noi stessi ma soprattutto a quelli che ci circondano. Dire che non si vuole indossare una mascherina perché non ci importa non ha senso, perché bisogna pensare alla propria famiglia e a quelli che abbiamo attorno. Anche in Utopia, sappiamo che c'è una cospirazione e che siamo alla ricerca di risposte, ma cosa comporta? Vogliamo realmente cercare di salvare l'umanità? Abbiamo intenzione di andare oltre i nostri limiti per assicurarci di salvare la nostra famiglia e le persone che abbiamo attorno? C'è molto da dire riguardo a come interagiamo con gli altri esseri umani e quanto teniamo e cosa vuol dire restare uniti mentre affrontiamo qualcosa di importante e spaventoso.
Non è un buon momento per i cinema e lo streaming ha acquisito molta importanza negli ultimi mesi. Pensi che lo sarà ancora di più per il settore nel prossimo futuro?
Ovviamente non so predire quello che accadrà, ma penso che lo streaming sia essenziale ora come ora e che si svilupperà ulteriormente, anche per come sono cambiate le abitudini di una parte di pubblico, per l'abbassamento della soglia di attenzione, l'abitudine al binge-watching e il poco interesse ad andare in una sala cinematografica quando già paghi un abbonamento a una piattaforma. Credo che diventerà uno stile di vita e si dovrà pensare a quale sia la piattaforma migliore per un determinato film o una serie, si dovrà pensare alle strategie migliori per raggiungere il pubblico. Mi manca tanto la sala, vedremo che succederà.