Una stella per amica
Quella narrata ne La stella di Laura, e rielaborata partendo dall'omonino, fortunato libriccino illustrato di Klaus Baumgart, è una storia ingenua e semplice, che ammicca alle fantasie dei più piccoli - almeno quelli rimasti miracolosamente immuni dalle malie del gameboy e della playstation, abituati precocemente ad un altro tipo di intrattenimento e ad un diverso livello di coinvolgimento narrativo.
Il lungometraggio è realizzato con una commistione di tecniche di animazione che fa sì che i personaggi abbiano un aspetto cartooninstico, sullo stile delle illustrazioni del libro, mentre gli ambianti appaiono più realistici e d'impatto grazie alla CG: automobili, strade e architretture cono ritratti in maniera veritera e dare l'idea di un'autentica, moderna città tedesca - che però non è possibile identificare con precisione per volere dei realizzatori, che preferivano farne una "città universale" in cui ognuno potesse riconoscere qualcosa del suo luogo d'origine; così come ognuno può riconoscere qualcosa di sé nella vicenda della piccola Laura e della sua stellina: "Non è una storia con un'ambientazione specifica - ha dichiarato il co-regista Piet De Rycker - Il problema di Laura è generale, tutti lo abbiamo vissuto o lo stiamo vivendo."
Qual è il problema di Laura? Naturalmente avere sette anni ed essere costretta a trasferirsi, dall'amata campagna, in una città sconosciuta e aliena, abbandonando volti, scorci, alberi e luoghi amati. La bambina reagisce in maniera rabbiosa; la città è orribile, la nuova casa insopportabile, e lei ha tutte le intenzioni di prendere i suoi amici di pezza, un orsetto e un coniglio, di salire sulla sua astronave di cartone e di tornarsene di corsa da dove è venuta. Ma avverrà qualcosa che le farà cambiare idea: l'incredibile incontro con una stella ferita, caduta dal cielo nel parco a pochi passi dalla detestata nuova dimora.
Una volta in compagnia della magica stellina, che non parla ma riesce ad animare i giocattoli di Laura e del suo fratellino Tommy, la piccola ritroverà la gioia. Dal canto sua la stella, sradicata dal firmamento come la bambina da casa, le insegnerà che a volte bisogna sapersi staccare dalle cose che ci hanno reso felici per correre incontro ad una nuova felicità.
Una favola dei nostri giorni con una morale senza tempo, narrata semplicemente per farsi amare dai piccoli, ma ben cadenzata e sufficientemente sintetica per non annoiare i grandi. La cosa migliore del film sono indubbiamente le musiche, firmate dal maestro Hans Zimmer; il tema centrale è memorabile, forse anche perché un po' troppo insistente: i genitori usciranno dal cinema fischiettandolo, e i bambini (almeno quelli che hanno sempre sognato di possedere una stella) chiederanno il disco in dono.
Movieplayer.it
3.0/5