La nave di Unwanted - Ostaggi del mare, la nuova serie che affronta di petto il tema dei migranti, finisce la propria corsa il 24 novembre su Sky Atlantic e in streaming su NOW. Un progetto enorme, una co-produzione internazionale davanti e dietro le quinte, come testimoniato dalle tante personalità coinvolte. Dopo aver chiacchierato con i passeggeri italiani e con i capitani della serie tv, la parola passa al cast internazionale. Gli interpreti dei migranti Edward Apeagyei, Reshny Massaka e Samuel Kalambay, del cameriere tedesco dell'equipaggio Jonathan Berlin e della giovane passeggera inglese Nuala Peberdy.
Gioventù addolorata
La chiacchierata inizia dagli interpreti più giovani, due ragazzini apparentemente incompatibili che trovano un terreno comune in quello che succede sulla Orizzonte, la nave da crociera al centro della storia che va a imbarcare 28 migranti indesiderati creando disagio e confusione tra equipaggio e passeggeri. Chi ne è incuriosita è invece Mary, una ragazzina solitaria e taciturna che è stata portata in vacanza dai nonni, che vogliono farle distrarre su quanto le sta accadendo nella vita.
Dice Nuala Peberdy: "Penso che le personalità di Mary ed Elvis differiscano drasticamente, ma penso anche che quando si incontrano imparino delle cose su se stessi che non avrebbero imparato senza l'altra persona. Per esempio Mary apprende come comunicare di più i propri sentimenti e condividere come si sente davvero". Le fa eco Samuel Kalambay che è il nero albino Elvis, un ragazzo che rimane affascinato dal lusso con cui va a scontrarsi sulla nave: "È vero che all'inizio sono due caratteri estremamente agli antipodi che quindi fanno estremamente fatica ad avviare questo loro rapporto ma via via che la loro conoscenza si approfondisce riescono ad andare maggiormente d'accordo rendendosi anche conto che ciascuno porta all'altro qualcosa di positivo e questo fa bene ad entrambi".
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Partire da se stessi...
Nuala e Kalampay hanno poi rivelato di avere molto in comune coi propri personaggi: "Amo moltissimo leggere. Infatti il libro che legge Mary nella serie, Pachinko (da cui hanno tratto la serie Apple Tv+, ndr), l'ho letto e amato moltissimo anche io". Le fa ancora una volta eco Kalampay: "Elvis ama ridere e soprattutto far ridere gli altri e questo è sicuramente un aspetto che condividiamo, tant'è che amo molto la stand-up comedy. Sono anche un grande appassionato di calcio. Tifiamo anche la stessa squadra e abbiamo lo stesso eroe calcistico!" (ride) Si impara sempre da chi si interpreta, soprattutto se si è ancora così giovani: "Mary, che è molto distante dal mio modo di essere, ha aperto i miei orizzonti e le mie prospettive sui ruoli che posso interpretare come attrice. Inoltre mi ha insegnato che è importante mostrare le proprie emozioni e come ti senti altrimenti puoi ritrovarti a soffrire molto nel non poter esprimere i tuoi veri sentimenti".
Concorda l'interprete dell'estroverso Elvis che prova a cogliere tutte le opportunità che gli dà la Orizzonte, desiderando esplorarla: "È un personaggio che mi arricchito moltissimo, quello che lui fa è mettersi nei panni degli altri e in ciò che hanno subìto moltissime persone, e cercare di vedere sempre e comunque il lato positivo delle cose, questo è stato sicuramente l'insegnamento più grande". Entrambi i personaggi inoltre vengono da un dolore che hanno vissuto nella propria vita e questo può unire piuttosto che dividere le persone secondo Peberdy: "Penso che ci sono traumi ed esperienze che possono effettivamente avvicinare l'umanità piuttosto che il contrario" e ancora una volta è sulla stessa lunghezza d'onda Kalampay: "Quello che hanno vissuto per certi aspetti diverso ma altrettanto orribile li aiuta ad avvicinarsi l'uno all'altra e nel dialogare e confrontarsi sulla sofferenza subita arrivano a liberarsi del peso di quel vissuto ed è utile per sviluppare questo loro rapporto di amicizia. Questo è vero per Elvis e Mary ma può essere valido anche nella vita reale".
...per arrivare dove?
Anche gli interpreti dei migranti di Unwanted (qui la recensione) con cui abbiamo parlato hanno portato qualcosa dal proprio vissuto, unendolo alla sceneggiatura di Stefano Bises e al materiale originale di partenza, il libro-inchiesta del giornalista Fabrizio Gatti Bibal che è stato sotto copertura attraverso il Sahara insieme ai viaggiatori e a chi lucrava su questo loro viaggio della speranza. A partire da Edward Apeagyei che è Ousmane, un tassista lungo il deserto con due mogli e molti figli da mantenere: "Io stesso sono arrivato in Inghilterra come immigrato ma facendo ricerche per il personaggio ho realizzato che, in fondo, ero stato uno di quelli fortunati. È stato evidente sul set parlando con persone che davvero avevano vissuto quella traversata. Io alla fine presi un aereo, mio padre riuscì a farmi avere il biglietto. C'è chi invece ha camminato per ben 45 giorni attraverso il deserto, e non so davvero come puoi uscire fisicamente e psicologicamente da un'esperienza come quella".
Reshny Massaka che è Marem, una neomamma che ha visto nascere la piccola Miracle (nome più che adatto) durante la traversata e che sarà avvicinata dalla coppia che non può avere figli dei passeggeri, formata da Diletta e Nicola: "Io ho letto Bilal e mi ha sopraffatto. Mi ha aiutato molto e ho fatto ricerca per il mio personaggio. Della mia storia personale ho portato il fatto che quando ero piccola sono dovuta scappare dalla guerra: sono nata in Congo e non ho molti ricordi di quel periodo ma ho alcuni brevi flashback - sentire gli spari e vedere le persone distese a terra. Ho dovuto lasciare la mia casa e mia madre per venire qui, e mi ha aiutato per costruire un passato per il mio personaggio e portarlo in scena".
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Equipaggi fantastici e dove trovsrli
Non solo solo Diletta e qualche altro passeggero e mostrare empatia verso il gruppo di ospiti non previsti a bordo della Orizzonte, ma anche alcuni membri dell'equipaggio. Tra loro c'è sicuramente il cameriere tedesco Jurgen, interpretato da Jonathan Berlin, che deve affrontare alcuni segreti coi propri genitori quando se li ritrova a sorpresa tra i passeggeri: "Ci tengo a dire quanto sia stato felice di salire a bordo di un progetto come questo perché raccontare storie come quella della serie è importante soprattutto oggi, dato quello che succede in Europa con il governo tendenzialmente di destra, anche perché lo scenario è ancora più catastrofico di quando abbiamo girato un anno fa".
Continua poi: "Quindi per noi è stata una doppia sfida raccontarla nel modo giusto. Sono stato anche contento di raccontare una storyline queer in un contesto come quello della serie. Il lavoro è sempre un mix tra il proprio vissuto e quello che arriva da scrittura e regia. Qualcuno come Oliver Hirschbiegel che è stato capace di guidarci in questo percorso e come Stefano Bises, che ci ha permesso di immergerci nelle storie di questi personaggi". Jurgen si offre di occuparsi dei migranti quando forse nessun altro avrebbe voluto e gli dà un telefono. A volte basta un telefono, un piccolo gesto per fare la differenza: "In certe situazioni sicuramente e non importa da dove vieni, quando la tua umanità ed empatia è richiesta, usala e dai un telefono a chi ne ha bisogno".
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Sensibilizzare con i film e le serie
Nel secondo episodio c'è questa scena in cui vengono spettacolarizzate su un palco le storie dei migranti. Un approccio tipicamente occidentale che però può portare ad un punto di incontro. Ma sono i prodotti audiovisivi come Unwanted - Ostaggi del mare e film e serie in generale come Io, Capitano che possano aiutare a sensibilizzare su questo tema così attuale. Lo dice per prima Reshny Massaka: "Abbiamo fatto il possibile come diceva Jonathan per rendere giustizia alle storie dei migranti e per far sentire le loro voci, che non sono state ascoltate abbastanza o per niente a volte. Quando i giornalisti ne parlano in tv spesso i migranti vengono disumanizzati come se non fossero persone con desideri e sogni. C'è una scrittrice francese originaria del Senegal, Fatma Ndaw, che parlando della questione ha detto che abbiamo tutti le nostre paure e non possiamo selezionare chi entra nel nostro Paese a seconda del colore della pelle".
Le fa eco Edward Apeagyei: "Voglio aggiungere che è utile connettere con le storie di questi personaggi, ad esempio Ousmane è una persona comune come tutte le altre e sono le circostanze straordinarie a portarlo a fare questo viaggio, non era qualcosa di pianificato da tempo". Chiude con parole molto decide e dure Jonathan Berlin: "Io spero la serie aiuti a far parlare di più le persone europee tra loro perché è nostra responsabilità aiutare chi ha più bisogno. Mostrare storie che non sono state così tanto raccontate nella fiction. Specialmente oggi, con personalità come la Meloni in Italia. Era ora!"