Quando parla dei giovani d'oggi vittime predilette dell'imbarbarimento contemporaneo, li definisce "incolpevoli, perché non sanno". Poi aggiunge: "Sono in molti a non sapere. Negare il passato o non volerlo conoscere è una cosa che succede ovunque nel mondo. Cosa fare? Non lo so, ma so che bisogna parlare, lavorare sui bambini, insegnare e arginare. Spero che voi più giovani e forti di me, possiate fare qualcosa". È il commento di Paolo Taviani all'incontro con la stampa alla Festa del Cinema di Roma per presentare Una questione privata, diretto per la prima volta in solitaria, ma scritto come sempre insieme al fratello Vittorio.
Il film è tratto dal controverso romanzo di Beppe Fenoglio, pubblicato alcuni mesi dopo la sua morte nel 1963, e che all'epoca sollevò molte domande soprattutto per un finale ambiguo, misterioso al punto da far pensare che il libro fosse addirittura rimasto incompiuto.
Il protagonista, Milton, è un giovane partigiano accecato da un'ossessione d'amore fino a dimenticare tutto il resto, compresa la lotta per la liberazione. Il contesto è quello della resistenza, gli echi sul presente sono molteplici a partire dalla riflessione sul tanto invocato "vuoto di valori" delle nuove generazioni se messe a confronto con quella descritta da Fenoglio. Ma di questo Luca Marinelli (che interpreta Milton) non è per nulla convinto: "C'è ancora voglia di combattere per cambiare le cose. L'importante è non farsi intorpidire".
Un giorno per caso...
Cosa può raccontare questa storia al pubblico di oggi?
Io e Vittorio abbiamo sempre amato Fenoglio, per noi è stato il più gande scrittore italiano ma non siamo mai riusciti a realizzare film dai suoi libri perché arrivavamo sempre tardi quando i diritti erano stati già acquistati da altri. Ci eravamo rassegnati, poi due anni fa alla radio mentre ero a Salina sentii Omero Antonutti leggere alcune pagine di Una questione privata. Emozionato lo chiamai per ringraziarlo, perché me lo aveva fatto riscoprire. La cosa buffa è che tre minuti prima mio fratello aveva fatto la stessa cosa. Una volta tornato a Roma ci siamo buttati in questo libro straordinario per tradirlo e farne un film.
La storia è un luogo comune, un triangolo amoroso, che abbiamo visto mille volte in film orrendi e in altri invece straordinari. È un tema vecchio, visto e rivisto altrove, ma nuovo deve essere l'autore che prende questi temi e li fa rivivere con sentimenti contemporanei; è una storia che il pubblico può amare, perché chiunque potrebbe averne vissuta una simile: soffrire, amare e scordarsi di tutto come Milton.
Leggi anche: Una questione privata, clip esclusiva del film di Paolo e Vittorio Taviani
Se i fascisti ritornano
Ancora una volta un film in cui raccontate di fascismo...
Quando parlammo del nostro progetto su Una questione privata ci dissero: "Ancora i fascisti?" Effettivamente anche noi credevamo che dopo La notte di San Lorenzo non ne avremmo più parlato, ma quei fascisti stanno tornando. Penso a chi ha attaccato in giro per le città alcuni manifesti della Repubblica di Salò con un uomo nero che aggredisce una donna bianca, o al recente episodio degli adesivi con Anna Frank distribuiti da alcuni ultrà della Lazio: succede oggi in Italia o sulle curve della Lazio. Come è possibile? Anna Frank è la bambina di tutti noi, siamo indignati, non è sopportabile. Di chi è colpa? Spesso si accusano le famiglie, io invece dico che la responsabile di tutto questo è la scuola, che non insegna abbastanza bene ai propri ragazzi cosa sia stato il passato.
Come è stato tradurre in immagini e segni questo romanzo?
Per noi non si tratta di 'tradurre' un libro in un film, ma di scegliere testi dove ci siano sentimenti che non abbiamo ancora esplorato e che hanno a che fare con il cinema. Il film non ha nulla a che vedere con la letteratura che è un altro modo di esprimersi; noi tradiamo, non traduciamo e questo libro ci ha dato l'opportunità di raccontare le nostre inquietudini e di esprimerle. Pirandello diceva che i racconti sono come sacchi e noi abbiamo solo riempito quei sacchi con i nostri pulsioni.