Under the Volcano, la recensione: gli echi della guerra in una vacanza sotto il sole

La disgregazione di una sicurezza geopolitica acquista echi esistenziali riproponendosi in una coppia con figli in vacanza. Nel film del polacco Damian Kocur si racconta la guerra senza mostrarla, attraverso le ripercussioni su un nucleo famigliare ricomposta.

La famiglia protagonista di Under the Volcano

L'unità che ha caratterizzato la nostra visione politica negli ultimi anni in seguito alla nascita dell'UE è fortemente in crisi, così come i valori che ci hanno mosso come occidentali dopo il 1994. La guerra in Ucraina è stato l'apice più drammatico di una tendenza che è ovviamente testimoniata anche dal cinema, soprattutto europeo, e sempre in modo più sostanziale.

Under The Volcano
I protagonisti di Under the Volcano.

Under the Volcano (che poco c'entra con il romanzo omonimo di Malcolm Lowry del 1947) è una delle pellicole che in questo 2024 hanno preso di petto questo spaesamento e questo sentimento di disgregazione, portandolo all'interno di un contesto delicatissimo (anche questo in forte crisi) come quello famigliare. Bella la scelta di farlo con un racconto estivo, spesso adoperato per raccontare la fine di una stagione della vita.

Damian Kocur, cineasta polacco, recupera diversi meccanismi linguistici tipici del cinema della zona nord del Vecchio Continente (impossibile non pensare, per esempio, al Ruben Östlund di qualche anno fa) per destrutturare un sistema cardine della società del XX e XXI secolo, usando il conflitto senza mai farlo vedere, ma concentrandosi sullo sguardo dei diretti interessati. La cosa sorprendente della pellicola non è però il suo parlare di un probabile tramonto di un mondo, ma anche delle nuove possibilità di contaminazione culturale che si aprono. Un mondo meno unito, ma forse più ampio.

Under the Volcano di Tenerife

Under The Volcano Una Scena
Una scena di Under the Volcano.

Una famiglia ucraina è in vacanza in Spagna, a cavallo di quei fatidici giorni del 2022 quando la Russia di Putin ha invaso il loro Paese. Russi che incrociano in albergo scambiandosi battute, condividendo la lingua e anche l'ascensore, sentendosi a loro agio e dando l'impressione di essere quasi la stessa cosa. Tutto cambia ovviamente dopo poche ore. Una scena semplice con cui Under the Volcano enfatizza il tradimento profondo e la frattura insanabile tra due popoli fratelli.

Una chiave di volta che apre alle divisioni che sono anche all'interno di un nucleo ricomposto, in cui figurano un bambino, una adolescente con il loro papà e la nuova compagna. La donna è un corpo estraneo che, dopo lo scoppio della crisi, quasi chiama a gran voce una sua indipendenza, un suo tirarsi fuori dal contesto, rompere un'unione, come ha la tentazione di fare l'uomo dopo l'invasione della terra natale.

Under The Volcano La Famiglia Protagonista
La famiglia di Under the Volcano.

La guerra acquisisce la forza di un vero e proprio terremoto emotivo che sconquassa le fondamenta di una famiglia metafora di una società che deve già fare i conti con delle debolezze e delle idiosincrasie di fondo e che rischiano di sconvolgerla al punto di farla crollare definitivamente. A meno che si trovi un'altra strada, un modo per vivere anche tollerando queste mescolanze profonde e queste nuove fragilità, guardando magari al di fuori del proprio orticello. Forse le nuove generazioni possono mostrare la via.

Dalle ceneri di un mondo può nascere una nuova unità

Under The Volcano
Una gita in famiglia.

C'è una mancanza nel cinema contemporaneo, un deficit nell'inquadrare il presente, nel capirlo, imbrigliarlo e ipotizzare un futuro. Siamo testimoni di una crisi di un mondo e stentiamo a capire come potrà sorgerne un altro. La cosa più onesta che si può fare in questo contento è raccontare questa zona di grigio che dura ormai da un tempo e che probabilmente durerà ancora un po'.

Under the Volcano fa questo, facendo dello shock a cui va incontro la famiglia protagonista per creare un cortocircuito con lo spettatore. Si tratta di un cinema che lavora su uno sguardo secondario, perché la guerra viene evocata (dagli elicotteri, dai fuochi d'artificio, dai telefonini), ma ne vediamo solo le conseguenze in miniatura, tramite i crescenti litigi sia interni che esterni alla famiglia e tramite la reazione dei bambini, che devono auto-esiliarsi per trovare una forma di tranquillità. Damian Kocur si concentra molto su di loro, soffermandosi sul loro modo di comunicare con l'esterno, alla ricerca di appigli che nel loro non trovano più.

Under The Volcano Scena
La giovane Sophia in una scena del film.

Questa è la cosa più interessante di Under the Volcano, che nel suo simil dramma borghese, nel suo sconvolgimento dei ruoli familiari e nel racconto della resa della civiltà davanti alla fatalità, trova però un modo per parlare dei giovani. Loro sono eredi di un mondo potenzialmente più grande, in cui le differenze culturali si possono superare, scoprendo, oltre di esse, una nuova via. Sotto il vulcano di Tenerife non c'è solamente la cenere di un'epoca, ma anche la possibilità di far fiorire nuove sinergie. La fine non è mai la fine se riusciamo ancora a capire che è sempre più quello che unisce piuttosto che quello che ci divide.

Conclusioni

In linea con la narrazione del nostro presente in crisi, Under the Volcano di Damian Kocur ci racconta della rottura dell’idea di un’unità attraverso un dramma famigliare in cui la guerra in Ucraina, senza farsi mai vedere direttamente, rivela le fragilità di un sistema forse alla fine della sua epoca. Una pellicola intensa e attuale, che vive di echi del cinema nordeuropeo, ma ne abbandona il nichilismo quando si mette all’altezza dei più giovani protagonisti, espressioni di un mondo potenzialmente più ricco e aperto.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il racconto della guerra senza mai farla vedere.
  • L’uso particolare del racconto estivo.
  • Il modo con cui asseconda lo sguardo dei più giovani.

Cosa non va

  • Ci sono delle scelte evocative un po’ forzate.