Presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2020, è disponibile su Amazon Prime Video dal 26 novembre Uncle Frank (Zio Frank il titolo italiano). Seconda opera da regista dello sceneggiatore premio Oscar di American Beauty Alan Ball, la pellicola è un road movie che ci porta nel sud degli Stati Uniti.
Carolina del Sud, 1973: Beth stravede per suo zio Frank, che oltre a essere molto simpatico e bello, è colto e genuinamente interessato ad ascoltarla. È lui a spingerla a seguire le proprie aspirazioni intellettuali nonostante tutti le dicano che deve sposarsi e mettere su famiglia. Ispirata dal suo incoraggiamento, a diciotto anni lascia la famiglia e va a New York per frequentare l'università, proprio quella in cui insegna Frank. Qui scopre che lo zio ha da anni una relazione con un altro uomo e, quando arriva la notizia della morte di suo padre, la nipote torna a casa con lui per il funerale. Con loro viaggia anche Wally, il compagno di Frank.
Lo zio Frank del titolo è interpretato da Paul Bettany (che vedremo presto nella serie Marvel WandaVision, in cui riprende il personaggio di Visione), mentre Beth è Sophia Lillis (Beverly Marsh in IT): abbiamo incontrato virtualmente l'attore inglese (che per l'occasione sfoggia un accento americano) insieme ad Alan Ball, che, oltre al cinema, ha dato il meglio di sé in televisione, con le serie tv Six Feet Under e True Blood.
La video intervista a Paul Bettany e Alan Ball
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Uncle Frank e l'importanza di condividere esperienze insieme
L'interprete di Wally è Peter Macdissi, anche produttore e compagno di Alan Ball: il suo è il personaggio più positivo, ottimista perenne. È proprio lui a insistere perché Frank dica la verità alla sua famiglia, in modo da poter essere finalmente se stesso. Quanto abbiamo bisogno di un Wally nelle nostre vite? Per Paul Bettany molto: "Amo Wally: lui e Frank si completano. Amo quella scena in cui Frank scopre che Wally li sta seguendo in macchina. È un inguaribile ottimista, è una persona positiva. Sa molto meglio di cosa ha bisogno Frank di Frank stesso. A volte anche io ho bisogno di questo nella mia vita. Amo il fatto che sia assolutamente convinto che Frank debba riunirsi con la sua famiglia, nonostante Frank non abbia mai espresso questo desiderio. Ma ha ragione. Conosce bene il suo compagno. È una cosa bellissima".
Sempre a proposito di Wally: è lui a dire che l'essere gentili nasconde sempre qualcosa. Alan Ball è d'accordo con il personaggio: "A volte sì: vengo dal sud, un posto in cui, specialmente alle donne, viene insegnato che si deve essere allegri, felici e gentili tutto il tempo. È una bella cosa, ma l'esistenza umana a volte non è per nulla gentile: ci sono aspetti delle vita che, se sono costantemente nascosti dietro un'apparenza gentile e dolce, prima o poi trovano una via alternativa e strana per uscire fuori. In questo senso sono d'accordo con Wally".
Uncle Frank e la perfetta metafora che è il road movie
Il road movie è un classico del cinema americano: le persone si conoscono sempre meglio quando fanno un viaggio in macchina. Condividere esperienze reali con gli altri per il regista e sceneggiatore è fondamentale: "Credo sia molto importante fare esperienze reali e non solo virtuali: c'è un motivo se i road movie sono un genere classico. Sono una metafora perfetta: tutti fanno un viaggio e, in questo lasso di tempo lo fanno insieme". D'accordo Bettany: "Amo i viaggi in macchina: quando ti svegli la mattina hai un obiettivo preciso ed è semplice. In genere devi andare da A a B e questo ti dà molto tempo per parlare o, se non ti va di parlare, c'è tanto da guardare, il paesaggio cambia continuamente. È un modo molto rilassato per passare del tempo con qualcuno. E sì: le esperienze reali sono migliori di quelle virtuali. Tranne pochissime eccezioni".
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Uncle Frank e l'importanza di essere se stessi
La lezione più importante che Frank dà alla nipote Beth è che non avere paura di essere chi è. Più facile a dirsi che a farsi: come si può trovare il coraggio di liberarsi dalla paura? Per Bettany: "Non lo so: è una domanda molto impegnativa. Essere a posto con te stesso e con chi sei vuol dire crescere. Credo. Sapere chi sei ti dà potere. Più invecchio meno sono paralizzato dall'imbarazzo dei miei errori e dalle cose che ho fatto male. Per esempio non sento più il bisogno di nascondere la mia mancanza di istruzione come un tempo. Conoscerti e volerti bene significa diventare adulti. A quasi 50 anni ci sono sempre più vicino".
Per Ball invece: "Essere chi vuoi e chi sei nonostante i condizionamenti culturali fa paura. A volte pensiamo che essere coraggiosi voglia dire non avere paura, ma non credo che sia così: sei coraggioso se agisci nonostante la paura, se la affronti, se ci convivi. È solo così che cominci a superarla: se ci convivi , invece di nasconderla, comincia a perdere il suo potere".