Tonari no Totoro (questo il titolo originale del film) segue di un paio d'anni Il castello nel cielo e di quattro Nausicaa della valle del vento, ma la distanza con i suoi predecessori è abissale.
Ovviamente non parliamo di distanza dal punto di vista qualitatvo, che è sempre in perfetto standard miyazakiano, ma dal punto di vista dell'impegno e della profondità.
Come vedremo in questa recensione, infatti, Il mio vicino Totoro (e il successivo Kiki, consegne a domicilio) sono l'intermezzo leggero della carriera di Hayao Miyazaki, apertasi con opere che affrontavano temi di indubbio spessore, ripresi poi nel periodo successivo.
Chi è Totoro?
Il Totoro del titolo è un guardiano della foresta che solo i bambini possono vedere, ha dei poteri che gli permettono di far crescere le piante, volare ed evocare il Neko Bus, un mezzo di trasporto che viaggia alla velocità della luce, a cui gli alberi fanno spazio quando passa, essendo strettamente connesso con la natura.
È lui, Totoro, il fulcro di una storia narrata con toni leggeri e una semplicità, una delicatezza e una modestia sconfinate, ma non ne è il protagonista.
Le protagoniste della storia
Lo sono, invece, Mei e Satsuki, due ragazzine che si trasferiscono in un cottage di campagna dalla fama di essere stregato, sono le antenate della Chihiro de La città incantata - Spirited Away.
È la piccola Mei, quattro anni, la prima ad incontrare Totoro, da cui riceve compagnia e protezione. Per lei, Totoro è l'amico immaginario dell'infanzia, ma allo stesso tempo un valido sostituto per la madre ricoverata in ospedale.
In compagnia di Totoro, le due sorelle vivono una serie di avventura dal sapore magico, ricche di spensieratezza e innocenza. Senza immergerci in intrecci avventurosi, Miyazaki ci mostra la quotidianità della vita domestica della famiglia, di come le ragazzine aiutino il padre, della scuola, con i loro pensieri rivolti alla madre, che resta al centro della narrazione, nonostante la sua assenza fisica.
Il tutto con l'inusuale accettazione da parte del mondo degli adulti, che non si rifiuta di credere alle storie dei bambini, alle apparizioni di Totoro e a tutti gli elementi fantastici che decorano la vicenda. Questo perché gli elementi fantastici, per quanto celebrazione della magia della natura, sono solo un contorno saporito per una storia che ha interessi ben diversi: Totoro, possiamo dire, è un film sulla famiglia, dipinta a tratti in modo idealistico, che ne segue i rapporti, ne esalta i sentimenti, evitando però la facile riaffermazione dell'unità familiare nel finale, chiudendo elegantemente con un'intensa sequenza di immagini statiche.
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La meraviglia visiva
Dal punto di vista tecnico, lo stile inconfondibile di Miyazaki produce un disegno pulito e dettagliato, semplice ma ricco.
Relativamente statico nell'animazione, il vero punto di forza di Totoro è l'ariosità delle scene, l'enfasi sul mondo della natura che ancora una volta è padrone delle tematiche dell'autore giapponese.
Nella sua innocenza, Totoro è stato premiato dal Ministero dell'Educazione giapponese, ed è indubbia la considerazione che l'opera ha ricevuto in patria.
La purezza che contraddistingue il film ha colpito a fondo il cuore del pubblico giapponese che ne ha fatto un simbolo: non è un caso che Totoro, o meglio la sua silhouette, sia stato eletto marchio dello Studio Ghibli e che ancora oggi la canzone del film venga cantata con affetto dagli appassionati.
Conclusioni
Nel chiudere la recensione de Il mio vicino Totoro non possiamo che ribadire la dolcezza, delicatezza e magnificenza visiva di un titolo che sa comunicare con grazia al pubblico più giovane. Il Totoro che arriva a travolgere le loro vite è un capolavoro di design, che l'ha reso simbolo dello studio del maestro giapponese, riconoscibile con la sua forma unica, la sua innocenza e magica poesia.
Perché ci piace
- La qualità grafica, come sempre nell'opera di Hayao Miyazaki, è di altissimo livello.
- Innocenza, poesia e magia si incontrano in un viaggio fantasmagorico insieme a due bambine e diverse creature stupefacenti.
- Lo spirito che dà il titolo al film è un capolavoro di design, nonché un personaggio meraviglioso attorno al quale costruire l'intreccio.
Cosa non va
- A seconda della versione che si vede, si sconsiglia il doppiaggio italiano.
Movieplayer.it
4.0/5