Lino Banfi è legato al suo Nonno Libero più che mai: dopo 260 puntate torna su Rai Uno per Un medico in famiglia 9, con la stessa energia degli esordi. La fiction, in onda da domenica 16 marzo in prima serata, mescola le tradizionali avventure del clan dei Martini con uno stuolo di nuovi arrivi pronti a portare scompiglio tra le mura domestiche (e non solo). Prodotta da Verdiana Bixio di Publispei in collaborazione con Rai Fiction (come racconta il direttore Eleonora Andreatta), porta in scena Lino Banfi, Milena Vukotic e tutta la famiglia che comprende - tra gli altri - Margot Sikabonyi (Maria), Giorgio Marchesi (Marco) ed Eleonora Cadeddu (Annuccia). Tra i nuovi arrivati spiccano Valentina Corti (Sara Levi, la sorella di Marco) e Flavio Parenti (il dottor Lorenzo, nipote di Libero). Dietro la macchina da presa si alternano Francesco Vicario, Elisabetta Marchetti e Isabella Leoni.
Che cosa rappresenta oggi Un medico in famiglia?
Eleonora Andreatta: Questa fiction è un grande ritorno, un patrimonio di racconto non solo della Rai ma di tutti gli spettatori. Nel 1998 ha cambiato il panorama della fiction italiana, uno spartiacque tra la produzione del nostro Paese. La famiglia Martini è un albero solido e con nuovi rami, ma anche una rete, un luogo di accoglienza non solo per i legami di sangue ma anche per quelli affettivi, capace di colmare i vuoti di ciascuno e permettere ad ognuno di trovare un senso e una posizione. Nonno Libero è il centro e Lino Banfi il motore.
Verdiana Bixio: Il restyling parte dalla scrittura, che in questo caso è entusiasmante e nasce da una forza di volontà e da un enorme coraggio: dà una svolta dopo tanti anni.
Qual è il segreto del successo?
Milena Vukotic: Il segreto resta la famiglia: negli anni ha vissuto scombussolamenti e, nonostante tutto, noi reggiamo.
Lino Banfi: Abbiamo creato una famiglia vera: ho passato più tempo con i nipoti di Nonno Libero che con i miei e mi capita anche di confondere i vari nomi. Stiamo per raccontare la quarta generazione di Martini e piacciamo al pubblico delle famiglie perché siamo una famiglia anche noi.
Quanto può spaventare l'ingresso in una squadra tanto affiatata? Francesco Vicario: Sono arrivato sul set con la paura di gestire una situazione già forte di suo. Mi chiedevo: "Come faccio a mettere mano ad una cosa che funziona così bene?". Poi l'ho superato: Lino Banfi fa il nonno degli attori più giovani e tutti hanno una memoria storica della serie, il che aiuta moltissimo.
Che atmosfera si respira? Eleonora Cadeddu: Quest'anno sono stata poco sul set a causa della maturità, ma questa è la prima volta, dopo tutti questi anni, che ho il diritto di parola in una conferenza ed è molto emozionante. Quando ho iniziato la serie ero minuscola e mi sono raccontata attraverso le puntate. Sono quello che sono grazie ad Anna.Margot Sikabonyi: Sì, è interessante pensare di essere cresciuta qui dentro e sono felice di essere tornata in famiglia. Quest'anno, poi, questo prodotto molto amato ha ricevuto una nuova linfa. I Martini si comportano quasi in maniera poliziesca nel caso di una ragazza albanese, Giada, che viene in Italia per cercare la famiglia ma finisce in un giro losco di gangster che la portano a rubare. Loro vogliono capire cosa sia successo.
Giorgio Marchesi: Quest'anno arriva un numerosissimo gruppo di nuovi arrivi, che si è subito inserito in un clima facile. A me è successo tre anni fa, ero spaesato all'inizio ma sono stato accolto dai Martini e il pubblico lo vede.
Chi sono le new entry?
Flavio Parenti: Interpreto un nuovo medico che torna in Italia per ritrovare le sue radici dopo essersi formato in America. Vuole scoprire chi sia e cioè un Martini e fa un tuffo in famiglia da fuori. Vuole recuperare il rapporto con la moglie e con il figlio ma è travolto da una passione inaspettata per un'altra donna.
Valentina Corti: Mi sono subito innamorata di Sara, il mio personaggio, l'amica che tutti vorrebbero avere, un po' pazza, che sconvolge tutti. È simpatica e allegra ma è un modo per nascondere la sua fragilità, insomma un ruolo pieno di sfaccettature e profondità. Viene accolta come una nipote in casa Martini e per me interpretarla è stato terapeutico.
Nella mia filosofia contadina si dice che riso e pianto sono due gemelli monozigoti e io cerco sempre di far seguire ad una scena commovente una "parlata alla Banfi" per sdrammatizzare. Credo di esserci riuscito ed ecco perché per la prima volta mando un ringraziamento a nonno Libero. Mi auguro di stare ancora bene per fare anche la decima stagione. Oronzo Canà presenterebbe i Martini come una squadra nuova ma con un vecchio tecnico con giovani attaccanti di linea, i piccoli della primavera ma senza nessuno in panchina...