E' stata presentata oggi in Rai la nuovaminiserie in due puntate, che andranno in onda domenica 18 e lunedì 19 ottobre 2009, per la regia di Vittorio Sindoni: Una sera d'ottobre. Protagonista è la bella Giulia, studentessa di Medicina a Firenze ma originaria di Arezzo, che proprio sull'Intercity che la riporta a casa dopo una settimana di studio incontrerà un ragazzo destinato a scombinare la sua tranquilla vita. Dopo aver conosciuto Alessandro, infatti, Giulia si renderà conto di quanto la relazione con Lorenzo la opprima: i progetti di convivenza, e addirittura di matrimonio, non fanno ancora per lei, e il carattere accentratore del ragazzo non la incentiva certo a cambiare opinione. Lorenzo è però vittima di un grave incidente in moto subito dopo essere stato lasciato da Giulia, i cui sensi di colpa impediranno ad Alessandro di avvicinarsi. Non è solo questo, però, che si intrometterà tra i due giovani e rischierà di impedire alla loro reciproca attrazione di concretizzarsi. A parlare della loro esperienza sono intervenuti oggi gli attori, il regista e la produttrice Edwige Fenech, insieme al direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce.
Fabrizio Del Noce: Si tratta di un momento molto buono per Rai Fiction, grazie soprattutto a Don Matteo e a Tutta la verità con Vittoria Puccini, in cui io ho creduto fin dall'inizio moltissimo, e che ha infatti ottenuto un risultato di rilievo, annullando il vantaggio della fiction sul nostro canale concorrente, con protagonista Bova. In questa fiction vediamo il miglior Sindoni, che riesce a prendere subito l'attenzione del pubblico, virando dal melò al giallo, e inserendo ingredienti psicologici ben calibrati. Tutto il cast ha fatto un ottimo lavoro, in particolare Vanessa Hassler che è con noi per la seconda volta, e che dimostra qui una maturità degna di miglior causa. Edwige l'ha scoperta anni fa e l'ha lanciata, e spero che rimarrà con noi anche in futuro. Mi sembra giusto continuare con quella che è stata la mia politica di direzione di Rai Uno per sette anni, visto che porta a questi risultati.
Edwige, ancora una volta ti concentri su protagoniste femminili.
Edwige Fenech: Non faccio solo quello, ma capita di avere sotto mano storie per le donne, e io ho un debole per il lavoro al femminile. L'anno scorso abbiamo fatto, insieme con Vanessa, Per una notte d'amore: io la conoscevo da quando aveva quindici anni e le volevo assolutamente far fare qualcosa, è così bella e dolce, oltre ad essere una topo model di fama. E' di una bellezza interiore straordinaria, tutti la amano proprio perché riflette qualcosa di importante. Sono felice di fare di nuovo un lavoro al femminile, ma faccio anche altro.Vittorio, questa storia l'hai confezionata completamente, come sceneggiatore insieme a Patrizia Carrano e regista, manca solo una tua partecipazione come attore. Vittorio Sindoni: Si, è veramente faticoso fare il regista... Devo essere grato alla Rai per la fiducia che mi ha accordato, contattandomi quando ancora stavo facendo Butta la luna. Mi è venuta quindi questa idea felice, partendo innanzi tutto da una città che amo, Arezzo. Ho voluto anche utilizzare il treno, un mezzo affascinante a livello cinematografico, ma poco adoperato: è una location viva, vicina alla gente, un luogo d'incontro e socializzazione in cui nascono tante storie. Abbiamo lavorato in due città stupende, e devo dire grazie ai miei collaboratori, perché girare lì non è per nulla facile, ad esempio sul Ponte Vecchio con cinquanta comparse... Arezzo è più piccola, ma si è già dimostrata un set fantastico. Un'altra qualità della fiction è proprio quella di poter raccontare la provincia italiana.
Patrizia, cosa vuoi aggiungere rispetto al tuo ruolo di sceneggiatrice?
Patrizia Carrano: Vittorio ha raccontato bene quello che abbiamo fatto, io poi credo che le favole siano un precipitato di realtà. La fragilità dell'amore, una ragazza che vuole crescere, il rapporto tra le generazioni e tra gli stessi giovani, l'incontro con il dolore: sono tutte tappe evolutive della condizione umana. La forza di Vittorio è quella di dare un'urgenza moderna a questi temi. Non scivola nel dolciastro della favola stucchevole, ma racconta un'iniziazione.Sentiamo i commenti dei protagonisti a questa esperienza. Vanessa Hassler: Sentire così tante belle cose, dette da persone così importanti, mi emoziona tantissimo. Spero che questa seconda fiction in cui recito vada bene, sono davvero emozionatissima e vi ringrazio per tutto.
Gabriele Greco: Questa è la mia prima conferenza stampa da protagonista, e ringrazio innanzi tutto la Rai e Sindoni, che è di Messina come me, siamo due terroni, posso dirlo? Ringrazio anche la produttrice, nonostante non fosse molto d'accordo all'inizio con il mio look, ma spero che poi si sia convinta.
Luca Bastianello: A diciannove anni, quando ho preso il mio primo treno per andare a recitare, la persona che mi ha scoperto è stato proprio Sindoni, con cui ho lavorato poi anche il Butta la luna. Sono felice di aver fatto questa fiction, anche perché nella realtà non mi era mai capitato di essere cornuto, e per aver potuto lavorare di nuovo con Gabriele Greco e soprattutto con Ottavia Piccolo e Andrea Tidona. Mi sono trovato davvero bene: sui set di Sindoni sembra di stare in un set di cinema, anche grazie ai suoi collaboratori validissimi. La fiction va anche in onda il giorno di San Luca, speriamo che questo ci aiuti per il risultato!Ottavia Piccolo: Io sono la madre di Giulia, che ha per sua fortuna dei genitori vicini, attenti, anche se un po' rompiscatole. E' la prima volta che lavoro con Sindoni, non ci eravamo mai incontrati prima, ma spero non sia l'ultima, anche se io faccio poca televisione perché, lo dico sinceramente, spesso mi offrono cose che non mi piacciono. Questo personaggio invece è gradevole e ben scritto, con intorno delle professionalità alte. Ringrazio poi Edwige Fenech, sono felice di aver lavorato con lei perché una donna produttrice è una rarità, e spero che presto ce ne saranno altre.
Andrea Tidona: Dopo una parentesi delinquenziale ne La squadra, cambio, grazie alla Rai che mi lascia spaziare e non mi fa essere solo un buono. Per Vittorio poi sono quasi una tassa che vuole pagare ogni volta, lui è un grande patriarca di una famiglia in cui si sta bene, un po' come quella che abbiamo costruito nella fiction. Il mio è un bel personaggio, di quelli in cui ci si butta con gioia.
Vittorio Sindoni: A questo proposito vi racconto un aneddoto: io sono abituato a lamentarmi, dico sempre "ma chi me l'ha fatto fare questo lavoro, adesso smetto", e una volta Andrea mi ha detto: "sono dieci anni che ti sento dire questa frase!". Io non mi ricordavo affatto di aver lavorato con lui dieci anni fa, ma poi si è scoperto che lui interpretava un ferrista con la mascherina sempre addosso, e per questo non lo avevo riconosciuto.
Edy Angelillo: Io interpreto la zia un po' pazza e single non per scelta, per colpa di questo uomo improbabile che mi hanno appioppato. E' un po' una sorta di Alice nel Paese delle Meraviglie, che con la nipote ha un rapporto di complicità. Abbiamo usato litri di mentolo negli occhi e valanghe di Kleenex, tanto ho pianto, ma è stato bello interpretare questo personaggio buffo, e inventare per lui cose in più rispetto alla sceneggiatura.Manolita Cipparone (delegata IMMAGINE e CINEMA): Voglio complimentarmi con Gabriele Greco che con noi sta partecipando a molti progetti, nello stesso periodo ha sbaragliato tutti a diversi provini e questa è la dimostrazione che, puntando sui giovani, si hanno delle grosse soddisfazioni. Lui poi viene anche da una scuola importante, quindi siamo molto contenti di averlo con noi.
Gabriele Greco: Non posso che ringraziare per queste parole. Quando mi chiedono come si fa a diventare attore io rispondo sempre che bisogna mettersi in gioco con le proprie armi più vere, mentre altri cercano di far credere che si debba per forza avere amicizie, andare a cena con i produttori, cosa che io non ho mai fatto. Quindi ringrazio la produzione e anche tutti voi.