Twisters, la recensione: un tornado di grande cinema d'intrattenimento

Torniamo a scrutare il cielo con Daisy Edgar-Jones e Glen Powell, protagonisti dell'ottimo Twisters di Lee Isaac Chung. E il film sdogana un'emozione oggi proibita: perché non dobbiamo vergognarci di avere paura. Al cinema.

Anthony Ramos, Glen Powell e Daisy Edgar-Jones in un'immagine promozionale del film

Pronti, partenza e siamo già nell'occhio del ciclone. Ispirandosi ad un cinema amabile che esalta il valore assoluto del pop, Lee Isaac Chung è riuscito nell'impresa di riportare indietro le lancette dell'orologio, a quando i film d'intrattenimento erano il punto di riferimento per i sogni e per l'immaginazione del pubblico. Niente artifici celebrali, solo emozioni. Per questo, senza mai esagerare, ma anzi puntando ad una spettacolarità ragionata che esalta il momento, Twisters è a tutti gli effetti il blockbuster che (ci) mancava. Di più, è il cinema americano che torna ad imporsi, a sfoderare la sua mastodontica proverbialità, finalmente lucido nel prendersi gioco di sé, restando comunque semplice, genuino, equilibrato nella storia e negli effetti.

Twisters Daisy Edgar Jones
Daisy Edgar-Jones è Kate Cooper

Riprendendo (e rispettando) lo spirito del film cult del 1996, Lee Isaac Chung, dopo la folgorazione Minari del 2020, raccoglie la sfida e anzi la supera, sta al gioco e punta letteralmente al cielo. Un cielo nero, pronto a scatenare quella furia in bilico tra "scienza e religione". In Twisters non c'è un attimo da perdere, lo spazio e il tempo si assottigliano, e l'azione si fa conseguenza e mai obiettivo. Scritto da Mark L. Smith, su soggetto di Joseph Kosinski, rispetto al Twister di Jan de Bont (a proposito, che fine ha fatto?) questo è una sorta di sequel/remake, condividendo con lui lo stesso universo narrativo. Una definizione, lo scriviamo in apertura di recensione, assolutamente relativa. Ciò che conta è infatti la resa e non l'etichetta. E Twisters è, senza dubbio, il film più bollente dell'estate 2024.

Twisters: un tornado ancora più grosso, e ancora più cattivo

Twisters Glen Powell E Daisy Edgar Jones In Una Foto
Glen Powell e Daisy Edgar-Jones al centro del ciclone

Se gli ammiccamenti al 1996 di certo non mancano, riecco ritrovare la yellow brick road che porta dritta dritta verso la tempesta. Dorothy - per chi non lo sapesse, è un marchingegno che studia i tornado, introdotto nel film originale - è stata ereditata da Kate Cooper (Daisy Edgar-Jones), che segue i violenti fenomeni atmosferici insieme ai suoi amici. Almeno fino a quando un tornado non li risucchia via. Lei è l'unica superstite, insieme a Javi (Anthony Ramos). Salto in avanti di cinque anni e Twisters vola a New York, dove ritroviamo Kate, divenuta meteorologa da ufficio. Ha lasciato i campi di grano dell'Oklahoma, portandosi dietro il peso della sopravvissuta.

Twisters Daisy Edgar Jones In Una Scena
Scrutando il cielo: Daisy Edgar-Jones e Glen Powell in una scena di Twisters

Ma se il cambiamento climatico di certo non molla la presa, rendendo più feroce la stagione delle tempeste, Javi la contatta chiedendole se vuole entrare a far parte di un team altamente preparato che studia la conformazione dei tornando. In qualche modo, il ritorno a casa di Kate può servire alla causa, e soprattutto può (o almeno dovrebbe) aiutare la popolazione locale. Sotto però c'è qualcuno che vorrebbe lucrare sulle tragedie, come le spiega Tyler Owens (Glen Powell), un po' cowboy e un po' cacciatore di tempeste che ama tuffarsi nel bel mezzo dei cicloni, mandando in live su YouTube le sue folli (ma scientifiche) imprese.

Glen Powell, Daisy Edgar-Jones o del perché è giusto avere paura

È fin da subito chiaro che il punto di riferimento per Lee Isaac Chung sia il cielo. Il punto d'osservazione parte dal basso, allargandosi e seguendo la forma fluida delle nuvole. Uno sguardo esaltato dalla fotografia di Dan Mindel, pronta a colorare o scolorire le tonalità ogni qualvolta entra in scena un tornando. A proposito, è proprio la fluidità il punto fortissimo di Twisters: c'è un'organicità generale che sfrutta al massimo il potere delle immagini (e il cinema odierno, spesso, se lo scorda), cavalcando (è proprio il caso di dirlo) l'incessante score di Benjaming Wallfisch che si mescola ai brani country pop della soundtrack (da Luke Combs con il singolo Ain't No Love in Oklahoma ad un classico di Charley Crockett).

Twisters Glen Powell E Daisy Edgar Jones In Una Scena Del Film
Anthony Ramos, Glen Powell e Daisy Edgar-Jones minacciati dal tornado

In Twisters è tutto molto veloce, dinamico, a tratti esplosivo. Si respira poco e si corre tanto, catturati dalla sicurezza con cui il regista porta avanti il suo gigantesco film. Del resto, lo abbiamo scritto all'inizio: Twisters è il meglio del cinema pop Anni Novanta, però rivisto in chiave contemporanea. Potremmo addirittura considerarlo un blockbuster atipico rispetto allo standard odierno che spesso fa cilecca (come Furiosa). In preda ad un'iperbole frutto della galvanizzazione con cui siamo usciti dalla visione, potremmo considerarlo anche come il primo grande disaster movie post-moderno. Lo spettacolo è insomma garantito, ma sia le battute di Daisy Edgar-Jones che di Glen Powell (entrambi bravissimi, tanto da non farci mai rimpiangere Helen Hunt e Bill Paxton) spiegano quanto sia lecito e giusto, oggi, avere paura: se in un mondo terrorizzato e terrorizzante il coraggio ottuso può giocare brutti scherzi, Twisters sdogana la paura come sentimento naturale, da accettare ed esternare.

Una chiave non scontata, che si aggiunge ad un'altra energica presa di posizione: non vi riveliamo troppo, ma il film di Lee Isaac Chung ha l'ardore di regalarci una delle migliori sequenze action dell'anno, che partono guarda caso all'interno di un cinema che sta trasmettendo il Frankenstein del 1931. Quando il mostro di vento e grandine prende vita, ingoiando qualsiasi cosa, la sala cinematografica diventa il riparo perfetto per le persone. Come a dire, il vero spettacolo è solo sul grande schermo, e solo al cinema si possono provare certe emozioni. Niente di più vero. Del resto, Twisters è l'esempio perfetto di come dovrebbe essere declinato l'intrattenimento leggero: un film di nuovi propositi e di vecchie maniere. E si sa, "i vecchi metodi sono sempre i migliori".

Conclusioni

Gli Anni Novanta non sono mai stati così vicini. Fluido nell'azione, nel ritmo, nel contesto e nell'eredità del film del 1996. Grazie a Twisters, Lee Isaac Chung (a suo agio anche in una grande produzione, dopo Minari) riesce a ridare linfa al cinema d'intrattenimento americano, costruendo quello che per noi è il film più potente dell'estate 2024. Con una nota ancora più interessante: se viviamo in un'epoca di emozioni taciute, il film ci dice quanto sia importante accettare le proprie paure.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • La regia di Lee Isaac Chung.
  • Lo spirito country.
  • L'azione, sempre fluida.
  • La sequenza ambientata in un cinema.

Cosa non va

  • Non tutti i personaggi vengono ben risaltati.