Amore, amicizia e sesso. La regista tunisina Leyla Bouzid esplora la lato più sensuale della cultura araba in un inno alla gioventù che mette a confronto uomini e donne alla scoperta della vita e di se stessi. I protagonisti di Una storia d'amore e di desiderio sono Ahmed, giovane timido e studioso, immigrato algerino di seconda generazione che vive nella banlieue di Parigi e frequenta la Sorbona, e Farah, appena giunta da Tunisi per studiare in Francia. Un amore adolescenziale "impossibile" che si consuma tra lezioni di letteratura, poemi scambiati furtivamente e antichi manuali erotici scovati negli scaffali di una libreria. L'esperienza di Farah è molto simile a quella vissuta dalla stessa Leyla Bouzid quando ha lasciato il suo paese per la Francia, ma lei assicura che la storia non è autobiografica.
"Il film è una finzione, è un lavoro che deriva dall'osservazione, dallo studio del mondo arabo. L'origine è l'unica cosa che ho in comune coi miei personaggi, che sono frutto di un lavoro creativo con gli attori" spiega la regista. "L'idea di base era raccontare la prima volta di un giovane uomo timido ed esitante, che vive un blocco nel rapporto con le donne. Mentre la storia prendeva forma nella mia mente, in modo naturale ho deciso di raccontare una giovane donna che invece non ha problemi con il desiderio. Ma non volevo raccontare una guerra tra sessi. A livello drammaturgico l'antagonista di Ahmed è lui stesso. Il film è costruito sull'interiorità di Ahmed. Il fatto che sia circondato da donne forti è un riflesso della realtà".
Letteratura araba: la scoperta della sensualità
Per alcuni, scoprire con la visione di Una storia d'amore e di desiderio che la cultura araba è così aperta all'erotismo si è rivelata una sorpresa. La visione oscurantista della società contemporanea non riflette il corpus di opere erotiche che vengono omaggiate nel film, come conferma la stessa Leyla Bouzid: "Oggi abbiamo un'idea molto più chiusa della cultura araba che in realtà è molto sensuale. La cultura di oggi è molto più conservatrice. In Francia un giovane come Ahmed non ha l'occasione di conoscere antichi testi erotici arabi, è Farah che glieli fa conoscere. Neanche il cinema arabo ne parla, perciò mi è sembrato importante aiutare lo spettatore a riscoprire questo mondo prezioso con il mio film".
In un film tutto giocato sulla rappresentazione dell'interiorità dei personaggi attraverso sguardi, gesti e dialoghi, per Leyla Bouzid trovare gli attori giusti, e in particolare un protagonista che incarnasse tutte le fragilità di Ahmed non è stato semplice: "Doveva possedere l'energia delle banlieue, ma anche la timidezza e la ritrosia del ruolo. Nella vita Sami Outalbali non è affatto timido, è molto estroverso. Quando ho finito la sceneggiatura mi sono posta il problema di trovare l'attore giusto e ho visto una serie in cui lui recitava. Gli ho raccontato il film e gli ho spiegato che avrebbe dovuto recitare in scene un po' osé. Sami recita fin da piccolo, ma questa è stata la sua prima volta in assoluto in un film, così si è esercitato molto con la co-protagonista Zbeida Belhajamor".
Una storia d'amore e di desiderio, la recensione: il trionfo della sensualità nella poesia araba
L'anima di Parigi nelle location inedite
Un punto cardine di Una storia d'amore e di desiderio è la sospensione del protagonista tra due mondi. Ahmed è diviso tra la cultura francese, in cui è immerso quotidianamente, e quella araba, che rappresenta le sue origini. Inoltre vive sospeso tra la banlieue, dove si sente a suo agio perché ne conosce regole e codici, e il centro di Parigi di cui, nel film, ci vengono mostrati lati inediti. "Ho voluto mostrare angoli della città che mi sono particolarmente cari" rivela Leyla Bouzid. "Parigi è una città molto difficile da filmare perché vi sono stati girati moltissimi film, così ho cercato di capire quali luoghi rappresentino l'anima di Parigi. Vediamo una parte di Belleville, poi i ragazzi si ritrovano a bordo Senna. Ho cercato di recuperare quei luoghi che ho scoperto quando sono arrivata a Parigi e dove mi sono sentita accolta".
Il pensiero corre a Farah, a protagonista femminile della storia che decide di trasferirsi da sola a Parigi per studiare alla Sorbona. Una figura femminile forte ed emancipata, un modello per il pubblico oltre a semplice ritratto. "Le donne tunisine non sono tutte uguali" puntualizza Leyla Bouzid. "Ci sono donne emancipate e indipendenti che però non troviamo adeguata rappresentazione nel cinema odierno. Mi sono posta il problema della ricezione da parte del pubblico perché in un primo tempo avevo pensato di ambientare la storia a Tunisi, ma scrivendo ho capito che doveva essere Parigi. La mia preoccupazione era che la storia arrivasse al pubblico. Per tutto il resto lascio libero lo spettatore di decidere".