Cast, personaggi, trama, umorismo (e una sensualità funzionale al gioco messo in scena). In Tutti tranne te di Will Gluck funziona tutto. E funziona perché parte da un presupposto affatto banale: legarsi alle regole della commedia romantica ma, intanto, volerle superare, rivendendole in un film che mischia l'amore moderno ai conflitti generazionali, passando per una consapevolezza di sé possibile (anche) grazie all'aiuto di qualcun altro. Poi, è una rom-com che dimostra quanto il genere, dopo aver attraversato un crisi profonda (e c'entrano le produzioni streaming, che hanno svilito i toni con prodotti assai mediocri), abbia ancora tanto da dire e tanto da dimostrare, ritrovando un pubblico che finisce per ridere di gusto (poche volte, durante una proiezione stampa, abbiamo visto una sala così partecipe).
Senza esagerare, la commedia di Will Gluck prosegue il discorso iniziato da Billy Wilder, e continuato poi (con presupposti diversi) da Rob Reiner, Cameron Crowe, Nora Ephron e P.J. Hogan, regista de Il matrimonio del mio migliore amico, di cui Tutti tranne te è uno sfumato omaggio (il cast ha rivelato che è stato il film rivisto prima delle riprese). Paragoni chiari, senza volerli scopiazzare: come detto, la rom-com di Gluck, pur fedelissima ai canoni, è nuova perché arriva in un momento di stasi, irrompendo con una carica talmente irruente da risultare irresistibile.
Tutti tranne te, la trama: matrimonio a Sydney!
Parlavamo dei canoni, e delle regole legate alle commedie romantiche americane. In Tutti tranne te (Anyone but you, titolo originale) c'è tutto il corollario: un matrimonio da tenersi dall'altra parte del mondo (siamo in Australia, diventata a tutti gli effetti la nuova Hollywood); le camici di lino; due coppie di genitori bonari ma invadenti; l'ex fuori luogo; una spalla comica estemporanea (menzione speciale all'interpretazione del rapper GaTa); un colpo di fulmine, e due protagonisti che si amano senza saperlo. Al centro della sceneggiatura scritta da Will Gluck insieme a Ilana Wolpert ecco Bea e Ben, interpretati da Sydney Sweeney e Glen Powell (straordinari, non abbiamo altri aggettivi).
Insomma, Bea e Ben si conosco per caso, e passano la notte a chiacchierare. Lei ha lasciato la facoltà di giurisprudenza (senza dirlo ai genitori), lui è un dipendente della Goldman Sachs. Si piacciono. Un misunderstanding, però, finisce per allontanarli la mattina seguente. Si ritroveranno, molto arrabbiati, sei mesi dopo, quando la sorella di Bea, Halle (Hadley Robinson), sta per sposarsi con Claudia (Alexandra Ship), sorella di Pete (GaTa), miglior amico di Ben. Va da sé, che sono tutti invitati al matrimonio. Destinazione? Sydney. Il week-end, però non parte bene: Bea e Ben, con i loro continui litigi, rischiano di mandare all'aria il matrimonio. Le famiglie, dunque, escogitano uno strampalato piano per farli riappacificare.
Glen Powell, da Top Gun: Maverick a Hit Man: ascesa di un nuovo (e irresistibile) divo
Il ritorno della grande rom-com nel segno di Sydney Sweeney e Glen Powell
Parlavamo di irresistibilità. Tutti tranne te, con i suoi colori saturi, i suoi paesaggi accesi, le sue spettinate arguzie, è pensato per il grandissimo pubblico, regalando un'ora e mezza di salvifico divertimento. Per certi versi, la rom-com di Will Gluck è una sorta di regalo: ci distende, ci distrae, ci fa sognare. Un film che meritavamo, nella sua giocosa rilettura di un genere di cui abbiamo sentito la mancanza. Segnando il ritorno della grande commedia romantica americana, Tutti tranne te, nel profondo, si lega poi ad un linguaggio contemporaneo e, come detto, generazionale. Qua e là, la sceneggiatura offre sferzate di affabile accusa contro le generazioni precedenti, ancora incollate a certi paradigmi (e incapaci di ascoltare i bisogni dei propri figli), e riflette su quanto oggi, le relazioni amorose, siano messe in pericolo da una latente negazione delle emozioni.
Emozioni interrotte, o alterate dalla paura stessa di doversi aprire ("ho avuto paura perché sono stata bene", dice Bea a Ben). Per questo, sotto le risate e sotto le spassose trovate (tra placidi koala, un omaggio a Titanic e una relax song come Unwritten di Natasha Bedingfield), Tutti tranne te sposta in avanti lo sguardo, guardando dalla giusta prospettiva i suoi due protagonisti, impauriti da un'emotività che li ha portati ad essere in ritardo rispetto agli obblighi di una società votata alla perfezione. Con una parentesi: va detto che Tutti tranne te non sarebbe stato lo stesso senza Sydney Sweeney e Glen Powell; non sarebbe stato lo stesso film senza la loro bravura, la loro alchimia, la loro leggerezza. A tratti dolci, a tratti erotici, a tratti scapigliati e indifesi, ma sempre legati da un meraviglioso senso dell'umorismo. Quindi sì, la rom-com di Will Gluck riporta in sesto il genere, rivitalizzandolo, puntellando a dovere, e puntando ad un costante senso di bellezza. Addirittura, troppo bella per essere vera.
Conclusioni
Lo abbiamo scritto nella nostra recensione: tutto troppo bello per essere vero? Sì, ma nel contesto voluto da Will Gluck, ci caliamo nella tipica rom-com americana, ridendo di gusto insieme a due strepitosi protagonisti, Sydney Sweeney e Glen Powell. Alchimia alle stelle, e un'intesa che rende il film assolutamente irrinunciabile. Dopo anni di stasi, finalmente il ritorno della commedia americana.
Perché ci piace
- Sydney Sweeney e Glen Powell, pazzeschi.
- Divertentissima.
- Leggera, ma con gusto.
- Le classiche svolte da rom-com.
Cosa non va
- Se non amate il genere, passate avanti.