Parola d'ordine di oggi: svecchiare! Niente mega scrivania alla Casa del Cinema di Roma, né tono cattedratico per la presentazione alla stampa di Una canzone per te, il film di Herbert Simone Paragnani in uscita nazionale il prossimo 28 maggio grazie alla distribuzione Universal. Per l'occasione a fare da gran cerimoniere ci ha pensato Paolo Ruffini, attore e soprattutto ex vj di MTV, colosso musicale che ha collaborato con Cattleya alla produzione del lungometraggio. Nel ricchissimo cast di giovani leve del cinema italiano, spicca il trittico dei protagonisti, ovvero Emanuele Bosi, Michela Quattrociocche e Agnese Claisse. Sommando le loro età non si arriva neanche a settant'anni, eppure ognuno di loro ha già alle spalle una discreta gavetta, fatta essenzialmente da prodotti rivolti ad un pubblico di ragazzi e ragazze. E l'opera in questione, con piccoli distinguo, non si discosta molto da questo ricchissimo filone. La storia è quella di Davide (Emanuele Bosi) uno studente belloccio, appassionato di musica, che nel giorno più nero della vita perde in un solo colpo la promozione, la possibilità di partecipare con la sua band ad un concorso di MTV e, quel che è peggio, l'amata Silvia (Michela Quattrociocche), una ragazza bellissima che tutta la scuola gli invidia. Premendo un ideale tasto rewind si trova nella possibilità di rivivere le infauste 24 ore, ma pur sapendo cosa gli accadrà, non riesce nell'intento di mettere le cose a posto. Anche perché ci si mette Lisa (Agnese Claisse) una liceale scontrosa e poetica, dall'indiscusso talento musicale, che costringerà Davide a fare una scelta complicata. Presenti alla conferenza anche 'comprimari' di lusso come Guglielmo Scilla (il genietto di Youtube Willwoosh), Andrea Montovoli, Carolina Di Domenico, Martina Pinto e Carolina Victoria Benvenga. Non potevano mancare il deus ex machina dell'operazione, il direttore artistico di MTV Italia Luca De Gennaro e, dulcis in fundo, i musicisti che hanno preso parte alla colonna sonora del film, Lost, Broken Heart College, Zero Assoluto e L'Aura.
Herbert, la tua è una carriera decisamente sfaccettata. Sei stato head writer de I Cesaroni, regista dell'episodio pilota di Donne assassine e autore di cortometraggi, uno dei quali, Appuntamento al buio, premiato al N.I.C.E. di New York e San Francisco nel 2006. Come mai hai deciso di metterti alla prova al cinema con una commedia romantica, con tanto di tocco fantasy?
Herbert Simone Paragnani: Appunto per questo, perché in Italia il fantasy è un qualcosa che fino ad oggi non si è visto. C'era sì una tradizione, ma è stata completamente accantonata. A me questo genere interessa quando non diventa grottesco; quando cioè riesce ad essere realistico. Come succede in tutte le cinematografie del mondo. Abbiamo paura di contaminare la realtà con storie di pura finzione. E non c'è niente di più fantasioso del ritorno indietro nel tempo, della seconda possibilità che ci viene data. Non a caso sono un maniaco di Lost. Vorrei vedere molti più film in cui c'è una porta magica. In fondo, in tutta la letteratura per ragazzi c'è sempre un tocco irreale. Perché non farlo nel cinema?
E allora ti rigiriamo la domanda: perché non farlo al cinema?
Herbert Simone Paragnani: Temo che in Italia ci sia paura di rischiare. E' un problema produttivo. Visto che da noi si fanno pochi film, allora si cerca di riprodurre film con schemi precedenti. Non c'è spazio per un azzardo, per qualcosa che possa spiazzare il pubblico. Io invece credo che il pubblico sia preparato per certe cose. Nelle nostre proiezioni non c'è nessuno che abbia storto il naso davanti a questa storia.
Il tuo però è anche una specie di college movie? E' giusta questa affermazione?
Herbert Simone Paragnani: Sì. In realtà volevo rendere omaggio ad un padre del college movie americano come John Hughes, che tra l'altro è morto mentre stavamo girando. E' uno dei cineasti che ho apprezzato di più. Negli anni '80 facevo parte della piccola cricca di suoi estimatori. Film come Un compleanno da ricordare e The Breakfast club mi sono sempre piaciuti molto.Herbert, il fantasma di Moccia ha aleggiato su di te mentre preparavi il film? Eri spaventato nel preparare un film per un target decisamente giovane?
Herbert Simone Paragnani: Mamma mia, certo che sì! Quando è uscito il primo trailer ho avuto paura. I primi commenti sul web erano chiari "Ecco un'altra Mocciata!". Io non ho niente contro Federico Moccia, però il mio film non c'entra veramente nulla. Forse l'unico link è la presenza di Michela Quattrociocche, ma credo che lei dovrebbe essere ormai sdoganata da questa figura, visto che ha le potenzialità per fare altro. Anche se lei non se ne rende conto...
Michela, vuoi parlarci del tuo personaggio? Chi è Silvia?
Michela Quattrociocche: Silvia è la classica pariolina. O se vuoi, la ragazza bon ton. Davide, il suo ragazzo, gliene combina di tutti i colori, ma alla fine si prende una rivincita.Lo sciupacuori del film è Emanuele Bosi che sfrutta l'occasione anche per cantare e suonare. Emanuele, com'è stato interpretare il ruolo di Davide?
Emanuele Bosi: Beh, io sono il bastardo del gruppo, i Nice Noise. Le faccio soffrire davvero tutte, ma alla fine mi scopro grande romanticone. Questo il rapporto che instauro con Lisa. Devo dire che la forza di Davide è il sorriso magico con cui stende tutti quanti!
Credete che il film possa in qualche modo ricordare certi musical?
Emanuele Bosi: No, non lo credo. Siamo unici nel nostro genere. Questa è la nostra forza.
Michela Quattrociocche: Se proprio dovessi pensare ad un film direi School of Rock, con Jack Black. In ogni caso penso che, rispetto ad altri prodotti simili, in cui si parla sempre di amore e amicizia, nel nostro film si dà risalto anche della forza del destino che si impone sugli eventi, nonostante la nostra volontà. Per questo non siamo melensi.
Agnese Claisse: Invece se io dovessi parlare di un musical, parlerei sicuramente dei grandi classici come Rocky Horror Picture Show e Sweet Charity.
La musica ha un ruolo chiave nel film. Il protagonista, Davide, ha il suo gruppo ed è alla ricerca del successo. Lisa, la ragazza che lo aiuta in questo percorso, è una poetessa-musicista. Cosa ti ha ispirato?
Herbert Simone Paragnani: Io amo la musica. Chi ha curato la colonna sonora del film assieme ad Andrea Lai è stato Cristiano Grillo, che è stato con i Tiromancino. La cosa strana è che, dopo due anni di lavorazione, sembra di aver creato davvero una novità. In realtà trovo assurdo che non si valorizzi pienamente il rapporto tra musica e film. E' una cosa che dovrebbe essere automatica. E' stato facile parlare della musica che amo, mescolandola con pezzi che i ragazzi di oggi ascoltano di più. Insomma, sono partito da Cat Stevens, la PFM e i Ramones, per arrivare fino ad oggi. Ho fatto il mio personale excursus. Un po' come Davide che prima suona un rock facile, poi attraverso la conoscenza e la riscoperta di Lisa comincia a scoprire un altro tipo di interiorità e si raffinano i suoi gusti musicali.In questo percorso è stato fondamentale l'apporto di MTV. Anche in questo caso possiamo parlare di novità assoluta...
Luca De Gennaro: Certo. E' la prima volta nel mondo che MTV fa una cosa del genere al cinema, lavorando organicamente per far sì che la musica abbia il ruolo primario in un film. Ne abbiamo addirittura parlato con i nostri capi americani che ci hanno detto "Lo avete fatto prima di noi!". E ne siamo orgogliosi.
Come si è svolto il lavoro?
Luca De Gennaro: Su più fronti. In particolare ho pensato agli artisti giusti per le singole scene. Me li sono scelti uno ad uno, li abbiamo contattati e ci hanno risposto con entusiasmo. Alcuni di loro sono nel film come i Lost e L'Aura che ha anche scritto la canzone che interpreta Agnese. I Broken Heart College, invece, hanno composto il brano che all'inizio suonano Davide e la sua band. I Lost oltretutto sono gli autori di L'applauso del cielo, mentre i Sonohra hanno firmato la ballata con cui Davide partecipa al concorso di MTV. Insomma, le canzoni sono scritte in maniera coerente.
Come vi siete trovati in questo ruolo di attori-musicisti?
L'Aura: Io mi sono molto rispecchiata nel personaggio di Lisa. Anche io scrivevo le poesie sui diari. Posso dire finalmente dire di aver liberato il mio inconscio da quel periodo tragico che è stato la scuola media.
Lost: E' la nostra prima esperienza al cinema. La cosa bella è che la canzone che abbiamo scritto rispecchiava in pieno l'emozione del film. E' stata una grande soddisfazione per noi.
E a chi storce il naso, parlando di operazione costruita a tavolino, come rispondi?
Luca De Gennaro: Anni fa parlavo con Malcolm McLaren che è stato il padre del punk, ma soprattutto un grande innovatore e mi disse a chiare lettere "Da ora in poi la musica pop non ha senso se non abbinata a qualcos'altro". Quindi ad un film, una sfilata oppure un videoclip. E Una canzone per te è un grande esempio di questa teoria.
Hai impiegato due anni a costruire questo film. Cosa ti aspetta ora, Herbert? Qualcosa di completamente diverso o no?Herbert Simone Paragnani: A me piace spiazzare. Ho una storia che è arrivata finalista al Solinas circa due anni fa. E' una commedia sociale alla Ken Loach prima maniera. Solo che è difficile proporla. Quando parli di sociale oggi mettono mano alla pistola. Magari mi butto sull'horror, chi lo sa...
MTV ci riproverà a breve a produrre un film musicale?
Luca De Gennaro: Per il momento no, ma ci auguriamo che possa esserci un seguito. E' stato un progetto davvero entusiasmante. Personalmente ho avuto sempre una passione per chi fa questo mestiere. Ripenso a Carlito's Way la cui colonna sonora è stata composta da un dj americano che conosco. Una volta gliel'ho proprio detto "Porca miseria fai il lavoro più bello del mondo".