Christian Petzold, regista di Undine: “Gli uomini che ingannano le donne sono dei mostri”

Intervista a Christian Petzold, regista di Undine, film su una sirena moderna interpretata da Paula Beer, premiata come miglior attrice al Festival di Berlino 2020.

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Undine - Un amore per sempre: Paula Beer, Franz Rogowski in una scena del film

Vincitore al Festival di Berlino 2020 del premio alla migliore attrice protagonista, arriva nelle sale italiane dal 24 settembre Undine, di Christian Petzold. Ispirato alle fiabe e leggende sulle creature marine, il film racconta la storia di una donna, Undine appunto, che ha un forte legame con l'acqua. Esperta dell'architettura di Berlino, sembra destinata a rimanere sola, almeno fino a quando non incontra un palombaro.

Interpretata da Paula Beer, Undine non è una sirena come le altre: non canta e ascolta molto. Abbiamo chiesto il perché di questa scelta al regista, incontrato al Lido di Venezia, perché membro della giuria della 77esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, presieduta da Cate Blanchett.

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Undine - Un amore per sempre: una scena con Paula Beer

"Nella prima favola scritta dai Tedeschi, di derivazione francese, Undine non è una cantante: non parla." Ci ha detto, proseguendo: "È molto bella, è innocente, è mezza nuda, ma non può cantare e parlare. E il protagonista maschile ama questo fatto che una donna non possa cantare e parlare. È solo un corpo che lo aspetta a casa. Successivamente Hans Christian Andersen l'ha trasformata in una cantante: è qualcosa che non c'è nella favola tedesca. Ho pensato al canto: nella prima stesura della sceneggiatura ho scritto che forse avrebbe potuto essere una cantante, ma sarebbe stato un cliché. Non volevo una donna che fosse una cantante, o una ballerina, che usasse soltanto il suo corpo, ma una donna che fosse anche intellettuale. Per questo non canta, ma parla della storia di Berlino e molto bene: nella scena in cui il suo fidanzato, Christoph, le chiede: puoi parlare per me? È come se cantasse."

La nostra intervista a Christian Petzold

Undine, recensione: Christian Petzold e l'amore fiabesco

Undine e sirene: mostri di solitudine

Undine è una creatura non esattamente umana, ma, a differenza di altri mostri del cinema e della letteratura ha il vantaggio di sembrare una donna normale. E anche molto bella. Chi sono quindi i veri mostri oggi? Per Christian Petzold: "In tempo di guerra puoi trovare dei mostri, ma credo lo siano anche gli uomini che conquistano le giovani donne dicendo loro che sarà per sempre e poi le gettano via. È un po' l'opera di un mostro. Undine vuole una vita comune, con qualcuno di cui lei sia innamorata. In genere è sempre l'oggetto, ma in questo film per la prima volta è il soggetto: è lei che si innamora di un ragazzo."

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Undine - Un amore per sempre: Paula Beer in un momento del film

Cosa possiamo imparare quindi dai mostri? Il regista: "I mostri dei film della Disney ci fanno credere che siano potenti, ma storicamente i mostri sono tristi. Tutti i mostri sono molto soli e molto tristi, come i fantasmi, come il Ciclope, che vive solo su un'isola, con un solo occhio. Anche il mostro di Notre-Dame, Quasimodo, anche lui è solo: lo sono tutti. Credo che un po' di questa solitudine sia anche in Undine: è sola, non ha amici, non ha un compagno, una relazione, è sempre da sola. Torna al lago ad aspettare il prossimo con cui sarà da sola."

Gli effetti sonori di Undine

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Undine - Un amore per sempre: una scena del film

Nel film di Petzold gli effetti sonori e il montaggio sonoro sono fondamentali: un vetro che si rompe, il rumore di quando si nuota sott'acqua. Ecco come ci ha lavorato: "Dipende dagli attori: i primi cinque giorni di riprese erano sott'acqua. Dopo il primo giorno mi sono chiesto perché fossero così felici. Sono in un altro elemento, l'acqua, si immergono: mi hanno risposto, in maniera molto intelligente, perché non ci sono dialoghi. Questo li rendeva felici. Siccome non c'è dialogo si può sentire di più: le bolle, il respiro, i rumori sott'acqua. Erano sott'acqua e lo preferivano ai dialoghi! Si può ballare per cinque giorni sott'acqua senza parlare: è fantastico. Per me è stato fantastico guardarli."