Una conferenza stampa decisamente singolare quella che si è svolta nella capitale per la presentazione di Un mostro a Parigi, affascinante e cinefilo film d'animazione prodotto dalla francese Europacorp di Luc Besson. Per una volta, infatti, è stato un folto gruppo di entusiasti piccoli spettatori a prendere il sopravvento sui giornalisti, subissando di domande il regista Bibo Bergeron e le voci italiane del film Arisa, Raf (accolto dai ragazzi al grido di "Canta per noi!"), Enzo Decaro, Maurizio Mattioli e Simona Borioni, accompagnati dallo storico direttore del doppiaggio Roberto Chevalier. Del resto, sono proprio loro il pubblico di riferimento di questa opera, ragion per cui non stupisce la curiosità e la precisione degli interrogativi posti dai bambini (che in certi casi, va detto, hanno dimostrato una puntualità e una conoscenza del genere animato superiore a quella di alcuni colleghi della carta stampata...). "Sono felice e commosso" - ha detto Bergeron, visibilmente entusiasta - "di vedere così tanti ragazzi appassionarsi per il mio film, che è indirizzato principalmente a loro. Desideravo raccontare una storia che affrontasse il tema della paura dello straniero, qui incarnato da un mostro. Si è trattato di un progetto molto lungo, la cui realizzazione è durata ben cinque anni e che è passato attraverso diverse riscritture. Ho dedicato il film a mio padre perché è morto due anni fa e mi ha sempre supportato durante tutta la lavorazione".
Quanto alla scelta di un protagonista così singolare, il regista ha affermato: "Inizialmente avevo intenzione di realizzare un film su un vampiro, ma sarebbe stato troppo sanguinolento per un pubblico di bambini. Allora mi è venuto in mente che il mostro poteva essere incarnato da una pulce gigante, che in natura è un insetto che succhia il sangue. Creare Francoeur è stata l'impresa più difficile di tutte, perché vi assicuro che viste al microscopio le pulci sono qualcosa di orribile. Per conferire umanità al personaggio sono partito dal volto, a cui ho attributo la forma di un cuore per renderlo più tenero".
L'apporto dei doppiatori ha avuto un ruolo determinante per la realizzazione di Un mostro a Parigi, sia per quanto riguarda quelli della versione originale, sia per quel che concerne l'adattamento italiano. "Il progetto ha subìto una svolta decisiva quando hanno deciso di prendervi parte Mathieu Chedid per il ruolo di Francoeur e Vanessa Paradis per quello di Lucille" - racconta Bibo Bergeron - "Chedid, conosciuto come M, è un cantante e chitarrista rock molto celebre in Francia e per realizzare il personaggio del mostro mi sono ispirato molto al suo atteggiamento, aggiungendo nel copione anche i virtuosismi con la chitarra. Allo stesso modo anche la presenza di Vanessa Paradis ha influenzato la creazione di Lucille."
Il regista si complimenta, tuttavia, anche per il doppiaggio italiano del film, realizzato sotto la supervisione di Roberto Chevalier. "Ho accetto con entusiasmo di adattare questo cartone animato" - ha detto lo storico doppiatore - "perché in un'epoca come quella attuale dominata dalla violenza ci riporta indietro in un mondo puro e ingenuo, dominato da sentimenti sinceri. Inoltre, si tratta di un prodotto realizzato in maniera impeccabile dal punto di vista del linguaggio cinematografico. Ce l'abbiamo messa tutta per creare una versione il più possibile fruibile al pubblico italiano senza tradire l'originale, impegnandoci in maniera particolare per la resa delle canzoni". A questo proposito, Arisa ha affermato di essere stata conquistata subito dal film: "Pur avendo visto per la prima volta Un mostro a Parigi in inglese, sono riuscita lo stesso a comprendere la storia perché le immagini di questo film hanno una portata universale, capace di emozionare immediatamente. Non si tratta soltanto di un'opera per bambini, ma di una storia che contiene un messaggio fondamentale sull'accettazione della diversità, che ritengo importantissimo. Oggigiorno se un film affronta temi come l'amore e la comprensione corre il rischio di essere considerato buonista, ma io invece penso che abbiamo bisogno di un po' più di bontà nel mondo". Quanto alla resa del personaggio di Lucille, ha concluso la cantante, "ho tentato il più possibile di mantenere il tono e lo stile della voce di Vanessa Paradis, senza travalicare con la mia personalità, ma limitandomi a fare l'esecutrice".
Anche per Raf Un mostro a Parigi racchiude una morale importante: "Spero che guardando questo cartone animato i bambini e i loro genitori afferrino ciò che, a mio parere, è il tema più importante, ovvero che è sbagliato giudicare le persone basandosi sulle apparenze, ma bisogna sempre sforzarsi di approfondire la conoscenza con il diverso. A differenza delle colossali produzioni animate americane, che mirano a stupire solamente con la realizzazione tecnica e gli effetti speciali, questo piccolo gioiello francese punta direttamente al cuore dello spettatore. Il mio ruolo era particolarmente impegnativo, perché Francoeur si esprime e comunica solamente tramite il canto. È stato molto duro dover mantenere certe tonalità esagerate, tanto che al termine del doppiaggio ho sofferto per dieci giorni di mal di gola!".
Il mattatore Maurizio Mattioli racconta di essersi molto divertito nell'impersonare il prefetto sbruffone Maynott: "Mi sono cimentato molte volte nel doppiaggio, anche di numerosi cartoni animati come Z la formica e La gang del bosco. Mentre al cinema, vista la faccia che mi ritrovo, mi fanno impersonare sempre il ruolo buono, fare il doppiatore mi diverte molto, perché mi consente di mettermi nei panni anche dei cattivi, come avviene in Un Mostro a Parigi. Qui interpreto un prefetto corrotto e malvagio, che vuole sfruttare l'alluvione del 1910 e la paura del mostro per essere eletto sindaco di Parigi. Si tratta di un vero e proprio maneggione, del resto non è che nella politica italiana manchino gli esemplari di questo genere... "
Enzo Decaro, invece, presta la voce a Emile, timido proiezionista appassionato di film fantastici: "Il mio personaggio trasuda un grande amore per il cinema e riflette la passione per la Settima arte in generale che si nota in tutta la realizzazione di Un mostro a Parigi. È un'opera dotata di una raffinata struttura cinematografica che può essere apprezzata anche dagli adulti. Inoltre afferma che l'accoglienza è un valore fondamentale per la nostra società, e che la diversità non è una minaccia, bensì un'opportunità. I veri mostri sono coloro che sfruttano le cariche politiche per proprio tornaconto personale, e anche l'Italia ne è piena... ". Infine Simona Borioni, new entry nel mondo del doppiaggio, incarna la schiva e poco appariscente Maud: "Sto approfondendo ultimamente il lavoro di doppiatrice, anche attraverso la scuola di Roberto Chevalier. In questo film mi cimento in un ruolo insolitamente dolce per me, tanto che avevo paura di non essere in grado di trasmettere la delicatezza del personaggio, ma alla fine credo di esserci riuscita grazie anche ai fondamentali consigli del direttore del doppiaggio."