Recensione Serenity (2005)

Un film che, sebbene inspiegabilmente sfortunato al botteghino d'oltreoceano, ha in realtà tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio classico del cinema d'azione e fantascientifico.

Una space opera d'altri tempi

Con un lungo piano sequenza che parte dall'astronave che dà il titolo al film e che termina con un bel primo piano della giovane River Tam, il regista esordiente Joss Whedon (ma in molti lo ricorderanno sicuramente come autore di acclamati successi televisivi quali Buffy, l'ammazzavampiri e lo spin-off Angel, ma anche di sceneggiature cinematografiche del calibro di Toy Story e Alien: la clonazione) ci presenta i protagonisti del suo Serenity: il capitano Malcom Reynolds, ex sergente ribelle contro l'Alleanza interplanetaria e ora cinico contrabbandiere, e i suoi fedeli compari, dalla combattiva Zoe al marito Wash, pilotta provetto, dal mercenario Jayne alla solare Kaylee, genio della meccanica, fino ad arrivare a Simon Tam e sua sorella River, rispettivamente medico di bordo ed ex-ragazza prodigio sottratta alle grinfie dell'Alleanza che voleva usarla coma cavia umana per esperimenti non ben definiti. Dopo una prima introduzione che ci introduce all'universo in cui si svolge l'azione e all'Operativo che insegue l'equipaggio dell'astronave allo scopo di riprendersi River e il terribile segreto da essa rappresentato, con questa bella sequenza Whedon ci presenta in pochi minuti i personaggi e le psicologie di un'intera serie televisiva, Firefly, interrotta prematuramente nel 2002 per volere della Fox ma che rivive sul grande schermo grazie al forte seguito dei fan statunitensi.

La trama è estremente semplice e ben poco originale, ma presenta diverse sorprese nello svolgersi della pellicola sia per i novizi sia per coloro che già ne conoscono gli antefatti, con particolare attenzione sul personaggio di River che rivela doti inaspettate e anche la chiave per scoprire uno sconvolgente segreto. Il film, sia nei temi che nella struttura, rimane molto simile alla serie di partenza, privilegiando quindi dialoghi brillanti e profondità alle più classiche scene d'azione che sarebbe lecito aspettarsi da un film del genere, ma Serenity non è il tipico film di fantascienza ma piuttosto un ibrido tra un episodio della vecchia trilogia di Guerre Stellari e un western movie scanzonato con in più qualche contaminazione da sci-fi dell'ultima ora.

Detta così sembrerebbe di trovarsi di fronte ad un prodotto poco più che mediocre, ma Whedon riesce dove molti hanno fallito (lo stesso Lucas per esempio) perchè riesce a spaziare intelligentemente tra ironia e dramma grazie al personaggio del capitano che nei suoi momenti migliori non può che ricordare l'Han Solo farabutto e affascinante di starwarsiana memoria, ma anche introducendo nei momenti più intensi problematiche molto attuali come il monopolio informativo o il processo di globalizzazione (in questo caso interplanetaria). Non si pensi però che l'aspetto visivo sia per questo poco curato, perchè, oltre agli ottimi effetti speciali, anche le scene d'azione sono molto affascinanti visivamente - con la macchina da presa che segue i combattimenti non in maniera confusa e frenetica come ormai è consuetudine ma in modo armonico, mostrando sempre in primo piano l'acrobatica River, peraltro molto ben interpretata dalla giovanissima Summer Glau, come fosse una ballerina classica su un enorme e futuristico palcoscenico - ma allo stesso tempo rimagono funzionali alla narrazione che rimane così estremamente fluida, nonostante la complessità di alcune messe in scena.

Ci troviamo quindi di fronte ad un film che, sebbene inspiegabilmente sfortunato al botteghino d'oltreoceano, ha in realtà tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio classico del cinema d'azione e fantascientifico, uno dei pochi potenziali contendenti al ruolo di degno successore della saga di Lucas. E non è certo una cosa da poco.

Movieplayer.it

4.0/5