Un funerale alle illusioni
Un viaggio allucinato e crudele nella vita di quattro personaggi che vivono a Coney Island, estrema periferia di Brooklyn. Esistenze che si trasformano in incubi vissuti ad occhi aperti. Il secondo film di Darren Aronofsky è una glaciale discesa nell'inferno della solitudine, della follia, e della abiezione. Rivelatosi nel 1998 con il film Pi - il teorema del delirio, un'opera bizzarra e visionaria che incantò il Sundance Film Festival, Aronowsky torna dietro la macchina da presa e realizza un film duro e disturbante.
Requiem for a dream racconta l'odissea amara di quattro personaggi che, inseguendo i propri sogni finiscono per perdere il contatto con la realtà e per bruciare le loro vite.
Sara è una vedova che la solitudine e la TV hanno reso totalmente alienata, suo figlio Harry è uno sbandato sempre in cerca di droghe che gli rendano meno triste la desolata realtà in cui vive, Maryon e Tyrone, entrambi amici di Harry, condividono lo stesso destino di dipendenza dagli stupefacenti, e per procurarsela commettono le peggiori nefandezze. Spinti dal bisogno di fuggire dal grigiore della vita quotidiana e dalla speranza di riuscire a dare una svolta alla propria esistenza, queste persone si allontanano progressivamente dalla realtà e vengono risucchiati un mondo 'artificiale' e parallelo dal quale non riescono più a venire fuori.
La vita di Sara cambia, all'improvviso, quando un collaboratore del suo show televisivo preferito, la contatta per chiederle la sua disponibilità ad una eventuale partecipazione allo show. Sara si illude e già si immagina protagonista di un sogno a lungo accarezzato, inizia una dieta per presentarsi al meglio al sospirato appuntamento, un medico senza scrupoli le prescrive cure dimagranti a base di anfetamine e lei, sempre più persa dietro ai suoi sogni, comincia ad abusarne e ne diventa dipendente. Ben presto la follia si impossessa della donna continuamente in preda a terribili allucinazioni, trasformando il suo sogno in un incubo.
Harry, Tyrone, e Maryon vogliono diventare ricchi commerciando droga e per un po' ci riescono, ma la fine del denaro coincide con la fine dell'amore e dell'amicizia. Harry passa dalla ricchezza alla povertà, dalla felicità alla disperazione e al delirio, finendo in ospedale, orribilmente mutilato. Maryon, disposta a tutto per una dose di droga, finisce per vendere se stessa.
Una madre e un figlio che percorrono lo stesso viaggio allucinante verso la follia, una ragazza che si annulla e arriva al punto più basso cui un essere umano può giungere.
Aronowsky fa a pezzi il mito del Sogno Americano e ne celebra la fine. La certezza di poter cambiare è solo un'illusione che ci viene somministrata giorno per giorno dalla TV, non meno pericolosa e allucinante delle droghe.
I personaggi di Requiem for a dream sono portati all'autodistruzione, non riescono a rapportarsi in maniera lucida alla realtà, perchè troppo insoddisfatti o, semplicemente, troppo fragili ma, i falsi miti creati dalla televisione e i paradisi artificiali dati dalle droghe non possono in alcun modo migliorare la vita anzi, possono solo essere deleteri per la mente e per lo spirito di ogni singolo individuo: una dura lezione, che questo film impartisce nella forma più cruda e violenta.
Lontanissimo dalla visionarietà falsa e modaiola di Trainspotting di Danny Boyle, Darren Aronofsky fotografa una realtà straniata, attraverso immagini disturbanti e potenti. Un montaggio frenetico ci porta dentro le vene dei protagonisti, seguendo il percorso delle droghe che arrivano dritte al cervello e danno vita a visioni allucinanti e paurose: frigoriferi che camminano, set televisivi trasferiti nel salotto di casa, viaggi extracorporei, desideri che diventano incubi persecutori, il film è un campionario di allucinazioni visive che stordiscono e (s)travolgono.
Aronowsky utilizza benissimo tutti i mezzi a sua disposizione (montaggio, musica, effetti speciali, sonoro, attori in stato di grazia) e confenziona un'opera di grandissimo valore etico. Un film contro la droga, contro la Tv, contro ogni forma di dipendenza che aliena la mente e annulla l'individuo in quanto essere pensante.
Può una storia estrema, raccontata (filmata) in modo estremo, essere educativa, invitare alla riflessione, toccare le coscienze? Nel caso di questo film la risposta è: assolutamente sì.
Requiem for a dream non è mai uscito nelle sale italiane (e ogni commento sulla distribuzione italiana sarebbe superfluo visto che ormai ci ha abituato a molte scelte insensate ed incredibili) ma, sarebbe opportuno recuperare quest'opera 'maledetta' che rivela l'immenso talento di un regista ingiustamente sottovalutato e, soprattutto, mostra, con crudo realismo e grande partecipazione, il lato più oscuro della nostra società.