Un piccolo passo per una scimmia... e per il cinema d'animazione
A pochi mesi da WALL·E, il mondo dell'animazione torna a guardare allo spazie, ma con risultati purtroppo ben diversi da quelli del robottino firmato Pixar.
L'incipit di Space Chimps è dedicato ad una breve presentazione del protagonista della storia, Ham III, scimmia carismatica ma fallita considerando che è impiegata in spettacoli circensi nonostante si tratti di un discendente del glorioso primate astronauta Ham. Il suo carisma, però, fa sì che si pensi a lui per guidare una pericolosa missione spaziale quando una costosa sonda viene inghiottita da un wormhole ed è necessario organizzarne il recupero. Si tratta di una missione troppo pericolosa per inviare esseri umani, così i dirigenti del programma spaziale decidono di affidare l'incarico alle loro addestratissime scimmie. C'è solo un ma: serve una figura carismatica che catalizzi l'attenzione dei media sull'evento, permettendo alla missione di avere la risonanza che meritam ed è qui che entra in gioco Ham III.
Il rapporto tra lui e gli altri due membri dell'equipaggio non sono inizialmente dei migliori, perchè il suo atteggiamento poco professionale e da bulletto infastidisce i compagni Luna e Titan, nonchè il povero Comet che proprio da Ham viene sostituito nel gruppo, ma alla lunga la sua positività gli fa superare gli ostacoli e lo fa apprezzare dai suoi compagni di viaggio ed in particolare da Luna, mentre Comet troverà il modo di rendersi utile alla spedizione anche a distanza.
Laddove ambienti, personaggi ed animazioni dei concorrenti danno vita ad un mondo realistico e vibrante, il film diretto da Kirk De Micco ci appare appena sufficiente se ci concentriamo sui modelli poligonali delle scimmie protagoniste, essenziale per quanto riguarda le ambientazioni dei veicoli spaziali e del centro di controllo della missione, per risultare addirittura scadenti nelle sequenze ambientate sul pianeta alieno meta della missione. In particolare la differenza di dettaglio tra i due filoni della storia
Se è vero che la tecnica ha senso solo in quanto al servizio di una storia, è pur vero che ci troviamo di fronte ad un settore in pieno sviluppo, che sta facendo di anno in anno passi in avanti enormi; passi avanti che non vediamo nell'ultimo lavoro Vanguard che, purtroppo, ci sembra anche inferiore ai precedenti Cenerentola e gli 007 nani e, soprattutto, Valiant, rispettivamente datati 2006 e 2005.
E non possono fare la differenza quei due o tre nomi famosi inclusi nel cast di doppiatori originali del film, da Stanley Tucci nel ruolo del direttore del centro di controllo a Jeff Daniels a dare la voce al terribile tiranno Zartog.
Non possiamo negare che le avventure delle simpatiche scimmiette Ham, Luna e Titan possano divertire il pubblico più giovane, target primario di Space Chimps, ma è anche vero che non possiamo chiudere gli occhi di fronte al contesto in cui il film arriva nelle sale ed al confronto con la concorrenza diretta, dal quale resta inevitabilmente sconfitto.
Movieplayer.it
2.0/5