Per la settima stagione di Un passo dal cielo, in onda su Rai 1 dal 30 marzo, Enrico Ianniello torna da protagonista, nei panni del vice questore aggiunto di San Vito di Cadore Vincenzo Nappi, affiancato dalla sorella poliziotta Manuela (Giusy Buscemi). In una stagione che dichiaratamente vuole esplorare le numerose sfumature del femminile nel suo dialogo con il maschile, a rappresentare quest'ultimo tre new entry: Leonardo Pazzagli , Marco Rossetti e Giorgio Marchesi. Mentre intorno alla Manuela di Giusy Buscemi ruoteranno lo scultore tormentato e da poco vedovo Gregorio Masiero, interpretato da Pazzagli e Nathan, l'uomo degli orsi impersonato da Rossetti, a Vincenzo Nappi (Enrico Ianniello) toccherà il confronto con una nuova realtà casalinga, quella di una compagna, Carolina (Serena Iansiti) in piena impennata lavorativa ed imprenditoriale. Abbiamo incontrato e intervistato Ianniello, Rossetti e Pazzagli alla conferenza stampa di presentazione della settima stagione della serie, che, ricordiamo, ha visto succedersi al timone Terence Hill e Daniele Liotti. Gli attori si sono dedicati a definire i loro personaggi e la loro scrittura che, dovendo confrontarsi con quella delle controparti femminili, garantisce figure più complete e sfaccettate.
Da archetipo a personaggio unico
Guardando da una distanza un po' più superficiale i vostri personaggi, si direbbe che rappresentano un po' degli archetipi di uomo macho più legato alla natura. Come avete giocato con questo immaginario, come lo avete sfruttato, per poi invece costruire un personaggio unico?
Leonardo Pazzagli: Rispetto agli altri personaggi siamo tutti e tre una scala di grigi diversi del maschio legato alla terra, al lavoro fisico. In tutto questo il mio personaggio, Gregorio, è un artista del legno che è una cosa particolare perché ha a che fare con l'arte e anche con la fatica dell'arte. Mi sono affiancato ad un artista del legno, Andrea Gandini, fantastico. Nello scolpire il legno, hai a che fare con la fatica fisica del creare. Non è un quadro, ti fai i muscoli scolpendo. Sei un artista, però, quindi devi combinare sensibilità e sudore. Per meglio descrivere Gregorio, potremmo dire che è un artista che suda.
Marco Rossetti: Quello è responsabilità degli autori, di chi scrive, nel senso che se poi dietro quell'immaginario e quella figura del bello tenebroso gli dai la possibilità di concentrarsi anche sull'animo tutto e la natura tutta di questi personaggi, riesci a far vedere anche la fragilità e secondo me questo paradosso è sempre vincente: il bello e macho che però, appunto, piange.
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Maschi vs Femmine?
Si dice che questa stagione si gioca sull'incontro tra femminile e maschile nelle sue infinite sfumature. Come si racconta, dunque, il maschile attraverso i vostri personaggi?
Enrico Ianniello: Quest'anno, il femminile e il maschile sono le due grandi linee narrative. Sia dal punto di vista professionale che sentimentale. Professionale perché Manuela Nappi, sorella del mio personaggio Vincenzo Nappi, interpretata da Giusy Buscemi, torna in montagna con un grande segreto che non può rivelare, soprattutto a suo fratello. Ma torna soprattutto a lavorare come ispettore di polizia. Io rimango vicequestore aggiunto e lei è una mia "sottoposta", ma si crea secondo me una coppia un po' inedita nel racconto della fiction italiana. C'è una coppia di fratelli poliziotti che affrontano in modo diverso i casi che devono risolvere. Vincenzo rimane un po' all'antica, ripercorre gli schemi che sono sempre quelli. Manuela lo invita invece ad avere un occhio più femminile e quindi una dolcezza diversa, un'attenzione di un altro tipo che spesso aiuterà a trovare la chiave per risolvere i casi. Nel campo sentimentale, invece, succede a Vincenzo Nappi che il suo grande amore, Carolina (Serena Iansiti) ha un grande successo professionale e Vincenzo non è dispiaciuto di questo, anche se questa cosa lo porterà ad essere il vero grande casalingo di questa serie. Il vero dolore di Vincenzo sta nel fatto che Carolina comincia un po' a dimenticarselo. In realtà non è tutta la verità, ma succede una cosa all'inizio per la quale Carolina, per ripicca, si dedicherà quasi soltanto al lavoro. Anche in quel caso, però, vedremo questa doppia marcia tra il maschile e femminile nel senso che è lei quella che porta tanti soldi in più in casa e Vincenzo deve invece rimanere a casa a fare il papà e il suo lavoro di uomo di famiglia. Il che ci da l'occasione di tornare su temi che è sempre bene affrontare al giorno d'oggi.
Leonardo Pazzagli: Sono d'accordo e credo che in generale gli esseri umani, gli uomini siano un equilibrio tra femminile e maschile, diciamo che è un po' come se fosse un dosaggio. Sicuramente nella prima parte a Gregorio Masiero è morta la moglie da poco, si trova a crescere il figlio piccolo da solo e invece di andare a coltivare il femminile, è un po' come se, soprattutto all'inizio, lo togliesse e invece si chiudesse a guscio. È un po' come se abbandonasse anche quella sua parte là che poi lo porterà anche a dire: "Io non posso più scolpire, non riesco più a contattarmi con quella parte là, voglio solo difenderla dalla vita, piuttosto vado a lavorare in segheria". L'incontro con il personaggio di Manuela, interpretato da Giusy Buscemi, per lui sarà fondamentale per aiutarlo a capire come rimettere in equilibrio queste queste due parti diverse. Il come lo vedremo nella settima stagione.
Marco Rossetti: È un uomo comunque che vive nella natura, nel senso che è uno che ancora caccia con l'arco e le frecce e rinuncia alla civiltà intesa anche come consumo irresponsabile. È stato bello in questo senso scoprire questo tipo di necessità, la caccia non per fare scorte eccessive ma anche per la necessità che si ha di mangiare. In tal senso Nathan proprio è il simbolo della natura.
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Personaggi ben scritti
Si parla adesso tanto di evoluzione dei personaggi femminili. Trovate che però, proprio grazie a questa evoluzione, anche i personaggi maschili siano più a tutto tondo?
Marco Rossetti: Dipende quanto uno riesce a raccontare di questi personaggi. È una serie molto corale questa, quindi rischi di non poter raccontare tutto, ma è comunque una serie in cui hai otto episodi per poter entrare dentro la natura e la vita di ognuno di loro. Per fortuna sono anni che finalmente ci sono personaggi femminili come quello di Manuela che sono a 360°, così forti. In questo senso, se hai un personaggio così forte, devi per forza metterci personaggi altrettanto ben scritti.
Enrico Ianniello: Sono come il sole e la luna, non si può raccontare una cosa senza raccontare l'altra. Per me è bellissimo che si cominci a raccontare questa figura femminile. Io sono sempre stato un femminista, per me le donne sono meglio degli uomini. Forse perché i miei grandi riferimenti nella vita sono state le donne, più mia madre e mia nonna che non mio papà. Già nelle commedie di Eduardo abbiamo sempre visto raccontato un uomo che in realtà tende a scappare dalle proprie responsabilità, magari alzando la voce, lamentandosi perché gli stanno scassando il presepe, ma in realtà capiamo che quella è una via di fuga. Questo nuovo racconto della donna ci potrebbe molto aiutare a fare un nuovo racconto della responsabilità felice, non della responsabilità vissuta come una cosa cupa.