In principio c'era un sogno, immaginato da un gruppo di ragazzi negli Anni Quaranta a Ventotene. Ecco com'è diventato realtà nell'Europa unita e libera.
Quell'avventura visionaria diventa un film tv firmato da Alberto Negrin: Un mondo nuovo, in onda su Rai Uno nella prima serata di domenica 23 novembre, ripercorre le vicende di Altiero Spinelli (interpretato da Vinicio Marchioni) e dei suoi amici Ursula Hirschmann (Isabella Ragonese), Ernesto Rossi (Peppino Mazzotta), Eugenio Colorni (Orlando Cinque), Ada Rossi (Valentina Carnelutti). Prodotta da Carlo degli Esposti di Palomar in collaborazione con Rai Fiction, come racconta il direttore Eleonora Andreatta, la pellicola ripercorre le tappe sofferte di un processo di unificazione nato in un periodo dilaniato dalle tirannie e dagli interessi nazionalisti.
Un'idea lungimirante
"Un mondo nuovo - spiega Eleonora Andreatta - appartiene ad una linea di racconto che Rai Fiction porta avanti grazie a storie che affondano le radici nel passato e guardano al futuro. Spinelli, in protagonista, è un sognatore che vede al di là del proprio tempo perché il pensiero di Europa unita nasce nel periodo dell'occupazione nazista. Porta un messaggio forte per le nuove generazioni, collegato all'Erasmus e alla possibilità di viaggiare da un luogo all'altro. Questo film si avvale di giovani attori che con il fuoco dell'interpretazione trasmettono la passione dei protagonisti. Proprio durante il semestre italiano e a 70 anni dal manifesto, questa storia mostra come il percorso di Spinetti sia stato fatto da tante sconfitte ma dia molta forza". Lo sforzo produttivo per mettere in scena la storia ha comportato due anni di lavoro, come spiega Carlo Degli Esposti, e molta documentazione. Virgilio D'Astoli, Presidente della Fondazione Spinelli, nonché suo più stretto collaboratore, confessa: "Mi sono emozionato. Quest'esempio di buona politica è un segnale importante da dare in Italia e in Europa". Non a caso la fiction è stata presentata in anteprima proprio a Bruxelles al Parlamento Europeo, prima di essere proiettata alla presenza di alcune scolaresche romane e della stampa. Quella che all'inizio lo stesso regista ha definito "una missione impossibile" invece ha preso vita piano piano: "Si parla di onestà intellettuale, di un modello di vita e di punti di riferimento, in un messaggio molto semplice ma lontano dalla solita fiction".
La parola al protagonista
Neppure Vinicio Marchioni, prima di ottenere il ruolo, conosceva approfonditamente la figura di Spinelli, ma ora ammette: "È uno di quei ruoli che ti cambiano la vita. La responsabilità enorme di portare in scena un gruppo di uomini di una grande etica, intellettuale e morale del genere ti entra dentro. L'interpretazione non è basata sulla somiglianza fisica, visto che lui è un omone, ma ho cercato di catturarne l'anima. Volevo mettere in atto uno sguardo d'aquila per trovare la sua forza. È un film necessario per chi, come me, al riguardo ne sapeva poco". Le licenze poetiche nella fiction sono state molto ridotte: "La figlia di Spinelli - racconta il regista - ha detto che abbiamo raccontato la verità entrando nell'anima dei personaggi". La difficoltà maggiore, concorda il cast, riguarda la capacità di rendere giustizia e omaggio a personaggi reali.
Specchio della realtà
"Il primo pensiero - ammette Ignazio Oliva, che dà il volto a Sandro Pertini - riguarda la grande paura di misurarsi con uomini del genere. È stato un grande onore interpretare personaggi che hanno fatto la storia del nostro Paese". La proverbiale severità mista ad accuratezza quasi maniacale del regista è servita, come conferma il cast, a riportare fedelmente uno spaccato dell'epoca. Orlando Cinque ci scherza: "Io non sono una persona facile ma neppure Negrin è cortese sul set". Peppino Mazzotta, invece, ricorda: "Durante la scena in ospedale tra Spinelli e Rossi il regista mi ha detto che stavo sbagliando tutto. Sono entrato nel panico ma poi ho colto lo spirito che voleva trasmettermi. E nella scena di fuga sul treno mi sono buttato dal finestrino prima ancora che potesse arrivare lo stunt per fare il ciak al posto mio".